Un messale festivo per l'anno 2007

Mancava, nell’editoria liturgica, uno strumento semplice che aiutasse i fedeli a partecipare consapevolmente all’eucaristia. Hanno colmato la lacuna le Edizioni Messaggero Padova e la Elledici con un messale di nuova concezione.
23 Novembre 2006 | di

Le Edizioni Messaggero Padova (Emp) e la Elledici di Torino hanno pubblicato insieme, in questi giorni, un messale festivo di nuova concezione, realizzato dal Centro evangelizzazione e catechesi «Don Bosco» di Rivoli, Torino. Ne abbiamo parlato con don Franco Ferrero, direttore editoriale della Elledici e con Massimo Maggio, direttore dell’Emp.
«I messali per i fedeli (festivi o quotidiani) ci sono sempre stati – ci ha detto don Ferrero –. Sono una copia esatta del messale che i sacerdoti usano per la celebrazione eucaristica e contengono le preghiere della messa e i brani biblici che in essa vengono letti. Spesso sono arricchiti da commenti, sia alle singole domeniche che alle letture per aiutarne la comprensione, e da altri elementi, come le preghiere dei fedeli. Sono strumenti che aiutano le persone a partecipare alle celebrazioni eucaristiche. Una volta, preghiere e letture erano immutabili nel corso degli anni e i messalini si cambiavano solo quando erano rovinati dall’uso. Si è andati avanti così per molto tempo.
«Quando, però, la riforma ha scandito i tempi liturgici feriali in due cicli e quelli festivi in tre (ciclo A, B, C), le cose si sono complicate, perché le letture cambiano inevitabilmente ogni anno. Così si è dovuto ricorrere a foglietti volanti che i fedeli trovano nei giorni di festa sui banchi delle chiese e che possono anche portare a casa. Si è ricorso poi anche ai messali quotidiani per i fedeli, pubblicati mensilmente: ogni mese esce un librettino che raccoglie tutte le messe del periodo, ed è acquistabile per abbonamento o nelle librerie.
«Mancava ancora, nell’editoria liturgica italiana (all’estero già c’era), un messale per le domeniche e le feste, facile e pratico, che riportasse le messe del giorno senza riferimenti espliciti ai cicli liturgici, del tipo: ventottesima domenica tempo ordinario C, termini chiarissimi per i liturgisti, ma misteriosi e indecifrabili per molti fedeli».

E allora, come avete colmato tale lacuna?

Creando un messale affrancato sia dal ritmo dell’anno liturgico – il quale inizia con l’Avvento ed è legato nel suo svolgersi alla Pasqua, che è una festa «mobile» – sia da una terminologia un po’ criptica, e legato invece alle date dell’anno civile. In pratica, esso riporta tutti i testi liturgici delle domeniche e delle feste di un anno, a partire dal primo gennaio fino al 31 dicembre.

Ma poiché nell’anno successivo le letture cambieranno, questo messale non sarà più utilizzabile? Si può dire, quindi, che è un libro «usa e getta»?

Sì. Ma esso ha dalla sua un costo molto contenuto, solo 6 euro per 576 pagine, che sono meno di quanto si spende per acquistare annualmente i foglietti posti sui banchi delle chiese.

A chi è destinato?

Alle comunità parrocchiali, ai gruppi liturgici e di preghiera e, naturalmente, ai singoli fedeli. Si tratta di uno strumento pensato per aiutarli a partecipare attivamente alla liturgia, servendosi anche delle accurate introduzioni alle singole feste e dei brevi commenti che precedono le letture. L’eucaristia domenicale e l’anno liturgico sono il grande atto catechistico della Chiesa, l’incontro della comunità con la Parola di Dio, con l’eucaristia, memoria del nostro Signore.

La tiratura?

Per ora, 20 mila copie; se sarà necessario, faremo delle ristampe. In seguito, l’ideale sarebbe poter raggiungere le 100 mila copie: questo ci consentirebbe un ulteriore abbassamento del prezzo.

Questa iniziativa – chiediamo a Massimo Maggio – segna, da parte delle Edizioni Messaggero, un’importante ripresa del settore liturgico?

Il Messaggero ha alle spalle una lunga tradizione di presenza nel settore dell’editoria liturgica, sia con libri di approfondimento che con sussidi per le varie celebrazioni. E proprio un Messalino festivo è stato uno dei nostri maggiori successi editoriali.

Perché una co-edizione?

Collaborare è ormai una necessità e lo sarà ancora di più in seguito: è il solo modo per assicurare agli editori cattolici non solo la sopravvivenza, ma anche lo sviluppo. Ci rivolgiamo tutti allo stesso pubblico che, a causa della secolarizzazione, sta diminuendo di numero. La concorrenza allora può essere fatale. Tanto più che non lavoriamo per scopo di lucro, ma per diffondere nel mondo il messaggio del Vangelo.         

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017