Tutta l’Apocalisse in un piccolo paese

Una mostra eccellente sull’Ultima rivelazione allestita in un borgo della Carnia. Prossima tappa in Vaticano.
19 Giugno 2007 | di

«Giovanni si è fermato a Illegio», si potrebbe dire parafrasando Carlo Levi. Perché se sulla piccola isola di Patmos, nel mar Egeo, Giovanni, l’autore dell’Apocalisse, ebbe le grandiose visioni, nell’arroccato borgo montano sopra Tolmezzo si trovano esposte, fino a settembre, le migliori rappresentazioni artistiche dell’Ultima Rivelazione.

A Illegio non si giunge per caso. Si svolta a Tolmezzo (provincia di Udine) per una stradina che si inerpica su per i verdi prati della Carnia, finché si arriva al piccolo centro, a oltre seicento metri sul livello del mare. Un frammento di mondo posato sulle montagne, un lembo di terra vicino al cielo. Un paesino con quattrocento anime e un’eccezionale memoria del passato. Recenti scavi archeologici hanno consentito di trovare il sito di una chiesa paleocristiana, una fortificazione longobarda e una piccola chiesa carolingia. E gli abitanti di Illegio sono vegliati da san Floriano, la cui Pieve ottocentesca si erge, bianca e serafica, sopra il paese. «La nostra Pieve – dice la signora Dolores Iob – dischiude un orizzonte dell’anima. Il 4 maggio percorriamo a piedi il sentiero che dal paese conduce a San Floriano, recitando le invocazioni in latino, in un mare di ranuncoli gialli: il suolo fiorito del paradiso. Alla fine sbuca la Pieve bianchissima, come la Gerusalemme celeste».

Si conservano come un prezioso tesoro tradizioni, usi, costumi, lingua. I canti che si fanno in chiesa, per esempio, sono di origine antichissima e ancora oggi si prega in latino. È tuttora attivo un mulino e i manufatti tessili, dalla raffinatezza d’altri tempi, che si confezionano nel laboratorio del paese, sono così belli da essere esportati nelle Fiandre. Un paese isolato, soprattutto in inverno, dal quale è facile che i giovani debbano andar via per cercar lavoro altrove.

Ebbene, proprio in questo angolo della Carnia, sette anni fa, per valorizzare il suo patrimonio e farlo conoscere, la gente si è mobilitata e, guidata da due sacerdoti, Alessio Geretti e Angelo Zanello, ha dato origine a mostre d’arte su temi legati al sacro, capaci di attirare fin quassù ogni anno un numero sempre maggiore di turisti.

Dato che anche la bellezza è un mezzo per accrescere la fede e visto il successo delle precedenti edizioni su San Floriano e sull’Eucaristia, il Comitato organizzatore ha proseguito con maggior convinzione e vigore.

Così si è dimostrato che anche nei piccoli centri si possono fare grandi cose. E, aspetto ancor più importante, con la partecipazione di tutti, mettendo in campo entusiasmo e accoglienza. Per quest’edizione il Comitato di San Floriano di Illegio ha radunato un centinaio di capolavori sul testo difficile e stupendo dell’Apocalisse di Giovanni.

Per un anno intero il paese si è appassionato, studiando questo libro − rivolto sul finire del I secolo in primis alle sette chiese d’Asia − e ora che le opere sono arrivate dagli Stati Uniti, dalla Russia, dai Musei Vaticani, da Parigi, da Madrid, sono i ragazzi e le ragazze di Illegio a fare da guida ai visitatori. Sono loro a spiegare simbologia e significati dell’Apocalisse e le tecniche adottate dai pittori: da Pedro Berruguete a Jacopo da Bassano, da Dürer a El Greco.


Mostra aperta tutta l’estate

La mostra «Apocalisse. L’Ultima rivelazione», inaugurata nell’aprile scorso dal Segretario di Stato del Papa, il cardinale Tarcisio Bertone, sarà visitabile a Illegio fino al 30 settembre prossimo. In ottobre poi andrà in Vaticano.

«La ricerca delle opere – dice don Alessio Geretti – ha tenuto conto dell’iconografia generale dell’Apocalisse e della necessità di illustrare integralmente il testo attraverso le immagini: il Giudizio universale, Michele arcangelo con Satana, ma anche la donna vestita di sole… Abbiamo cercato di portare le opere che hanno fatto la storia dell’Apocalisse, come per esempio il ciclo di incisioni di Abrecht Dürer, un capolavoro eseguito per un libro nel 1498, in un momento di grande attesa apocalittica». Un ciclo completo sono anche le ventidue litografie sull’Apocalisse di Giorgio De Chirico.

La mostra è davvero sorprendente per la qualità delle opere esposte. Si comincia con una sala dedicata alle icone, tra le quali spicca il Salvatore in trono della Bottega di Novgorod che arriva da Mosca. Il Giudizio universale di Ruprecht Fuetrer, del 1460, arriva dall’Abbazia di San Floriano in Austria. «Siamo sulle rive del Danubio – spiega ancora don Alessio Geretti –, il paesaggio del quadro ha una somiglianza con le “cose di quaggiù”: la verdeggiante distesa che sta sotto i beati e l’area pietrosa dei dannati fa riferimento alla ripartizione delle due schiere del vangelo di Matteo. Preminente qui è la figura del Giudice misericordioso con le piaghe aperte sul costato, le insegne della sua passione. È un giudice che si compiace di perdonare e non di condannare e ha due avvocati che sono due «difensori»: la vergine Maria che intercede per i battezzati e Giovanni Battista che intercede per tutti i non battezzati, ricordandoci così che anche i non cristiani si possono salvare, purché siano giusti davanti a Dio. In seguito, soprattutto in ambiente protestante, nella storia dell’arte diventerà sempre meno importante la figura di Gesù e più sviluppato il tema dei dannati e dei beati».

