Meglio la minerale o quella del rubinetto?

Il giornalista Giuseppe Altamore, autore di un libro critico, ed Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua, dicono la loro su un fenomeno tutto italiano, il boom delle acque minerali.
30 Gennaio 2004 | di

Gli italiani l'acqua del rubinettoproprio non la mandano giù. Infatti, la bevono solo due su dieci. Eppure non è male, almeno nella maggior parte dei casi. Ciononostante, si acquista sempre più acqua minerale (vedi box), a prezzo molto maggiore, visto che un metro cubo di acqua di rubinetto costa mediamente 0,90 euro. E la produzione, sostenuta dalla pubblicità , continua a crescere. Lo dicono i dati: lo scorso anno ha toccato i 10,7 miliardi di litri e, per il 2003, gli esperti stimano possa raggiungere i 12 miliardi, il 12 per cento in più.
Si tratta di un successo destinato a durare, secondo Mineracqua, l'associazione dei produttori di acqua minerale, il cui fatturato si aggira attorno ai 2 miliardi di euro. Nel comparto sono attive 164 imprese (il 69 per cento controllate da sei grandi gruppi) che producono acque imbottigliate da 700 sorgenti e distribuite con circa 260 marchi.
Dietro tale successo, vi sono diversi fattori. Innanzitutto, in Italia ci sono tanti tipi di acque, grazie alla presenza di moltissime sorgenti e alla particolare conformazione del territorio dove si trovano rocce granitiche, dolomitiche e vulcaniche che consentono alle acque di autofiltrarsi e acquisire minerali. Inoltre, c'è una crescente attenzione al benessere psicofisico. Niente è consigliato come l'acqua in tema di salute e di cura del proprio corpo. E anche questo aiuta il business.
Ma questo successo delle acque minerali è giustificato? E com'è l'acqua in bottiglia? Tali domande sono divenute particolarmentepressanti prima per vicende giudiziarie che hanno interessato alcune aziende e poi per la psicosi delle bottiglie adulterate da criminali, in dicembre. Allora cerchiamo di capirne di più sentendo una voce critica - quella del giornalista Giuseppe Altamore, che al tema ha dedicato il libro Qualcuno vuol darcela a bere (Fratelli Frilli Editore) - e quella di Mineracqua (a parte pubblichiamo l'opinione di un esperto e il parere di Adiconsum).
Finora - ci dice Altamore - l'acqua minerale ha potuto godere di parametri più generosi rispetto a quelli dell'acqua del rubinetto. Per esempio, per l'arsenico fino al 2001 potevamo avere anche 200 microgrammi per litro, mentre per gli acquedotti il limite era di 50. Poi, a seguito dell'intervento dell'Unione europea, il limite per le acque minerali è sceso a 50 e quello delle acque di rubinetto a 10. Questo limite è importante perché, secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità , superandolo c'è il rischio di contrarre un particolare tipo di cancro della pelle.

L'arsenico nelle acque minerali

È vero - risponde Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua - che l'arsenico è indiziato per questa patologia, ma è anche vero che tale componente è presente in concentrazioni molto più alte in molti alimenti. Comunque le cose da gennaio sono cambiate con la direttiva 40-2003, che rende la normativa più severa, prevedendo per alcuni componenti, come l'arsenico, lo stesso limite sia per le acque di rubinetto sia per quelle minerali. E comunque sull'arsenico si è giocato per tre anni, dicendo che nelle acque di rubinetto il limite era di 10mg/l mentre in quelle minerali era ancora di 50. In realtà , la legge che fissava quel limite di fatto è entrata in vigore solo il 25 dicembre scorso.
Altamore si augura che la nuova legge cambi realmente le cose. Ma, secondo il giornalista, il vero problema sta nel consumo eccessivo di acqua minerale che a suo dire sarebbe ingiustificato, tenuto conto anche dei prezzi. Attraverso la pubblicità  - spiega - ci hanno fatto credere che la migliore acqua, anzi, che l'acqua potabile per eccellenza fosse quella minerale. Eppure, l'acqua di rubinetto ha controlli più severi: vengono controllati 200 parametri contro i 49 di quella minerale. Inoltre, l'acqua di rubinetto è fresca, al massimo sta in giro qualche giorno dal momento in cui viene prelevata alla fonte. L'acqua minerale può restare in circolazione fino a 18 mesi, conservata talvolta in condizioni non ottimali.

