Nudi alla meta: ecco la libertà secondo Francesco

Le cose di troppo non sono solo superflue. Tolgono felicità e libertà alla vita. Bella teoria? Provare per credere.
29 Marzo 2004 | di

Perché mai, a un certo punto, uno sceglie volontariamente la povertà ? E non sto mica pensando a un invasato masochista qualsiasi. Prendete Antonio di Padova: bello, intelligente, di nobile famiglia. Ma chi gliel'ha fatto fare?
Per provare a capirlo fate un esercizio: prendete carta e penna. Fatto? Ora andate nella vostra stanza e chiudetevi dentro. Aprite armadi, ripostigli, cassetti vari.
Bene. Non vi resta che sedervi in mezzo alla stanza (meglio se su una di quelle sedie da ufficio che girano su se stesse), e guardarvi attentamente attorno. Scrutate... scrutate...
E iniziate a scrivere: a quanto di ciò che vedete potreste rinunciare tranquillamente, senza che per questo vi sentiate irrimediabilmente frustrati? Cosa di ciò che si trova nella vostra stanza è, tutto sommato, inutile, non vi ha procurato un centimetro in più di felicità  vera né vi ha aiutati a trovare il ragazzo o la ragazza (quelli giusti, intendo, non quelli che vi vengono dietro solo perché usate un certo profumo o dopobarba) o il senso profondo della vostra vita?
Di più. Cosa c'è lì attorno a voi che vi ha privato della vostra libertà , anche se solo per poco? Magari quella maglietta griffata comprata per non apparire giurassica e fuori moda agli occhi degli amici.... Ma siete voi che avete scelto la maglietta o la maglietta ha scelto voi?
Di che cosa vi potreste spogliare, così, per il gusto di sentirvi più leggeri, meno oppressi, quasi voi foste una mongolfiera che per volare è costretta a gettare fuori bordo un po' di zavorra? Non fate la faccia tosta, che tutto sommato è un'esperienza che chissà  quante volte avete già  fatto personalmente: per esempio, al momento di preparare lo zaino, che è immancabilmente troppo pesante per la scalata che vi accingete a fare, o di preparare la borsa, che è sempre troppo piccola rispetto a tutto quello che bisognerebbe portarsi in campeggio.
Oh, state scrivendo? La vostra lista si sta allungando?
Cosa succederebbe di tragico alla mia vita se invece delle scarpe da ginnastica pubblicizzate da un famoso calciatore in tv, mi comprassi quell'altro paio, altrettanto bello e funzionale, ma decisamente meno caro? E se il motorino scassatissimo che ho, me lo tenessi ancora per qualche anno. E poi c'è anche la bici, no? Che dite? Potrei anche rinunciare a farmi comprare l'ennesimo giubbino, tanto quello dell'anno scorso è ancora perfetto: un po' d'aria, una stiratina e sarà  come nuovo. L'unico rischio che correte, lasciatemelo dire ragazzi, è di sentirvi più voi stessi, meno oppressi, più spontanei e liberi. Più felici.
Certo vi prenderanno per matti, come successe a Francesco d'Assisi - un altro di belle speranze - quando si è spogliato di tutti gli abiti di fronte al padre e ai suoi concittadini. È rimasto completamente nudo, come un bambino, senza vergogna, perché non era lui quello che doveva vergognarsi. Anzi, lui ora poteva sentire la madre terra sotto i piedi, fratello sole scaldargli la pelle e sorella aria accarezzargli il corpo. Ora era libero perché più niente aveva. All'orizzonte, solo l'essenza: Dio e i fratelli.
Ce ne sono di motivi validi per scegliere, se non proprio la povertà , almeno la sobrietà  francescana. Uno di questi si chiama Dio, la mia e altrui dignità .

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017