Preghiera: prima l’amicizia

Bello come l’amicizia, difficile comela fame, il nostro pellegrinaggio va dalle strade del mondo e del cuore fino alla casa di Dio. E tesse un reticolo di fiducia, creando una nuova architettura dei rapporti umani, secondo la logica del dono.
21 Dicembre 2007

In principio non c’è la preghiera. In principio c’è l’amicizia: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti”, vi dico che se non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà per la sua insistenza» (Luca 11,5-8).

Sulla bocca di Gesù, l’amicizia è maestra di preghiera, «amico» è un nome di Dio, l’orante è l’amico del genere umano.

In principio non c’è la preghiera, ma la vita: la carezza della gioia, la pressione del dolore, la fame di pane e di senso. Da qui nasce la supplica o la lode.

Gesù racconta la preghiera come la vicenda di tre amici nella notte. Il primo esce di casa, è mezzanotte, cammina fino alla casa di un amico e bussa. Non chiede per sé, ma per un terzo amico che a sua volta ha camminato nella notte, guidato dalla bussola del cuore: «Amico, dammi del pane, perché è arrivato un amico». Bellissima questa circolazione d’amicizia, che ti porta ad amare perfino la notte, popolata non da paure ma da affetti.


Ed ecco che nella parabola, nel sogno di Gesù, questo mondo e le sue notti, ricche di amici, povere di cose, si coprono di una rete di strade che ci portano da casa a casa, da cuore a cuore. Il mondo si copre di una rete di significati buoni.

Ma anche di gesti concreti. La preghiera, infatti, si articola su due verbi: chiedere e dare. Chiedere è il verbo della nostra povertà che va in cerca della ricchezza dell’Amico. Dare è il verbo umile e forte con cui sempre nel Vangelo si traduce il verbo «amare» (non c’è amore più grande di chi dà la vita…). L’amico chiede per dare, per essere nella vita datore di vita. La preghiera, come l’amore, apre il circuito del dono.

Il mendicante di pane non si vergogna della sua povertà: davanti a Dio ho il diritto di essere debole e povero; posso tendere in alto le mani, nel gesto di chi cerca di aggrapparsi alla roccia perché sta per essere sommerso dalle acque, proprio perché non sono forte. Se essere debole fosse una colpa, non avrei neppure il diritto di pregare. Povertà è l’occasione, amicizia è la condizione: prego perché amo, prego perché povero.

Chiedere il pane significa chiedere ciò che ci fa vivere e che ha i suoi granai nella casa di Dio. Allora se anche non trovo tre pani, trovo comunque un amico. Se non ricevo quello che chiedo, alla fine una porta si apre: trovo una casa e una porta come un cuore di luce. Quando chiedi, ricorda: «Dio non può dare nulla di meno di se stesso» (Meister Eckhart). Ma dandoci se stesso ci dà tutto.


Pregare è come voler bene, è far circolare l’amore e il pane nel corpo di Cristo, nelle vene del mondo. Non ci sono due amori, quello di Dio e quello dell’uomo. C’è un solo, unico amore, senza soluzione di continuità, che unisce l’amico all’amico, l’uomo alla donna, l’anima a Dio, Cristo alla sua Chiesa, come dice Paolo: «Questo mistero è grande» (Ef 5,32), si tratta di un solo, unico mistero.

Ognuno di noi è l’orante povero di tutto, ricco solo di amici e di coraggio. Che non chiede per sé, ma per un terzo amico. Si può pregare per altri, si possono e si devono convocare nella preghiera le nostre relazioni più vive e più vere. Si prega per il pane e per l’amicizia: il pane per vivere, l’amicizia per avere un motivo per vivere.

Bello come l’amicizia, difficile come la fame e la notte, il nostro pellegrinaggio va dalle strade del mondo e del cuore fino alla casa di Dio, tessendo un fittissimo reticolo di fiducia, creando una nuova architettura dei rapporti umani, secondo la logica del dono.

L’amico del pane, l’amico delle strade e io in mezzo, povero e orante, felice ostaggio di due amori. Nella notte cammino, le braccia colme di pane, e un occhio di luce è la mia casa, dove mi attende un amico, e la sua fame di pane e di sorrisi.


Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017