Il parere di Mineracqua

Mineracqua non ci sta. Le acque minerali italiane sono tra le migliori in Europa - controbatte Fortuna - e il regime di controlli che vige in Italia non ha eguali in nessun altro Paese. Le acque di rubinetto sono potabili per legge. Facciamo l'esempio dell'acqua di Roma, considerata tra le migliori. Appena captata è effettivamente perfetta. Il fatto è che prima di arrivare nelle case fa 70 chilometri nelle condutture ed è in questo percorso che perde le caratteristiche originarie. Allora, per legge, deve essere disinfettata. L'acqua minerale è un prodotto della natura e la catena produttiva è all'insegna del massimo controllo e della qualità . Da noi lavorano geologi, chimici, biologi che controllano la sorgente e la qualità  dell'acqua; inoltre il processo di imbottigliamento avviene in ambiente sterile. Poi ci sono i controlli dei laboratori esterni. Quanto alla distribuzione - aggiunge Fortuna - dall'imbottigliamento alla tavola non passano mediamente più di 15 giorni. Tenere l'acqua in magazzino sarebbe per noi economicamente negativo. Il punto è che è un errore paragonare l'acqua minerale e l'acqua potabile, perché in Italia esistono due normative diverse e questo è difficile da spiegare alla gente.
La spiegazione del doppio binario, pur esistente, non convince Altamore. I controlli effettuati alcuni mesi fa dal ministero della Salute su sollecitazione di alcune inchieste, in particolare della Procura di Torino - sottolinea - puntavano a verificare che le analisi fornite dai produttori e dai laboratori fossero conformi al decreto del 31 maggio 2001, varato dopo l'apertura di una procedura d'infrazione da parte dell'Ue, il quale stabiliva che alcune sostanze chimiche e organiche non dovessero essere presenti nell'acqua minerale al limite di rilevabilità  del metodo. Sui metodi di rilevazione ci sono parecchie controversie. Comunque sia, alcune decine di marche di acque sono risultate non in regola con quel decreto. È solo una questione di metodo, ovvero con strumenti tarati diversamente alcuni inquinanti non sarebbero stati rilevati, oppure queste acque li contengono e, secondo quel decreto, non dovrebbero?.
La Procura di Torino non ha aperto alcuna indagine - risponde Fortuna -, ha posto una questione al ministero, il quale ha fatto valutare le analisi chimiche, che noi depositiamo ogni anno, dall'Istituto superiore di sanità . L'Iss ha applicato un criterio di eccesso di formalismo. Esaminando il certificato, non effettuando nuove analisi, ha fatto una serie di rilievi sulla scorta del decreto, il quale è scritto in maniera tale per cui l'applicazione è sempre stata difficile, anzi pressoché impossibile. Tanto è vero che si sono fatte riunioni all'Istituto per redigere una bozza di un decreto che fosse più chiaro. Comunque, il ministero ha scritto alle aziende chiedendo nuovi certificati. Le aziende li hanno rifatti e li hanno inviati. Si stanno finendo le valutazioni. Ma finora non è emersa nessuna irregolarità .

Le informazioni sulle etichette

Sia Altamore sia alcune associazioni di consumatori - che attendono conferme dal ministero - puntano il dito sulle informazioni riportate sulle etichette. Le acque hanno delle indicazioni e delle controindicazioni - afferma il giornalista -. Ma, mentre sulle etichette si leggono alcuni suggerimenti per particolari caratteristiche e per particolari effetti, non ci sono quasi mai le controindicazioni. Eppure, alcuni tipi di acqua non dovrebbero essere usate da persone con precise patologie o al di sotto di una certa età . Secca, in questo caso, la replica dei produttori. Noi diciamo che un'acqua può avere effetti salutari - dice Fortuna - perché questo ci consente di dire la legge. Non essendo considerata un farmaco, quindi, non può avere controindicazioni.
Queste le posizioni che, insieme con quelle dell'esperto, possono aiutare a farsi un'idea. Non resta che riportare, a questo punto, una dichiarazione rilasciata a dicembre dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, mentre si diffondeva l'allarme per le bottiglie manomesse: L'acqua del rubinetto che si beve in Italia è tra le migliori in Europa. È controllata, in alcune città  addirittura giornalmente, per la contaminazione batterica. Ha una serie stringente di controlli sugli inquinanti chimici, che sono presenti in tracce. Sicuramente in alcune zone, dove è inquinata la falda, non è così, ma sono casi segnalati. Nelle grandi città , invece, non vi è alcun motivo per non bere l'acqua di rubinetto. Naturalmente, anche l'acqua minerale è pura e controllata e quindi ha garanzie altrettanto sicure. Il problema acqua non esiste proprio.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017