Testimoni di Juan Gerardi

Il vescovo ausiliario dell’Arcidiocesi di Guatemala era stato assassinato da quattro giorni quando i sostenitori della Caritas antoniana finanziavano un progetto di sviluppo direttamente ispirato al suo impegno pastorale.
06 Ottobre 2001 | di

La voce di monsignor Juan Gerardi Conedera, vescovo ausiliario dell`€™Arcidiocesi di Guatemala e fondatore dell`€™Ufficio diritti umani, riempiva la cattedrale metropolitana quel 24 aprile del 1998. Mancavano due giorni al suo martirio. "Vogliamo contribuire alla costruzione di un Paese diverso. Per questo recuperiamo la memoria del nostro popolo". Con queste parole consegnava alla sua gente il Progetto Remhi (Recuperacià³n de la memoria historica), il più dettagliato documento sulle torture, le sparizioni, le esecuzioni sommarie avvenute in Guatemala in 36 anni di guerra civile. Un atto d`€™accusa per le dittature e l`€™esercito, con tanto di nomi e cognomi, raccolti in tre anni attraverso migliaia di interviste agli oppressi.

Finalmente la verità  travalicava l`€™indifferenza, il silenzio, la paura e diventava un balsamo per l`€™anima offesa, il lievito per un nuovo Guatemala. "Non c`€™è pace senza verità ", soleva dire il monsignore, conscio che il persistere della violenza in Guatemala, nonostante gli accordi di pace del 1996, era il sintomo di un Paese malato d`€™ingiustizia. "Guatemala nunca mas", Guatemala mai più, diventò il motto del riscatto del Paese, mentre venivano portate alla luce le fosse comuni del periodo della dittatura.

Il vescovo aveva alle spalle anni di resistenza accanto al popolo indio, aveva vissuto i momenti più duri della repressione, un esilio e un mancato attentato, eppure quel giorno nella cattedrale scandiva parole nette come lame, ben sapendo che potevano diventare la sua condanna: "Questo cammino è stato ed è pieno di rischi `€“ disse `€“, ma la costruzione del regno di Dio ha rischi e solo coloro che lo costruiscono hanno la forza di affrontarli".

Il 26 aprile venne ucciso nel garage della sua abitazione. Il capo atrocemente sfigurato da un corpo pesante. Tentativo inutile di cancellare con la brutalità  l`€™impegno, la verità , l`€™amore.

Solo quattro giorni dopo, la Caritas antoniana accettò di finanziare un progetto di educazione alla pace e di sviluppo, coordinato dall`€™Ufficio di pastorale sociale dell`€™Arcidiocesi di Guatemala. L`€™arcidiocesi di Juan Gerardi. A fare da intermediario fu una Ong, il Progetto Continenti, che aveva già  lavorato in quella zona anni prima. I lavori sarebbero durati due anni, dal settembre del 1998 al dicembre del 2000.

Nel luglio scorso ci è arrivato il resoconto finale. Un successo, nonostante lo shock provocato dalla morte di monsignor Gerardi e, nell`€™ottobre del `€™98, dalle devastazioni dell`€™uragano Mitch.

Il progetto riguarda vaste zone rurali del dipartimento di Santa Rosa e di Guatemala, in gran parte abitate da popolazioni indigene di origine maya. È stato possibile grazie a un impegno eccezionale dei sostenitori della Caritas antoniana e dei lettori del "Messaggero", che hanno donato 190 milioni di lire in due anni.

Tre le linee operative: l`€™educazione alla pace, lo sviluppo comunitario e l`€™autogestione economica.

Non c`€™è sviluppo senza pace

"Educare alla pace `€“ afferma Cinzia Landi, nostro referente del Progetto Continenti `€“ è stato il perno del progetto e il primo insegnamento di monsignor Gerardi. Il Guatemala è un Paese in cui a tutt`€™oggi non c`€™è certezza del diritto e la violenza è dilagante. Spiegare alla gente l`€™importanza della pace, l`€™esistenza di accordi di pace e di diritti umani da far rispettare e soprattutto la possibilità  di partecipare attivamente alla democrazia è il primo passo del cambiamento". L`€™Ufficio di pastorale sociale ha sviluppato il programma tramite diverse iniziative. Innanzitutto realizzando due inchieste popolari su questi temi con 127mila interviste in tutto il Paese. "Era un modo per stimolare la coscienza civile" `€“ spiega Landi. Ugualmente importanti sono stati i corsi, le campagne di sensibilizzazione, le azioni di valorizzazione della multiculturalità  e la formazione di operatori per la reintegrazione dei bambini di strada.

