Sinai, sorprese tra mare e deserto

Un sole meraviglioso, un mare tra i più belli del mondo, attrazioni naturalistiche ed echi biblici caratterizzano la penisola del Sinai, in Egitto, meta turistica sempre più apprezzata.
26 Maggio 2008 | di

In molte occasioni mi è capitato di sorvolare il deserto, eppure ogni volta questo ambiente, che pare così privo di confini, mi ammalia come fosse il canto di una sirena. Sì, perché anche il deserto ha un suo canto, un canto senza suoni, creato dalle montagne che sembrano uscire dal centro della Terra, e dalle molteplici tonalità delle sabbie che finiscono con lo spegnersi direttamente nel mare. Pochi sono gli uomini che vivono in maniera stabile in questi ambienti dove l’acqua è il tesoro più prezioso: eppure negli ultimi anni i turisti, in maniera inattesa, sono arrivati anche qui, privilegiando la costa ma non solo.

Trecentosessantacinque giorni di sole all’anno. D’estate, durante la giornata si superano i quaranta gradi, d’inverno è difficile che si scenda sotto i venti. Un sole meraviglioso, un mare tra i più belli del mondo, ricco di vita e trasparente. Sto parlando del Mar Rosso e della costa del deserto del Sinai.
La località che in assoluto sta vivendo il suo massimo sviluppo turistico è Naama Bay, a sei chilometri da Sharm el Sheikh. In realtà il viaggiatore non è in grado di distinguere i due luoghi perché negli ultimi anni gli alberghi, i negozi e i vari locali li hanno trasformati, visivamente, in un’unica città. L’enorme afflusso turistico ha in parte intaccato quello che un tempo era un vero e proprio paradiso, ma ancora oggi basta allontanarsi un po’ dal centro di Naama o di Sharm el Sheikh per ritrovarsi da soli in luoghi di incantevole e incontaminata bellezza…

Sinai e Ras Mohammed

È quello che facciamo una notte, iniziando la nostra ascesa verso la sommità del monte Sinai, prima in auto fino alle pendici, poi a piedi. Il lungo cammino comincia sotto un cielo punteggiato di stelle, ma è già un’alba di fuoco quando raggiungiamo il monastero di Santa Caterina. Preghiera e fotografie, una buona bevanda e quindi, dopo un po’ di riposo, ritorniamo verso la costa.
Il giorno successivo partiamo per il parco nazionale di Ras Mohammed. La porta del parco è una spettacolare scultura in cemento armato che svetta su un paesaggio mozzafiato: lo sguardo si perde in spazi di deserto infinito. La visita avviene attraverso percorsi ben delimitati, per salvaguardare un ambiente molto delicato in quanto al suo interno coesistono in una stretta interazione diversi ecosistemi: la barriera corallina, le dune e le mangrovie (piante che per vivere riescono a utilizzare l’acqua marina espellendo i cristalli di sale dalle foglie).
Il luogo più spettacolare è la baia degli squali, incastonata in una scogliera il cui punto più alto è a una sessantina di metri d’altezza. Arrampicandoci, raggiungiamo la cima. Sotto di noi, un mare ricco di infinite sfumature ci dà il benvenuto con i suoi ambasciatori, un piccolo branco di delfini che sfila davanti ai nostri occhi a un centinaio di metri di distanza.

Siamo arrivati alla punta estrema del parco Ras Mohammed. È una baia stupenda, un ambiente davvero delizioso: alla nostra sinistra abbiamo tutto il golfo di Aqaba mentre alla nostra destra si stende il golfo di Suez.

Foreste di mangrovie tra baie turistiche

Lasciata la penisola di Ras Mohammed, ci addentriamo a nord di Naama alla scoperta di un’altra zona protetta, quella di Nabq. Anche qui troviamo una splendida foresta di mangrovie, la più grande di tutto il Sinai, che pare giacere in una irreale immobilità.Invece, a saper guardare, c’è tutto un brulichio di paguri e granchi, preziosi giardinieri delle mangrovie, questi ultimi, perché con la loro attività di scavo consentono la continua ossigenazione e fertilizzazione del terreno. Poco distante, sulla spiaggia, c’è un punto di ristoro beduino e, leggermente discosto, il villaggio formato da essenziali capanne costruite con legno e foglie di palma.
La nostra nuova meta è Dahab, a circa ottantacinque chilometri da Sharm el Sheikh. Dahab è una cittadina allegra e piena di colore locale che si sviluppa su due baie, Qura e Ghazala. Nella baia di Ghazala, fin dal periodo dell’occupazione israeliana, i beduini hanno costruito un villaggio turistico con campeggi, ristoranti, piccoli alberghi e locali di ogni genere. Oggi a Dahab si trova di tutto, dall’alloggio molto economico a quello estremamente elegante affacciato su una splendida spiaggia battuta dal vento.

Spostandoci ancora verso nord, prendiamo una strada sterrata fuori da un villaggio beduino per raggiungere poco dopo uno dei siti subacquei più famosi di tutto il Sinai, conosciuto con il nome di Blue hole, «Buco blu». In effetti, visto da terra non è così evidente, ma basta arrampicarsi sulle rocce circostanti per ammirare dall’alto il profondo cratere circolare che spicca in mezzo a una piattaforma corallina a pochi metri dalla riva. Volgendo lo sguardo, alle spalle vediamo le montagne violacee, che sembrano volersi mettere in competizione con il colore del mare.

Animali

La curiosa cornacchia grigia


Nelle periferie verdi delle nostre città, ben adattata all’ambiente modificato dall’attività dell’uomo, vive la cornacchia grigia. La sua dieta è molto vasta e comprende insetti, pesci, anfibi, rettili, uova, piccoli di nido e anche piccolissimi mammiferi, oltre a frutti, cereali e rifiuti di ogni genere.
Durante il periodo della riproduzione ciascuna coppia ha un suo territorio. Nella cattiva stagione le cornacchie si riuniscono in branchi che possono essere composti anche da alcune decine di elementi: un’aggregazione invernale utile per difendersi dai numerosi predatori. Questi uccelli sono conosciuti fin dall’antichità per la loro intelligenza.
È incredibile il loro comportamento di fronte a cibi particolarmente duri: si alzano in volo e li gettano dall’alto su sassi o tetti in modo da ottenere quella rottura che il becco non riesce a provocare.
I nostri nuovi compagni di città sono ormai abituati all’uomo e, curiosi come sono, non perdono occasione per avvicinarsi. Normalmente iniziano accostandosi alle nostre finestre e giardini. Compiono un’esplorazione dapprima circospetta per poi diventare sempre più sicuri e dispettosi.
Si abituano a prendere il cibo che l’uomo porge loro, ma non per questo sono disponibili a barattare la loro libertà. Infatti non amano stare chiusi in gabbia: devono essere lasciati liberi di gironzolare e di avvicinarsi a noi quando lo desiderano. Allora diventano molto simpatici, perché amano farsi grattare la testa proprio come i gatti. Inoltre adorano fare il bagno: una volta entrati in casa, sarà il lavandino il luogo preferito per le loro abluzioni.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017