Un'estate ad Assisi con Antonio e Francesco

Settimane di formazione presso il Sacro convento. Le propongono i frati di Padova e Assisi a giovani, ragazze e ragazzi. Un’occasione per scoprire che riflessione e preghiera possono declinarsi anche con sano divertimento e allegria.
17 Giugno 2008 | di

Estate, tempo di divertimento ma anche occasione per ritemprare corpo e spirito attraverso un adeguato periodo di riposo e valide occasioni formative. Come quelle offerte dai frati conventuali di Padova e Assisi, che, in collaborazione con le suore elisabettine, propongono una vasta gamma di attività di animazione estiva per adolescenti e giovani, presso il Sacro convento. Ne abbiamo parlato con padre Simone Tenuti, uno degli organizzatori.

Msa. Padre Simone, da quanto tempo i frati offrono ai giovani queste settimane di formazione?

Padre Tenuti. Da molti anni, durante l’estate, i frati della Basilica di sant’Antonio organizzano settimane di spiritualità presso il Sacro convento assisano, in collaborazione con i frati della Basilica di san Francesco di Assisi. Come a dire: sant’Antonio e san Francesco lavorano insieme per gli adolescenti e i giovani...

Si tratta di campiscuola?

Non esattamente. Si differenziano dai campiscuola tradizionali soprattutto per il tipo di attività offerte. Mentre in un camposcuola parrocchiale, per esempio, la preghiera non occupa un posto centrale, nelle settimane formative di Assisi un ampio spazio è dedicato sia alla preghiera che alle celebrazioni eucaristiche o della Parola.

Come si articola la proposta?

Innanzitutto si rivolge sia ai ragazzi che alle ragazze: i primi sono ospitati in un’ala del Sacro convento, mentre le ragazze alloggiano presso vari istituti di suore presenti in Assisi. Per gli adolescenti l’offerta formativa, articolata in un periodo di tre settimane, verte attorno a un tema unico. Per i giovani, invece, sono tre le proposte: una «settimana di spiritualità» vera e propria; gli «esercizi spirituali per i giovani in ricerca vocazionale» e, in collaborazione con il Servizio nazionale pastorale giovanile dell’Ufficio liturgico della Conferenza episcopale italiana, una settimana ciclica triennale dal titolo «Giovani, arte e liturgia», quest’anno incentrata sul tema della celebrazione in movimento, ovvero sul «pellegrinaggio». Quest’ultima proposta si concretizza in vari laboratori: iconografia, linguaggio della musica e del canto, linguaggio delle immagini, della danza, dell’arredo di uno spazio liturgico, e linguaggio di Dio (particolarmente incen­trato sull’esegesi biblica); in ogni giornata sarà proposta una celebrazione diversa, il cui schema, struttura e animazione saranno ideati e curati dagli stessi giovani partecipanti.

Che cosa accade durante una settimana di spiritualità?

La settimana si articola attorno a cinque «strumenti formativi»: il pellegrinaggio, il lavoro di gruppo, la fraternità, il deserto e il sacramento della riconciliazione.

Il pellegrinaggio si concretizza in una «visita» ai luoghi francescani di Assisi. Un cammino difficile perché, nonostante il percorso sia breve, il caldo è opprimente: in questo modo i ragazzi sperimentano la fatica, una sensazione spesso nuova per loro, abituati come sono a vivere nelle comodità, ma fondamentale per comprendere che le cose importanti vanno guadagnate, che la fatica è spesso la porta che conduce a una reale dimensione spirituale.

Il secondo strumento, il lavoro di gruppo, si estrinseca per gli adolescenti in un’occasione di semplice riflessione inserita nella preghiera del mattino; per i giovani, durante le lodi e dopo aver ascoltato una relazione abbastanza lunga, in un momento di riflessione un po’ più impegnativo. Sono comunque occasioni arricchenti perché consentono di mettere a confronto sensibilità, esperienze, storie di vita differenti. I giovani si accorgono di condividere tutti, pur con diverse sfumature, gli stessi problemi.

Il terzo strumento (la fraternità) prevede invece un forte scambio relazionale: in genere il momento preposto è il dopo cena, quando c’è l’occasione per stare insieme in modo sano e divertente, cantando, recitando bans, mettendo in piedi scenette. Ma anche tra un’attività e l’altra, durante il giorno, ci possono essere dei momenti nei quali si sperimenta realmente una dimensione di fraternità.

Il penultimo giorno è, invece, dedicato al deserto (quarto strumento formativo). Questa esperienza, che ha luogo nella cappella di frate Elia all’interno del Sacro convento, si rivolge sia agli adolescenti (ai quali viene proposto di scrivere una ipotetica «lettera» a san Francesco) che ai giovani. Questo è un momento privilegiato per il colloquio con un frate o con una suora, che comunque si possono avvicinare anche in altre occasioni.

Pure il quinto strumento (il sacramento della riconciliazione) assume nel contesto assisano una dimensione nuova, perché spesso i giovani si riavvicinano a esso in modo nuovo, finalmente consapevole, profondamente «riconciliato».

Ogni anno gli incontri sono incentrati su un tema diverso. Quale sarà quello di quest’anno?

Il tema di quest’anno sarà «Beati voi... grande è la vostra ricompensa nei cieli», l’ultima delle Beatitudini («Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»). Questo concluderà il ciclo delle Beatitudini che ha caratterizzato le settimane di spiritualità dell’ultimo decennio.

Ma i giovani si annoiano?

Tutt’altro. Il giovane che decide di partecipare a una settimana di spiritualità è motivato, avverte interiormente il bisogno di trascorrere un periodo come questo. Gli adolescenti, invece, di solito sono in gruppo, accompagnati dai loro animatori; inizialmente si spaventano, ma dopo pochi giorni piangono al pensiero di tornare a casa.

Qual è il punto qualificante di questa esperienza?

Il punto forte sta nel giusto mix di riflessione, fraternità e celebrazioni. I luoghi assisani poi, di per sé belli, favoriscono il raccoglimento, aiutano a entrare in modo naturale in una dimensione di spiritualità. E inoltre il fatto che a queste settimane partecipino ragazzi provenienti da tutta Italia, aiuta a uscire dal «guscio» del gruppo chiuso. In definitiva, è un’esperienza che aiuta ad allargare gli orizzonti.

Dunque, l’invito è a partecipare?

Sì, ne vale proprio la pena. È un bel regalo che i giovani possono fare a se stessi e alla propria comunità di appartenenza.

Info


http://www.riparalamiacasa.it

http://www.cnpgv.it/08/giovani_indice.htm


Per le iscrizioni, fino a esaurimento posti, telefonare allo 075 819001, ore 9-12, 16-18, oppure mandare una e-mail a informazioni@cnpgv.it

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017