Eccezionali i risultati, che continuano con un effetto domino perché la conoscenza, secondo le regole del mutuo aiuto, viene trasmessa agli altri. Un dato per tutti: circa 4400 persone hanno partecipato ai vari corsi; la presa di coscienza e la formazione di operatori hanno fatto sorgere molti gruppi comunitari popolari e gruppi di operatori sociali. Uno dei primi concreti risultati è stata la reintegrazione sociale di 101 bambini abbandonati, maltrattati o vittime di abusi sessuali.

Creare le comunità 

Il secondo obiettivo del progetto, lo sviluppo comunitario, è stato realizzato nella comunità  rurale di El Obraje nel dipartimento di Santa Rosa ed è avvenuto tramite l`€™introduzione dell`€™acqua potabile. "Far arrivare un bene prezioso come l`€™acqua `€“ commenta Cinzia Landi `€“ aveva un doppio significato; uno sociale: la comunità  doveva impegnarsi a gestirlo per il bene di tutti attivando tutte le risorse di partecipazione; e uno pratico: conoscenza della costruzione e della manutenzione di un sistema di acqua potabile, capacità  di migliorare le condizioni igienico-sanitarie della comunità ". Grazie a questa parte del progetto, 124 famiglie poverissime, hanno ottenuto l`€™accesso all`€™acqua.

Piccoli imprenditori e microcredito

La terza parte del progetto, ancora in divenire, è la più lenta ma, alla lunga, la più proficua. Si tratta di aiutare l`€™avviamento e l`€™autogestione di piccole attività  produttive o commerciali, finanziate dal microcredito. Piccoli "imprenditori", spesso donne, prima frequentano un corso di formazione, poi, con l`€™aiuto di un ufficio tecnico nato a questo scopo in seno all`€™arcivescovato, pianificano l`€™attività  e passano alla realizzazione. Un fondo rotativo, messo a disposizione dal Progetto Continenti, assicura i finanziamenti necessari all`€™avviamento. "Si è constatato `€“ spiega Cinzia Landi `€“ che, in zona rurale, una piccola impresa ci impiega dai due ai cinque anni per consolidarsi. I beneficiari stanno recependo il funzionamento dei fondi rotativi e pagano regolarmente la rata del prestito. Con orgoglio ti mostrano i negozietti lindi e i conti in ordine". Sono già  sorte le prime imprese: piccoli negozi comunitari, attività  di allevamento e pesca, artigianato, conservazione dei cibi. Siamo agli inizi ma già  si sta delineando una struttura locale di appoggio alla microimpresa che renderà  nel tempo.

Dalla conoscenza dei diritti al recupero della dignità , dalla formazione umana e professionale al lavoro, dalla violenza della dittatura alla democrazia partecipata. In queste linee di azione c`€™è tutto l`€™impegno di monsignor Gerardi, il suo sogno di incarnare una Chiesa che cammina con il suo popolo, il valore del suo martirio. "Mai come questa volta, `€“ afferma padre Luciano Massarotto, segretario della Caritas antoniana `€“ accettare un progetto ha avuto un senso così profondo. Era come se monsignor Gerardi, quattro giorni dopo la sua morte, ci chiedesse di fare la nostra parte. Un`€™occasione unica di vivere il Vangelo".

IL PROGETTO IN DETTAGLIO

Finanziamento Caritas antoniana: 190 milioni di lire - Durata: due anni

Attività :

1) Educazione alla pace attraverso: * Corsi di formazione su diritti umani, democrazia e riconciliazione seguiti da 1520 persone. * Campagna di diffusione popolare degli accordi di pace attraverso manifestazioni, trasmissioni radiofoniche e televisive, conferenze e seminari. Raggiunte circa 600 mila persone. * Azioni pilota di valorizzazione della multiculturalità . Coinvolte 300 persone. * Formazione operatori bambini di strada. Coinvolte 1180 persone.

2) Sviluppo comunitario attraverso: Introduzione di un sistema di acqua potabile nel municipio di El Obraje. 54 tra incontri di formazione, incontri di verifica e riunioni tecniche. Accesso all`€™acqua per 124 famiglie. 14 persone hanno ricevuto una formazione tecnica per amministrare l`€™uso dell`€™acqua.

3) Autogestione economica attraverso: * Corsi di formazione per piccoli imprenditori (fondi rotativi, credito bancario ecc). * Accompagnamento al credito. Monitoraggio della loro attività  * Seminari di interscambio in Nicaragua * Identificazione di attività  economiche alternative e studi di fattibilità . * 38 incontri tecnico-formativi e riunioni con le 9 comunità  beneficiarie del progetto, 201 persone in tutto.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017