Sorella acqua sa parlarci di Dio

Al Museo diocesano di Padova sessantatre illustratori per l'infanzia, di varia provenienza culturale e religiosa, raccontano con le loro opere la meraviglia di uno degli elementi primordiali della vita.
19 Gennaio 2006 | di

Destra:Carmen Arvizu, La colomba di Noé
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Al Museo diocesano di Padova è di scena l'acqua. Incolore, inodore, umile eppure preziosissima. Fondamentale per la vita. Corteggiata da tutte le religioni, l'acqua ha ispirato sessantatre illustratori per l'infanzia le cui opere accendono le austere gallerie del Palazzo vescovile con un'esplosione di colori. Centosessanta tavole nelle quali, con la magia del tratto e dei colori, gli  artisti cantano la bellezza e l'incanto di uno degli elementi primordiali della vita, l'acqua: dono prezioso, ma anche segno espressivo del sacro.Giunta alla sua terza edizione, la mostra I colori del Sacro. Rassegna internazionale di illustrazione per l'infanzia è allestita nelle sale del Museo diocesano di Padova ed è visitabile fino al 25 aprile 2006. Organizzata dal «Messaggero di sant'Antonio» e dal Museo diocesano patavino, in collaborazione con la Fondazione mostra internazionale d'illustrazione per l'infanzia Å tĕpà n Zavřel di Sarmede, la rassegna è dedicata ai bambini, con l'intento di avvicinarli da subito alla bellezza dell'arte, insegnando loro a vedere con gli occhi del cuore.
Le acque sono protagoniste dei miti cosmogonici, cioè quelli che narrano la creazione (non a caso tema della scorsa edizione della mostra). In molte tradizioni alle acque degli inizi si affianca il tema del diluvio che annienta un ordine naturale corrotto per rigenerare il mondo. L'acqua ha però soprattutto un significato  positivo  e salvifico: quello di una nuova nascita. (E, detto per inciso, anche il neonato è immerso nel liquido amniotico). E all'idea di purificazione si riallacciano il battesimo dei cristiani, le immersioni nel Gange degli induisti, le abluzioni prima della preghiera di ebrei e musulmani.
L'acqua è in molte religioni un segno della presenza di Dio. Nominata circa settecento volte nella Bibbia, è un importante elemento simbolico.
Nel Vangelo l'acqua è simbolo della salvezza e Gesù presso il pozzo di Giacobbe dice alla Samaritana: «Chiunque beve di quest'acqua avrà  di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà  mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà  in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».
Un cantore straordinario dell'acqua fu san Francesco d'Assisi che la percepì come una «sorella, umile, preziosa et casta».
Ma anche per la scienza l'acqua è uno degli elementi più preziosi: senza di essa non è possibile la vita. È ancora l'acqua a dividere il mondo in due: quello dei ricchi e quello dei poveri. Un miliardo e mezzo di persone nel mondo non ha accesso all'acqua potabile e cinque milioni di persone, soprattutto bambini, muoiono ogni anno, per malattie legate alla pessima qualità  dell'acqua.

