Ora gli eritrei sentono il Santo più vicino

A Keren, in Eritrea, lo scorso maggio è stato inaugurato un nuovo Santuario dedicato a sant’Antonio. Ce ne parla padre Agostino Varotto, presente all’evento.
24 Ottobre 2006 | di

Nessun luogo è lontano: è il titolo suggestivo di un bel libretto di Richard Bach sull’amicizia. Si può dire la stessa cosa di ogni chiesa che, ovunque nel mondo, è dedicata a sant’Antonio. Alla fine, i dintorni della Basilica di Padova coincidono con l’intero pianeta. Non tutti possono venire a pregare nel luogo che custodisce le spoglie mortali di sant’Antonio, e allora, per sentire comunque vicina la presenza protettrice del Santo, si costruiscono chiese in suo onore. È quanto hanno fatto gli eritrei della città di Keren, i quali il 20 maggio scorso hanno potuto celebrare la conclusione di un lungo periodo di lavori per l’ampliamento e l’ammodernamento del Santuario di sant’Antonio, che era stato edificato nel 1932. Ce ne parla padre Agostino Varotto, già direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio», che era presente all’evento.

Msa. Padre Agostino, ci può raccontare la sua esperienza a Keren?

Padre Agostino. È stata una giornata splendida e speciale, piena di gioia e di riconoscenza al Signore per quel Santuario, finalmente concluso, in onore del Santo.

Quando sono iniziati i lavori di rifacimento?

Nel 1997. Ci sono voluti nove anni di dure fatiche, dovute alla difficile situazione economica e sociale, e alle vicissitudini politiche e militari di un Paese povero e inquieto, perché i frati francescani cappuccini potessero vedere realizzarsi il loro sogno.

Com’è adesso il Santuario?

Il Santuario di sant’Antonio ha uno stile eclettico: elementi tipicamente orientali si intrecciano con tratti romanici e altri chiaramente moderni. La facciata, in granito grigio e rosaceo, presenta ai lati due torrette coperte da una piccola cupola.

Come si sono svolte le cerimonie d’inaugurazione?

Il giorno precedente l’inaugurazione del Santuario i frati hanno dedicato un ampio spazio di tempo, articolato in tre conferenze, anzitutto allo studio della vita e della spiritualità di sant’Antonio, poi all’attività dei francescani cappuccini a Keren e, infine, a quanto stanno facendo nei villaggi attorno alla città. Il 20 maggio, di pomeriggio, monsignor Kidanemariam Ye’ebio, eparca di Keren, ha officiato il rito liturgico della consacrazione del Santuario, il quale il giorno seguente veniva inaugurato con una solenne celebrazione eucaristica in rito Gheez.

La gente come ha partecipato all’evento?

C’erano migliaia di persone, che hanno raggiunto Keren dai villaggi anche più lontani dell’Eritrea. L’evento era atteso da tempo e la gioia traspariva nei volti festosi e compiaciuti dei devoti. Ad essere consacrato e inaugurato era il Santuario del loro Santo protettore e patrono! Si è poi approfittato della presenza così massiccia di pellegrini per celebrare la festa annuale del Santo, anticipandola di qualche giorno rispetto alla data del calendario liturgico, che cade il 13 giugno. E così, dopo la celebrazione della messa, si è svolta la processione che ha accompagnato l’immagine del Santo lungo le ampie e rinnovate vie della città snodandosi per oltre due chilometri e mezzo: uno straordinario spettacolo di fede, testimonianza cristiana e devozione al Santo. Dalle preghiere indirizzate al Signore tramite sant’Antonio traspariva evidente l’anelito alla pace per quel Paese da troppo tempo coinvolto in sanguinose guerre fratricide.

Che cosa hanno portato con sé i devoti ritornando alle loro case?

Terminato il pranzo, fedeli e pellegrini sono ritornati nei loro villaggi «lodando e benedicendo il Signore» che aveva concesso loro di vedere questo nuovo e splendido tempio dedicato al suo servo Antonio e ringraziandolo per aver vissuto una giornata intensa di fede, di comunione, di intima devozione e di preghiera.



Appuntamenti in Basilica
2 novembre: ore 11,00. Nella Basilica del Santo si celebra la tradizionale messa in suffragio di tutti i defunti della Famiglia Antoniana. Chi lo desidera, può inviare i nomi dei propri defunti. Saranno deposti ai piedi dell’altare maggiore durante la celebrazione.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017