Raffaello Sanzio ovunque e sempre il primo

Una mostra a Roma, alla Galleria Borghese, presenta splendide opere del grandissimo urbinate. È il primo di dieci eventi d’eccezione.
22 Giugno 2006 | di

La Galleria Borghese di Roma ha scelto di valorizzare uno dei suoi maggiori capolavori, la Deposizione (1507) di Raffaello Sanzio. Lo ha fatto con un’iniziativa senza precedenti: un’avvincente mostra, «Raffaello da Firenze a Roma», che riunisce una cinquantina di opere del famoso urbinate, eseguite dal 1504 al 1508. Questo è il primo dei dieci eventi programmati con cadenza annuale allo scopo di far rifulgere artisti illustri.
Raffaello (1483-1520) era figlio di Giovanni Santi, pittore della corte di Urbino. Secondo il racconto del più noto tra i biografi del tempo, Giorgio Vasari, il padre lo aveva mandato a bottega, cioè a imparare il mestiere, a Perugia, da Pietro Vannucci, ossia il Perugino. Qui Raffaello eccelse subito, divenendo assistente e poi magister, maestro.
Raffaello ebbe nella sua vita la ventura di essere sempre il primo: il più bello, il più bravo. Fondamentale il salto a Roma, dove fu chiamato da papa Giulio II per realizzare gli affreschi delle Stanze dei Palazzi Apostolici. Nel 1515 divenne anche sovrintendente alle Belle Arti o, come si diceva allora, conservatore delle Antichità Romane. Fu sommerso da richieste, amato dalle donne, corteggiato dai committenti. E c’era una ragione: nei suoi quadri l’urbinate riusciva a raggiungere la perfezione. E questo con «lieve sprezzatura», cioè con naturalezza, senza eccessiva fatica, come rileva la curatrice della mostra Anna Coliva.
Quando dipinse la Deposizione, Raffaello era molto giovane, ma già conosciutissimo. L’opera, rimontata per la mostra nella sua interezza, cioè con il Padre Eterno in alto e i fregi delle Virtù nella predella, è stata di recente restaurata, ed è inamovibile. Il restauro ha ridato all’opera l’originale brillantezza dei colori, ottenuta da Raffaello mescolando alle lacche rosse vetro macinato, come faceva anche il Perugino.
La Deposizione, detta anche Pala Baglioni, cambiò in corso d’opera, e lo si può vedere dai disegni preparatori esposti, che non rispecchiano il lavoro finito. La Pala è quasi una sacra rappresentazione teatrale, dove ogni figura del dramma ha un suo colore, un suo compito, un suo gesto, e proprio il movimento fu il problema più difficile da risolvere per Raffaello. La Pala gli fu commissionata nel 1507 da Atalanta Baglioni, nobildonna che voleva così onorare la memoria del figlio trucidato, dopo che lui stesso aveva compiuto un’orrenda carneficina.
Ma se quest’opera è il vertice della mostra, non mancano altri autentici capolavori, a cominciare dal Ritratto di donna (La Gravida), che proviene da Firenze ed è posto all’ingresso della Galleria, o dalla Dama col Liocorno anch’essa di serafica bellezza. E poi, tante Madonne, essendo Maria un soggetto tra i preferiti da Raffaello: la Madonna con San Giovannino e il Bambino (Madonna Esterhazy, 1508), la Madonna con il Bambino e due angeli reggitorcia (Madonna dei Candelabri), 1513-14, la Madonna Colonna (1507). Da vedere anche La belle Jardinière (1507), che proviene dal museo del Louvre di Parigi e Il sogno del cavaliere (1505 circa), esposto alla National Gallery di Londra.
Una curiosità biografica: Raffaello, sempre secondo il Vasari, ebbe una donna, che amò molto, fino alla morte, avvenuta quando aveva solo trentasette anni.
Si tratterebbe di una popolana, una certa Margherita, figlia di Francesco Luti, un fornaio di origini senesi. Per lei, dipinta con la perla nuziale tra i capelli nel Ritratto di donna detta la Velata (1513 circa) o ne La Fornarina (1518-1519), Raffaello avrebbe sempre procrastinato il matrimonio con Maria, nipote del cardinal Bibbiena, cui si fa allusione nella lapide del Pantheon, a Roma, dove Raffaello è sepolto.
La mostra, già consacrata dall’afflusso di pubblico, è – come si diceva – solo il primo di dieci appuntamenti che hanno come obiettivo la valorizzazione del patrimonio della Galleria stessa (il percorso si snoda, infatti, tra le altre opere della collezione voluta dal cardinale Scipione Borghese). Le prossime mostre (2007-2015) saranno dedicate a Canova, Correggio, Bacon-Caravaggio, Tiziano, Bernini…

Un programma decisamente interessante.



INFO

«Raffaello da Firenze a Roma»


Roma, Galleria Borghesefino al 27 agosto 2006

Tel. 06 32810 - Internet: www.ticketteria.it

Prenotazione obbligatoria

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017