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Nuovi padri

Buone notizie sul fronte del welfare e della parità tra i generi. Tre papà su cinque utilizzano i congedi di paternità, riscrivendo il rapporto con i figli e con le donne.
| Giulia Cananzi Redattrice

Sempre più padri in Italia usufruiscono dei congedi di paternità. A rilevarlo una recente analisi di Save the children, basata sugli ultimi dati Inps, secondo la quale dal 2013 al 2022 il numero dei papà che hanno utilizzato il congedo di paternità è più che triplicato. Mentre nel 2013 solo 1 padre su 5 ne usufruiva (19,25%), nel 2022 il numero è lievitato a 3 padri su 5 (64,2%). La crescita riguarda tutta Italia, però non è ugualmente distribuita sul territorio nazionale. A utilizzare di più i congedi parentali sono gli uomini tra i 30 e i 39 anni, che vivono al nord e lavorano a tempo indeterminato per aziende medio-grandi. Conta anche il reddito: il congedo di paternità è maggiormente diffuso tra i padri che guadagnano di più, anche se sopra i 50 mila euro la correlazione positiva tra reddito e uso dei congedi di paternità si abbassa di circa 8 punti percentuali.

Il congedo di paternità è stato introdotto in Italia nel 2012 e prevedeva 1 giorno obbligatorio e due facoltativi. Oggi, seguendo anche l’allineamento minimo richiesto dall’Europa, i giorni obbligatori sono 10 e 1 è facoltativo, che i padri possono utilizzare nei 2 mesi precedenti e nei 3 successivi il parto. Se però si guarda al panorama europeo, l’Italia è agli ultimi posti tra le nazioni amiche dei papà. Tra i più virtuosi d’Europa ci sono “Paesi affini” come Spagna e Portogallo. Al top la Spagna che prevede 16 settimane retribuite integralmente per ciascun genitore. Ma anche il Portogallo è tra i primi in classifica con 120 giorni di congedo pagati al 100% o 150, pagati all’80%, per entrambe i genitori.

La palma d’oro va ancora una volta ai Paesi del nord, dove la parità tra uomini e donne in fatto di congedi di maternità e paternità è stata raggiunta da tempo, perché ritenuta fondamentale per l’economia, con la Svezia che addirittura prevede 480 giorni da utilizzare entro i 9 anni del bambino o della bambina per entrambe i genitori.

I dati sull’Italia sono, però, un cambio di passo inedito e promettente, pur essendoci ancora molta strada da fare sia a livello di welfare che di cultura. L’ultima indagine SWG/ValoreD rileva che sul congedo di paternità c’è ancora poca conoscenza: solo 1 persona su 4 sa di che si tratta. Tuttavia, una volta informati, sia uomini che donne, nell’80 per cento dei casi lo ritengono un cambiamento positivo per l’equilibrio ed il benessere della coppia e per il 70% degli intervistati è un passo culturale importante verso la parità dei generi.

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Data di aggiornamento: 21 Marzo 2024