Smita è un’intoccabile, una dalit, vive in un villaggio dell’Uttar Pradesh, in India, e ogni giorno raccoglie in una cesta gli escrementi di chi appartiene a caste più alte. Ultima tra gli ultimi, vive della carità che qualcuno le fa e mangia i topi che il marito cattura. Ha una figlia, Lalita, e per lei sogna una vita diversa. Giulia ha 20 anni e vive a Palermo. Lavora nel laboratorio del padre, dove si raccoglie la «cascatura» – i capelli tagliati o caduti delle donne siciliane – e si fanno parrucche e toupet.
Mai conosciuto una strega? Beh, Ritanna Armeni sì. E non è stato affatto spiacevole, anzi. La donna in questione si chiamava Irina Rakobolskaja, aveva 96 anni ed era l’ultima superstite di un gruppo di aviatrici sovietiche che, durante la Seconda guerra mondiale, sfidarono il Terzo Reich a bordo di biplani Polikarpov leggeri e silenziosi.
Rispetto di sé, dignità, formazione professionale. Questi gli ingredienti che stanno permettendo a un nutrito gruppo di giovani donne di progettare un futuro diverso per se stesse e per i loro figli. Accade a Ibagué, in Colombia.
«Il velo lo mettiamo in testa. Non dentro la testa» mi rivela Amina. Una donna più anziana sostiene che la bellezza di Algeri faceva dimenticare perfino la fatica e la povertà. Hanno ragione entrambe.
La prima volta si incontrano in collegio. L'una è studentessa di arabo. L'altra, di inglese. La prima svelata, la seconda velata. Una si chiama Laura Silvia ed è l'autrice, insieme alla disegnatrice Paola Cannatella, di questa graphic novel. L'altra è Jamila, la protagonista del reportage a fumetti, costruito su tre livelli e 144 pagine a colori da leggere tutte d'un fiato.