Opere in mostra da tutto il mondo
Ma è l'acqua dei miti e delle religioni a ispirare le opere degli illustratori presenti in mostra. L'Arca di Noè innanzi tutto. Se le acque del diluvio hanno il compito di annientare e rigenerare, ecco che l'arca rappresenta l'inizio di un nuovo ciclo vitale.
Bella l'Arca di Noè dell'iraniana Elham Asadi, straripante di animaletti festosi; quella con il solo Noè e la colomba portatrice di pace della messicana Carmen Arvizu è diventata il simbolo della mostra. Si impone per stravaganza quella di Svjetlan Junacovic´: gli animali si librano anche fuori dall'arca, in un cielo arancione, in barba a tutte le più elementari leggi di gravità .
Nell'ampia sezione di «arche» che apre la mostra,  si possono ammirare ancora l'Arca di Noè di Å tĕpà¡n Zavřel, con un cielo plumbeo e un mare altrettanto minaccioso; quella sospesa in una bolla di delicati acquerelli di Daniela Ballestra; quella ironica di Filippo Brunello e quella del ritrovato equilibrio di Ulises Wensell che, da buon spagnolo, dipinge l'arcobaleno e uno sciame di animali disciplinatissimi che riprendono la loro vita armoniosa sulla terra. Solare, come la sua autrice,  è l'Arca di Antonella Abbatiello.
Molto rappresentati anche altri episodi della Bibbia come l'attraversamento del Mar Rosso: suggestivo il Mosé divide le acque dell'argentina Dolores Avendaà±o e il piccolo Mosé affidato alle acque del Nilo lo illustrano Ulises Wensell (Spagna), la belga Rita Van Bilsen, gli italiani Roberta Angeletti e Giovanni Manna. Originali e molto apprezzate dai bambini le illustrazioni dei Salmi di Michele Ferri.
Il pozzo evanescente di Ivan Gantschev (Bulgaria) è L'acqua della vita; Valentina Salmaso ha dipinto L'acqua della redenzione; Leonardas Gutauskas (Lituania) ha scelto la Samaritana al pozzo; Donata Dal Molin ha illustrato Gesù che calma il mare in tempesta   come Giuliano Ferri. L'acqua che diventa vino nelle nozze di Cana è il soggetto scelto da Donata Dal Molin e da Cristina Pieropan (Italia).
Ma alle illustrazioni nate in ambito cattolico si affiancano immagini tratte da altri credi: si possono vedere esposte L'acqua che dà  sollievo , tratta dalle Storie del Corano, di Loujana Al-Assil (Siria), che nella sua tavola sintetizza felicemente il caldo infuocato del deserto, una immagine di donna e la freschezza dell'acqua della fonte ZamZam, uno dei simboli religiosi della Mecca. Anna Piratti ha rappresentato l'abluzione di un fedele dell'islam che in mancanza d'acqua, fa le abluzioni con polvere o sabbia. Silvia Forzani è stata affascinata dalla grazie e dalla leggiadria della dea indiana Saraswati, di cui parla il RigVeda, il più antico dei quattro testi rituali dell'induismo.
Emanuele Luzzati ha rap-presentato Jona e gli angeli in una storia della Bibbia per bambini, stampata a Geru-salemme. Michiaki Mokizuchi, giapponese, ha affidato la sua goccia d'acqua alla stoffa.
I colori tropicali del Brasile ravvivano le illustrazioni di Marilda Castanha che disegna Iemanià , la regina del mare. Nel Candomblé brasiliano, una pratica complessa che lega l'America all'Africa, ci sono ben tre divinità  dell'acqua: la grande dea Iemanià , Oxun, dea dell'acqua dolce e Nana-Baruku, dea delle acque paludose.
Ci sono altre opere che rappresentano mostri e miti antichi: Arianna Papini ha raffigurato in una tavola magica Ulisse, Il prode navigante ; mentre travolgente è il Nettuno del russo Alexander Daniloff.
La parte finale della  mostra è dedicata alle tavole che non hanno come tema l'acqua. Tra esse merita attenzione almeno: L'ultima cena di Gerardo Suzà n, che trasferisce tutta la vivacità  dei colori messicani in una tavola imbandita nella quale  Gesù cena con i suoi discepoli; degne di nota anche   le illustrazioni sul tema della Natività .  Vivace è la sezione dedicata ai santi, dove troviamo una santa Rosa tra le fiamme, eseguita in batik su carta di riso e inchiostri colorati dall'abile Marcella Brancaforte. Suo anche il raffinato san Francesco in visita al Sultano. Il san Giorgio di Giovanni Manna è ritratto mentre  trafigge un drago che non pare per nulla intimorito. «In volo» è il San Giuseppe da Copertino di Manuela Marchesan.
Il Sant'Antonio di Padova della messicana Carmen Arvizu è molto materico perché eseguito ad olio ed encausto. Più evanescente il Sant'Antonio che predica ai pesci eseguito da Giovanni Manna, che si affida all'acquerello; per lo stesso soggetto fa ricorso ai pastelli ad olio Nicoletta Bertelle, che è anche la curatrice dei progetti didattici della mostra. E i pesci che ascoltano Antonio hanno tutti gli occhi rivolti verso il Santo.
Merito della fantasia, della tecnica, della testa e anche un po' del cuore, certo è che all'acqua è stato dato  colore. 

 

Appunti. Percorsi didattici

Una delle caratteristiche peculiari di questa mostra è il suo essere pensata e rivolta soprattutto ai bambini per accostarli al sacro,  per far conoscere loro culture e tradizioni diverse ed educarli al confronto e alla convivenza. Lo scopo principale - spiegano i curatori, Andrea Nante e Massimo Maggio - è far nascere nei più piccoli il desiderio di ricerca dell'Assoluto attraverso la bellezza di ciò che è visibile o di ciò che si può rendere visibile. L'immagine con il suo linguaggio immediato si pone come ponte tra le diverse culture.
Gli alunni di scuole dell'infanzia, primarie, secondarie di primo grado che visitano la mostra sono ogni mattina almeno cinquanta. I bambini sono accompagnati nel percorso interreligioso e nella comprensione delle tavole esposte da alcuni illustratori che poi, nei laboratori appositamente studiati,  li esortano a realizzare loro stessi delle immagini ad acquerello sul tema dell'acqua nelle diverse religioni. E i bambini, si sa,  sono più bravi degli adulti...

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Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017