Stress da riposo?

Al riposo ci si educa. Ed è fondamentale che a farlo siano buoni maestri. Come genitori capaci di coltivare appartenenze amicali oltre che familiari. O la Chiesa, che anche per le vacanze sa offrire occasioni di crescita e condivisione.
26 Giugno 2013 | di

Iniziano le vacanze: questo titolo vi sembrerà male augurante! Ovviamente nella scelta non c’è intenzione più lontana da me. Con queste mie riflessioni voglio semplicemente aiutarvi a osservare la realtà che ci circonda e imparare a valutarla. Per viverla bene e gustarla. Perché per questo Gesù è venuto («sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» Gv 10,10), come ci ricordiamo sempre.
Dunque proiettiamoci già a fine agosto e immaginiamo di guardarci intorno, al rien­tro dalle vacanze. «Traffico da bollino nero» strillano giornali e telegiornali. «Non ne potevo più, avevo quasi voglia di tornare al lavoro!» azzarda più d’uno… Non è raro che, una volta tornati a casa, per riprendersi, ci sia bisogno di uno spazio di riposo dal riposo!
 
Alla base di questo rischio c’è un fraintendimento su cosa sia il divertimento. Non ogni divertimento è fonte di riposo: chi lo può negare? E non è solo problema di età. Si sa, infatti, che i giovani sono voracissimi di divertimento. Hanno anche riserve di energie rinnovabili molto più grandi degli adulti, per non parlare degli anziani.
Certo: c’è un tempo per divertirsi – soprattutto di notte, facendo sistematicamente l’alba – e un tempo per andare a letto con le galline; c’è un tempo per divorare chilometri e un tempo per sedersi al fresco in pineta con un bel libro; c’è un tempo per sfrecciare su moto veloci e assordanti e un tempo per passeggiare, nelle ore più fresche, sul lungomare…
Ma non è solo questione di età o di gusti. Non è solo questione di curva delle energie o di bioritmi. Perché ci sono, per esempio, giovani che «riposano» in campi di lavoro con i missionari in Africa o in Amazzonia, o andando a piedi a Santiago, o ripulendo gratis boschi e torrenti… Così come ci sono persone della mia età che non rinunciano alla lampada abbronzante per prepararsi a sfilare sulle spiagge senza sfigurare troppo con i nipoti.
 
Al riposo come agli affetti e al lavoro ci si educa, non si nasce già «imparati». Ed è fondamentale, anche in questo campo, chi sono i nostri maestri. Guardando i miei nipoti o i figli di amici, mi è capitato spesso di osservare come sia frequente che i gusti e le passioni dei genitori passino ai figli: da quella del camminare in montagna a quella della buona musica, perfino la musica classica; da quella del campeggio piuttosto che dell’albergo a quella di un buon film, a quella della squadra di calcio…
Certo oggi i genitori devono competere con le sirene dei mass-media che, quanto a imporre modelli, sono quasi imbattibili. Eppure alla lunga la vita in osmosi con adulti che coltivano passioni sane e sani ideali paga. Per questo non mi stanco di invitare i genitori a non concepirsi isolati dagli altri adulti, ma a coltivare, anche nel tempo libero, appartenenze amicali oltre che familiari.
Anche in questo la Chiesa è davvero Madre e Maestra. Da sempre l’oratorio estivo, piuttosto che i campi-scuola, piuttosto che i ritiri o le vacanze con i gruppi di famiglie, costituiscono per grandi e piccini preziose opportunità educative al riposo. Approfittiamone.
 
 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017