Numerose le rappresentazioni di Giovanni nell’isola di Patmos. Come quella di Pedro Berruguete, un’opera del 1499 commissionata dalla regina Isabella di Castiglia per il suo legame personale con Giovanni, essendo stata incoronata regina il 27 dicembre (giorno in cui si ricorda il santo evangelista). Il Berruguete lavorava alla maniera dei fiamminghi e dipinse un Giovanni in ascolto. Sempre spagnolo, ma di un periodo successivo, è il monumentale San Giovanni a Patmos di Alonso Cano: esalta la potenza della luce alla maniera del tenebrismo spagnolo, in un periodo tra il Cinque e il Seicento molto tormentato in Europa. Un altro San Giovanni molto bello è quello attribuito a Francisco de Zurbaràn proveniente da Cracovia.

Un capolavoro di genio assoluto è l’Immacolata Concezione di El Greco che arriva da Toledo. Ha a che fare con l’iconografia della Immacolata concezione e della Assunzione allo stesso tempo, e con l’iconografia del dodicesimo capitolo dell’Apocalisse, con la donna vestita di sole, coronata di stelle e con la luna sotto i piedi. L’opera di El Greco ha alcune licenze poetiche: la luna e il sole in basso e una serie di titoli attribuiti alla Vergine resi attraverso simboli. L’evanescenza dei corpi è tipica di El Greco che è anche un grande mistico.

Herri Met de Bles espone La discesa agli inferi, un’opera affascinante e misteriosa, esposta una sola volta prima d’ora. Il nostro mondo si dissolve tra le fiamme e le anime irrompono nel Regno dei morti. Cristo viene accolto in una costruzione che sembra una fortezza.

Insomma, dalla Casa delle Esposizioni di Illegio si esce ammirati e accresciuti. È un messaggio positivo quello con il quale ci si congeda dalla mostra sull’Apocalisse: non un inquietante annuncio di fine incombente, piuttosto un messaggio di speranza: l’immenso e perfido drago a sette teste, che vorrebbe la rovina universale, è stato sconfitto dall’Agnello di Dio. «Senza dubbio positivo – afferma don Alessio – sia perché ammiriamo le meraviglie della Gerusalemme celeste in opere che tolgono il respiro, ma anche perché tutto il percorso dell’Apocalisse ci fa sapere che mentre va avanti questa storia di male che attraversa la storia del mondo c’è una storia del bene che è diffusissima.

Alla fine l’esito del male sarà la rovina e il fallimento completo, mentre il bene trionferà in eterno».

Si sa già che il tema della prossima mostra sarà la Genesi. Ed ecco che già tutta Illegio si appresta a cimentarsi con essa.    


notes

Iniziative collaterali

È proprio il caso di dire che cultura e fede si sono incontrati in questo piccolo paese alpino. La mostra è una complessa operazione di catechesi corale, ma accanto a essa vi sono molte iniziative collaterali: conferenze, incontri, concerti.

Diamo qui di seguito conto di alcuni appuntamenti previsti per i prossimi mesi estivi. Quinto sigillo: mercoledì 11 luglio, a Illegio, ore 20,30 (Teatro tenda), Dialogo sull’epilogo: colloquio a tre voci ispirato agli interrogativi che l’Apocalisse suscita con Umberto Galimberti, filosofo; Benedetto Carucci Viterbi, rabbino romano e il biblista monsignor Rinaldo Fabris.

Sesto sigillo: sabato 14 luglio, a Tolmezzo (Duomo) ore 20,30, l’Orchestra sinfonica del Friuli e il Coro del «Teatro Verdi» eseguiranno la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.

Settimo sigillo: Vedo Satana cadere come folgore, incontro con il filosofo René Girard, uno dei massimi pensatori del nostro tempo, domenica 16 settembre, ore 16,30 a Illegio, Teatro tenda.


notes

info. Apocalisse. L’ultima rivelazione

Illegio, Casa delle Esposizioni, fino al 30 settembre 2007.

Info: 0433 44445 o www.illegio.it



Mostre


ORI DEI CAVALIERI

Gli ori dei cavalieri delle steppe provenienti dalle collezioni dei musei dell’Ucraina sono arrivate a Trento al castello del Buonconsiglio. Oltre 350 tesori realizzati dai maestri delle steppe o dagli abili orafi greci.

TRENTO, Castello del Buonconsiglio fino al 4 novembre 2007.

Info: tel. 0461 492804 o www.buonconsiglio.it


RAFFIGURARE IL TEMPO

Le icone dei mesi nella tradizione russa esposte alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza per la quarta mostra del programma Oriente-Occidente. Si tratta di icone-calendario con santi e feste liturgiche delle quali si fa memoria all’interno dell’anno.

VICENZA, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari fino al 19 agosto 2007.

Info: tel. 800 578875 o www.palazzomontanari.com


SOVRANE FRAGILITÀ

La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, sorprendente non solo per i Canaletto o i Matisse ma anche per l’architettura della sua sede, il Lingotto, ospita fragilissime e diverse porcellane provenienti dalle fabbriche reali di Capodimonte e di Napoli.

TORINO, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli fino al 26 agosto 2007.

Info: tel. 011 0062713 o www.pinacoteca-agnelli.it


A NAPOLI CARAVAGGIO

Dopo un restauro è stata aperta la Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano che ospiterà in maniera permanente il Martirio di sant’Orsola, capolavoro dell’ultima stagione di Caravaggio. Sono inoltre esposte una serie di vedute sette e ottocentesce della città partenopea.

NAPOLI, Palazzo Zevallos Stigliano, via Toledo, 185.

Info: tel. 0080016052007 o www.palazzozevallos.com

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017