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Enrico Grandesso

I dettagli sono importanti

Dodici racconti italiani
02 Dicembre 2018 | Recensione di
I dettagli sono importanti. La cover del libro.
Scheda
Biblioteca dei leoni
2018
€ 15,00

Gli amici di una vita che si ritrovano intorno a un tavolo per festeggiare i 40 anni di uno di loro e, a ogni portata di pesce, affrescano una quotidianità fatta di tasse, partite Iva e «dio-lavoro». Una giovane docente di italiano e latino in un liceo scientifico alle prese con le pene d’amore per il nuovo supplente di informatica. Un politico e i preparativi per il suo comizio elettorale. Una donna disillusa che fugge le relazioni per paura di soffrire. E ancora: due baristi di provincia che, in un piovoso sabato di agosto, sottovalutano il cliente straniero, salvo poi restarne gabbati. L’artigiano-padre di famiglia rimasto al verde per un investimento sfortunato. Il fratello che affronta il lutto dopo un incidente mortale…

Sono alcune delle dodici trame che costituiscono questo arazzo colorito di vita vissuta. Sullo sfondo, un Veneto specchio dell’Italia, la «California» di un Paese che, a partire dal 2008, anno della crisi, ha riportato profonde trasformazioni e cicatrici. Lo sa bene l’autore di questa antologia che proprio in Veneto (e precisamente a Camposampiero, in provincia di Padova) è nato. Studioso di letteratura (ha pubblicato saggi su Fogazzaro, Rebora, Sbarbaro, Rebellato, Sciascia, Marlowe e T. S. Eliot), Enrico Grandesso tesse il grottesco con la satira, il visionario con la prosa poetica. Tratteggia atmosfere conviviali, ma anche opprimenti, autentiche e posticce.

Dosando ironia e naturalezza, affronta temi delicati come il bisogno di essere amati, l’ossessione del guadagno (il cosiddetto «far schei»), il pericolo dei luoghi comuni. Racconta di sacrifici, senso di vuoto e voglia di ricominciare. Ma lo fa sempre procedendo per dettagli, aprendo squarci sulle piccole cose che fanno la differenza. Di tanto in tanto, chiama in suo aiuto Dante, Petrarca, Ariosto, Machiavelli. Cita pure Parise, Meneghello e Gadda per non perdere mai lo sguardo contemporaneo. Infine, si congeda con un «Glossario dei termini dialettali». Quasi a voler rimarcare il valore delle tradizioni e delle proprie radici.

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Data di aggiornamento: 02 Dicembre 2018