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Un museo virtuale per la lingua italiana

Si chiama MULTI il Museo multimediale della lingua italiana ideato dall’Università degli Studi di Pavia, dall’Università degli Studi di Napoli «L’Orientale» e dall’Università della Tuscia di Viterbo. Un tesoro di «reperti» accessibili a tutti.
| Luisa Santinello Redattrice

Immaginate un’antica città: «un dedalo di stradine e di piazze, di case vecchie e nuove, e di case con parti aggiunte in tempi diversi; e il tutto circondato da una rete di nuovi sobborghi con strade dritte e regolari, e case uniformi». Ora proiettate questa immagine sulla lingua italiana e sulle sue evoluzioni. Raramente paragone fu più azzeccato di quello proposto dal filosofo tedesco Ludwig Wittgenstein a metà Novecento (Ricerche filosofiche, §18). Non a caso l’Università degli Studi di Pavia, l’Università degli Studi di Napoli «L’Orientale» e l’Università della Tuscia di Viterbo (in collaborazione con lo studio Dotdotdot) si sono ispirate proprio a questo parallelismo per ideare il Museo multimediale della lingua italiana (MULTI). Realizzato con il contributo del Fondo integrativo speciale per la ricerca (FiSR 2019) del Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) e fruibile online gratuitamente, questo progetto virtuale – come si legge dal sito – mira a «valorizzare il variegato patrimonio immateriale della storia della lingua italiana attraverso una fruizione dei contenuti inclusiva e interattiva, volta anche a non specialisti e non italofoni» (tutta l’esperienza di visita, accompagnata da testi brevi e comprensibili a tutti, è disponibile sia in italiano che in inglese).

A costituire il cuore di questo museo virtuale: quasi trecento reperti tra immagini, riproduzioni digitali di documenti e manoscritti in alta qualità, più animazioni grafiche, estratti video, registrazioni vocali, musiche, mappe interattive e attività ludiche. Completano l’offerta culturale sei percorsi interattivi che, viaggiando tra le opere della collezione, rispondono ad altrettante domande: Come è nata la lingua italiana? Chi ha stabilito le regole dell'italiano? Come è circolato l'italiano scritto? Come si è diffuso l'italiano parlato? Come suona l’italiano di chi non sa l’italiano? Quali lingue si parlano in Italia? Come si è diffusa la lingua italiana nel mondo?

Posto che «Come tutte le lingue naturali, l’italiano non “nasce” dal nulla, ma è il frutto di una graduale, lenta evoluzione di una lingua precedente: il latino», il viaggio al MULTI parte proprio dai primi documenti di epoca medievale risalenti all'VIII-X secolo, che testimoniano l’inizio del passaggio dal latino all’italiano. Un esempio su tutti? Il graffito proveniente dalla Casa di Sallustio a Pompei (I secolo) che recita così: «Pupa qui bela is tibi me misit qui tuus est val(e)». Una forma di latino volgare che in italiano suonerebbe più o meno così: «Ragazza che sei bella, a te mi mandò chi è tuo: salve».

Altro documento disponibile in formato digitale è il Placito di Capua, una sorta di atto notarile datato 960 e finalizzato a dirimere una controversia tra il ricco possidente Rodelgrimo di Aquino e l’abate del monastero di Montecassino per il possedimento di alcuni terreni. Nel testo latino, ad un tratto, si distingue la testimonianza in lingua volgare di tre frati: «Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte S(an)c(t)i Benedicti» (So che quelle terre, entro quei confini che qui si descrivono, trent’anni le ha tenute in possesso il monastero di San Benedetto). Questione risolta: la ragione andrà ai benedettini del monastero.

Il viaggio nel mondo della lingua italiana al MULTI spazia nel tempo e nello spazio. Dal Frammento di Würzburg (manoscritto risalente al IX-X secolo considerato il più antico verso poetico italo romanzo) passiamo alla Caricatura di Dante, Petrarca e Boccaccio, un disegno del XVI secolo attribuito a Leonardo Da Vinci o alla sua scuola, attualmente conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Zoomiamo per bene l’incipit del manoscritto del Canzoniere di Francesco Petrarca (1366-1374), nel codice Vaticano Latino 3195, in parte autografo, in parte trascritto da un copista di fiducia di Petrarca, generalmente identificato in Giovanni Malpaghini (1346-1422). 

Ma la lingua italiana non è fatta solo di artisti e letterati straordinari. Non a caso tra i reperti del Museo multimediale c’è spazio anche per la quotidianità di una classe di scuola elementare ritratta in bianco e nero alla fine degli anni ’20. O per la banconota (in circolazione tra il 1969 e il 1981) da mille lire raffigurante Giuseppe Verdi nel primo ritratto di Giovanni Boldini (realizzato tra il 1885 e il 1886). La lingua italiana è fatta di lettere, come di immagini, di istanti e di scatti. Lo scatto di don Lorenzo Milani con i suoi ragazzi della scuola di Barbiana (1967), quello di Leo Brandi e Totò alle prese con una lettera nel film Miseria e nobiltà (1954) o quello di una pubblicità per la macchina da scrivere Olivetti Lettera 22. A pensarci bene, ogni pezzo di questo Museo multimediale parla di noi e delle nostre origini, è il tassello di un puzzle che ci ritrae tutti.

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Data di aggiornamento: 25 Aprile 2024