Tre milioni di passi con sant'Antonio

Svelato il calendario delle 92 tappe che, dal 30 giugno al 9 ottobre, dalla Sicilia a Padova, porteranno la staffetta antoniana a seguire le orme del cammino percorso da frate Antonio 800 anni fa.
12 Giugno 2022 | di

«Prepara il cammino della tua mente all’amore del prossimo», suggeriva sant’Antonio nei suoi Sermoni (Domenica IX dopo Pentecoste, II, 12). E, allora, preparatevi a indossare zaino e scarpe adatte e a mettere un passo dietro all’altro, uno alla volta. Prendete una mappa dell’Italia e fissate la partenza nella siciliana penisola di Capo Milazzo, luogo di approdo nel 1220 di frate Antonio da Lisbona naufrago. Orientate il senso di marcia direzione Padova, Basilica del Santo, meta naturale del camminare con Antonio e sulle sue orme. Servono tre milioni di passi per giungere a destinazione, o forse qualcosa di più. Tanti, per una persona sola. Ma insieme, a staffetta, in un cammino di fraternità, sì, si può fare. E si farà, dal 30 giugno al 9 ottobre, 103 giorni di impegno per 92 tappe di cammino, oltre 1.800 chilometri di passi per attraversare il territorio di 9 regioni e 42 diocesi… E finché si tratta di contare metri, distanze, ore e giorni di cammino, siamo ancora nella comfort zone della prevedibilità. Ma quanti volti si incontreranno, quante storie, persone, suppliche e preghiere, lacrime e sorrisi… Affascinante e imponderabile!

Pellegrini insieme

Il cammino a piedi lungo le strade percorse da sant’Antonio è la più evocativa delle iniziative curate dal progetto «Antonio 20-22», voluto dalla famiglia antoniana che ruota attorno alla Basilica del Santo per valorizzare gli 800 anni di vocazione francescana di Antonio (1220), l’arrivo in Italia e il primo incontro con san Francesco (1221), il suo svelamento con la predica di Forlì (1222). Fra Roberto Brandinelli, ministro provinciale della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, così ne parla: «Abbiamo scelto di celebrare queste ricorrenze con diversi eventi che hanno il loro fulcro nell’itineranza povera a piedi, a staffetta, con un piccolo gruppo di pellegrini cui altri, liberamente e senza necessità di alcuna iscrizione, si aggregano di giorno in giorno alla partenza, affiancandosi lungo il percorso o facendosi presenti all’arrivo per pregare insieme alla comunità ospitante. Una benedizione continua e reciproca, lungo le strade percorse otto secoli fa dal nostro ispiratore».

Una modalità già «rodata» nel corso del 2021, quando «Antonio 20-22» ha camminato, in agosto, da Montepaolo (FC) a Rimini e, in autunno, da Gemona del Friuli (UD) a Padova. «Le 16 tappe a piedi dell’anno scorso – conferma fra Brandinelli – ci hanno mostrato quanto feconda ed evocativa possa essere questa semplice formula. Non va trascurato, poi, un fatto: con noi, in uno speciale zaino porta reliquiario, “cammina” una reliquia ex ossibus di sant’Antonio, affidata di volta in volta alla comunità cristiana ospitante fino alla ripartenza successiva». L’intreccio con il cammino sinodale avviato dalla Chiesa negli ultimi mesi è a portata di mano, come sottolinea fra Roberto Brandinelli: «La nostra iniziativa non è nata per sovrapporsi all’immagine del sinodo (syn-odos, stessa strada), ma, provvidenzialmente, è quanto succede, perché “Antonio 20-22” rende plastico l’essere “insieme sulla stessa strada”, santi e peccatori, cercatori di Dio e cercatori di senso, espressione di quella “Chiesa in uscita” che siamo chiamati a incarnare a partire dal nostro carisma». E, non a caso, il progetto conta sul patrocinio dell’intera famiglia francescana d’Italia (frati conventuali, cappuccini, minori, Tor; clarisse delle diverse federazioni; suore francescane; laici francescani dell’Ofs).

