Una firma solidale: Caritas antoniana e 5 per mille

Nell’ultima Legge finanziaria è prevista la possibilità di destinare, nella prossima dichiarazione dei redditi, il 5 per mille dell’Irpef ad Onlus e associazioni benefiche. Un modo in più per i lettori di sostenere la nostra solidarietà.
19 Aprile 2006 | di

 Quest’anno i nostri lettori hanno una possibilità in più di sostenere la Caritas antoniana, da trent’anni il cuore della solidarietà del «Messaggero di sant’Antonio». Nell’ultima Legge finanziaria è prevista, infatti, la possibilità per il contribuente di destinare una quota, pari al 5 per mille dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) a sostegno di associazioni e fondazioni del terzo settore − operanti nei campi del volontariato, della promozione sociale, della ricerca scientifica e sanitaria e delle università – che si siano iscritte a un apposito elenco pubblicato dall’Agenzia delle entrate. Anche la Caritas antoniana è presente nell’elenco con il codice fiscale 00226500288 e la denominazione giuridica dei nostri frati: «Provincia Padovana dei Frati Minori Conventuali».

La formula del 5 per mille è stata introdotta in via sperimentale per l’anno finanziario 2006, e si applica al periodo di imposta 2005, quindi dalla prossima dichiarazione dei redditi. È una possibilità di aiutare il nostro impegno a favore dei poveri in modo facile, gratuito, concreto.
Chi può farlo
Tutti i contribuenti possono segnalare la propria preferenza, anche coloro che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi. C’è, come per l’8 per mille, un apposito spazio nei modelli Cud 2006, 730/1-bis redditi 2005 o Unico persone fisiche 2006.
 
Come si fa
Lo spazio destinato al 5 per mille nei modelli è diviso in quattro comparti. È consentita una sola scelta. La preferenza per la Caritas antoniana va sotto «Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni».
È sufficiente riportare il codice fiscale della Caritas antoniana, che è 00226500288 e firmare.
 
È gratuito
La firma non è obbligatoria, non comporta nessuna spesa, non modifica l’importo dell’Irpef dovuto: si tratta solo di una quota dell’imposta che lo Stato permette di destinare ad una Onlus.
 
Non interferisce con l’8 per mille
La destinazione del 5 per mille non è alternativa a quella dell’8 per mille. Il contribuente può esprimere la sua scelta per l’8 per mille come ha sempre fatto.
 
È un aiuto concreto
La vostra preferenza è per noi un grande segno di attenzione e di fiducia. Andrà ad aggiungersi alla vostra solidarietà consueta e ci permetterà di rispondere a molte richieste di aiuto che non riusciamo a soddisfare. Oggi la Caritas antoniana è presente con 155 progetti in 37 Paesi del mondo, attraverso realizzazioni mirate, soprattutto in favore dei bambini e delle famiglie, affidate a missionari laici e religiosi accuratamente selezionati. È doloroso, a volte, dover dire di no a persone che conosciamo da tempo, per progetti che sappiamo vitali per le popolazioni più deboli. Il 5 per mille, con il vostro aiuto, potrebbe fare la differenza. Un grazie fin d’ora ai lettori che con un semplice gesto vorranno sostenere la nostra solidarietà, in nome di sant’Antonio.      n
 
 
LA CARITAS IN BREVE
 
Uganda
L’organizzazione delle donne della parrocchia di Buyambi, nel distretto di Mubende (diocesi cattolica di Kiyinda Mityana) ha proposto alla Caritas antoniana un progetto di sviluppo che si basa sulla promozione dell’agricoltura e dell’allevamento nella loro comunità. L’esigenza primaria è quella di combattere la malnutrizione e la penuria di cibo. Quella secondaria è di uscire dall’agricoltura e dall’allevamento di sussistenza per assicurare un reddito minimo alle famiglie.
Si partirà da un piccolo nucleo di trenta donne, che riceveranno un’adeguata formazione.
Il progetto prevede l’acquisto di piante per orto, di 60 capre e 5 montoni. Fa parte del progetto anche il migliore sfruttamento delle vecchie piantagioni di banane.
La Caritas antoniana si accolla le spese di metà del progetto, donando 7 mila euro.
 
Repubblica democratica Congo
Padre André Murhabale, maestro dei postulanti francescani della Repubblica democratica del Congo, vive ogni giorno la triste situazione della popolazione del Kivu, una vasta regione da anni oppressa dalla guerra. Le ostilità hanno devastato i campi e le coltivazioni, mettendo in ginocchio intere famiglie. Nella loro parrocchia a Nyantende, a sud di Bukavu, i frati ricevono ogni sorta di richiesta di aiuto da parte dei giovani della casa di formazione, degli orfani, delle vedove e dei disabili.
Una possibile soluzione, per alleviare la povertà della gente, è quella di avviare un allevamento di polli e conigli: il ricavato andrà per l’acquisto di cibo e per le rette scolastiche per almeno cinque orfani.
Il preventivo per 50 galline ovaiole e 50 conigli e per la costruzione del pollaio e della conigliera ammonta a circa 3 mila euro, interamente finanziati dalla Caritas antoniana.
 
India
Fra Pascal Jaganraj, parroco della chiesa di St. Anthony a Uratchikottai, (diocesi di Ootacamund), nello stato del Tamil Nadu, chiede a Caritas antoniana la costruzione di una sala polivalente, da cui far partire iniziative di autosviluppo. «Qui la gente è molto povera – spiega fra Pascal –. Dobbiamo aiutarli in tutto: istruzione dei figli, cure mediche, casa, vestiti, lavoro». Una situazione insostenibile per una parrocchia a sua volta molto povera. La nota positiva è che in questi anni la Chiesa è riuscita a garantire almeno un’istruzione alle giovani generazioni e oggi è possibile pensare più in grande. «I loro genitori lavorano come sguatteri solo in cambio di cibo − afferma fra Pascal −. Loro si aspettano qualcosa di più dalla vita. Vogliono lavorare e guadagnare. È ora di pensare a progetti per creare microimprese». Ma hanno bisogno di una base «operativa»: un salone polivalente in cui organizzare corsi e attività. «Come edificio comunitario abbiamo solo la chiesa, ormai vecchia e fatiscente. Un salone sarebbe una risorsa comunitaria importantissima, anche in caso di alluvioni, qui ricorrenti, per dare un primo soccorso alle persone».
Il costo del progetto è di 5 mila euro.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017