Un’Italia minore

Da tempo si parlava di questo «evento di eventi» Capo Milazzo-Padova, più volte rimandato causa covid. Ora ci siamo. A fine maggio sono state presentate ufficialmente le 92 sedi di tappa di un cammino che, superato lo Stretto di Messina, nel Sud Italia segue, per quanto possibile, il tracciato dell’antica via Popilia, ieri come pure oggi (corrisponde all’incirca alla Salerno-Reggio Calabria) la più frequentata strada per risalire lo Stivale. Anche Antonio, diretto al Capitolo delle stuoie del giugno 1221 convocato da Francesco ad Assisi, verosimilmente deve averla percorsa fino a Capua, per poi godere dell’ospitalità offerta ai pellegrini dalle abbazie benedettine laziali fino alla Valle Reatina, e quindi ad Assisi. Da qualche anno, per rendere percorribile da chiunque questo «primo cammino» di frate Antonio, è attivo un gruppo di volontari che dalla Sicilia all’Umbria lo stanno individuando e tracciando, «ma il percorso che cammineremo quest’estate in occasione dell’ottocentenario è per lo più svincolato da quel costruendo tracciato – spiega fra Paolo Floretta, coordinatore di “Antonio 20-22” –, anche perché risponde a esigenze diverse».

Al momento, il «Cammino di sant’Antonio» ufficiale e registrato nell’Atlante digitale dei cammini d’Italia del MiBACT è il Camposampiero-La Verna, descritto nella Guida al Cammino di sant’Antonio. 430 chilometri a piedi da Padova a La Verna, Edizioni Messaggero-Terre di mezzo (Padova-Roma 2018), al quale vanno aggiunti i tratti sud fino a Cassino e a nord fino a Gemona del Friuli. Scorrendo le 92 tappe – si veda il sito ufficiale www.antonio2022.org per l’elenco completo e per ogni info dettagliata – si nota che pressoché l’intero percorso incontra un’Italia «minore». Due soli capoluoghi regionali (Reggio Calabria e Bologna), poche città (Messina, Vibo Valentia, Cosenza, Salerno, Caserta, Rieti, Terni, Spoleto, Forlì, Ferrara, Rovigo), e poi tanti paesi e frazioni, eremi e romitori. Menzione particolare per Forlì, dove la staffetta arriverà domenica 25 settembre per fare memoria di quella famosa predica che negli stessi giorni di 800 anni prima un (ancora per poco) sconosciuto eremita portoghese fu chiamato a tenere nella Cattedrale... «L’intero calendario di cammino – precisa il coordinatore di “Antonio 20-22” – è stato appositamente costruito attorno alla data di Forlì, che segna l’inizio della predicazione itinerante di frate Antonio». Uno speciale programma di eventi religiosi e culturali costruito insieme alla diocesi locale animerà la seconda metà di settembre del capoluogo romagnolo, fino alla festa di san Francesco del 4 ottobre.

Santo dell’inquietudine

Questo formidabile terzetto d’anni della biografia del Santo ha ispirato per l’occasione anche una preghiera speciale. «Santo degli imprevedibili sentieri di vita e di fede, accompagna i nostri dubbi, incoraggia le nostre domande, alimenta il nostro cercare e bussare» recita la preghiera composta da fra Paolo Floretta. Antonio è caratterizzato come «pellegrino per vocazione», «Santo dell’inquietudine», «Santo aperto al vento divino», da invocare per ottenere «la grazia di accogliere la vita che ci è stata donata per donarla a Dio, alle sorelle e ai fratelli». «Mi è stata di sprone – ha spiegato fra Paolo – la lettera inviata da papa Francesco al nostro ministro generale, fra Carlos Trovarelli, all’inizio del triennio, nella quale il Santo Padre auspicava che la ricorrenza della vocazione francescana di sant’Antonio suscitasse “il desiderio di sperimentare la stessa santa inquietudine che lo condusse sulle strade del mondo per testimoniare, con la parola e le opere, l’amore di Dio”. Con questa inquietudine non solo sana, ma addirittura “santa”, vogliamo rimetterci in cammino sulle orme di Antonio, esponendoci al rischio evangelico dell’incontro e dell’imprevisto». 


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Data di aggiornamento: 13 Giugno 2022

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