Mamma che manager!

Con una carriera nell'editoria alle spalle e tre figli, Jolanda ha fatto della passione per il web un «mestiere domestico». Oggi, a capo di un’agenzia di comunicazione, dà lavoro ad altre mamme e coordina un portale di blog che ne aggrega oltre mille.
29 Ottobre 2013 | di

Avviso ai lettori: questa non è la solita storia in rosa che parla di lavoro e maternità inconciliabili. Al contrario, la protagonista è una mamma manager che tredici anni fa, disoccupata, aprì quasi per gioco un sito di filastrocche. E oggi – a capo di un circuito che comprende un’agenzia di comunicazione, un sito internet e un web magazine – dà lavoro ad altre dodici mamme e coordina un portale che ne aggrega oltre 1.100. Tutto rigorosamente dalla scrivania di casa.

«E pensare che nel 2000, quando acquistai il dominio per aprire il mio primo sito Filastrocche.it, mio marito scoppiò a ridere» ricorda Jolanda Restano, quarantaseienne originaria di Vercelli ma residente a Milano. Del resto, i racconti per bambini alla neomamma erano sempre piaciuti un sacco. E poi, dopo essersi licenziata dalla casa editrice dove lavorava, per occuparsi della figlia Matilde, a Jolanda restava qualche ritaglio di tempo da mettere a frutto. «Filastrocche.it nacque per caso, come raccolta di testi per bambini: ne inserii una decina che avevo in mente e invitai i visitatori a fare lo stesso».

Risultato: in due anni il sito raggiunse una media di 6 mila visite al giorno, con picchi di 50 mila sotto le feste natalizie. «All’epoca – continua la manager – i contenuti in rete erano molto limitati. Senza contare che pochi guardavano ancora al web come a un promettente terreno di lavoro». Una vocina nella testa di Jolanda, però, le diceva di non mollare quell’hobby improvvisato in pantofole e pigiama. Così la neomamma con una laurea in farmacia e un passato nell’editoria scientifica on line mise a frutto le competenze acquisite in anni di carriera e iniziò a diversificare l’attività in rete. «Da un lato dotai il sito Filastrocche.it di un database che ne semplificasse la gestione, dall’altro mi lanciai nella realizzazione di siti per conto terzi» ricorda Jolanda.

In principio fu la legge del baratto: «Creai il primo sito web sulla base di uno scambio merce: il committente era un centro sportivo di Milano. “Io vi metto in rete, voi fate lezioni di nuoto ai miei figli (sì, nel frattempo la famiglia si era allargata...) per un anno” fu la mia offerta ai proprietari. E loro accettarono». Poi fu la volta della gastronomia sotto casa: pasta al forno gratis per un anno in cambio dello sbarco on line di lasagne e company. In breve la fama di Jolanda – mamma webmaster veloce e affidabile – raggiunse anche le orecchie delle grosse aziende. Assieme al marito Paolo, economista – che nel frattempo aveva iniziato a credere nel progetto, tanto da lasciare il lavoro e affiancare la moglie –, Jolanda fondò la Jop (dalla fusione dei nomi dei due coniugi), una società specializzata nella creazione di siti web. «Dal sito promozionale per bambini alla “vetrina virtuale” di ristoranti e concessionarie d’auto, in cinque giorni il lavoro era bello che pronto. Merito anche di due mamme grafiche che collaboravano con noi da casa».
 
Un’agenzia in rosa
Per quanto proficua, l’attività «mercenaria» a Jolanda non bastava. Certo, c’era sempre il sito Filastrocche.it. Ma con l’avanzare dell’era digitale, la mamma manager sentiva ogni giorno più impellente il bisogno di sfruttare la rete per parlare di sé e di cosa significhi crescere dei figli. L’incontro con Cecilia Spanu, ex responsabile marketing d’azienda e madre di quattro bambini, le diede la spinta per farlo, portando avanti al tempo stesso un progetto imprenditoriale ben preciso. Insieme alla nuova amica e al marito, Jolanda aprì una società di comunicazione intitolata, guarda caso, Fattoremamma. «Nata con l’intento di mettere in comunicazione mamme e imprese, l’agenzia è una realtà targettizzata che offre un ampio ventaglio di servizi: dalla confezione di prodotti multimediali all’organizzazione di eventi. Si occupa, inoltre, di concessioni pubblicitarie e test di prodotti per la famiglia».

Ma l’impegno nei confronti del mondo femminile per Jolanda non finisce qui: sue creazioni sono pure il sito Fattoremamma.com, la rivista web Blogmamma.it, nonché il portale Mammacheblog.com che raccoglie i siti di oltre 1.100 genitrici «smanettone» di tutta Italia. «Molte sono trentenni, qualcuna ha superato la quarantina. Il 90 per cento di loro, in cerca di rassicurazioni e consigli, ha aperto il proprio blog dopo la gravidanza». In principio le neomamme tengono dei veri e propri diari e parlano perlopiù di pappe e pannolini. Ma col passare dei mesi la maternità diventa routine, la voglia di protagonismo scema, e la schiera delle blogger si dimezza. «In rete continua a scrivere chi è davvero spinto da una passione autentica: c’è chi ama discutere di cucina e chi ha il chiodo fisso dell’ecologia. Ogni “mamma 2.0” ha una caratteristica che la rende unica e che traspare, anche a chilometri e chilometri di distanza, dallo schermo del computer» aggiunge la fondatrice di Fattoremamma.

Il blog diventa dunque una valvola di sfogo dalla quotidianità, uno strumento per esercitare la fantasia e stringere amicizie più o meno virtuali. Sì, perché capita anche che a volte le internaute si incontrino dal vivo. Come è accaduto al Mammacheblog social family day, la giornata di dibattiti e workshop organizzata da Fattoremamma e giunta lo scorso maggio alla seconda edizione, con oltre 250 mamme partecipanti. Sul tavolo non solo problematiche legate alla maternità, ma anche spunti pratici su come aprire un blog e improvvisarsi manager domestiche. «Lavorare da casa non è un gioco da ragazzi – precisa Jolanda Restano –. Tra lavatrici da stendere, spesa da fare e figli che ti reclamano, l’unica soluzione è fissare regole e orari, sedersi davanti al computer e non muoversi finché il lavoro non è finito». Parola di una che di armonizzazione famiglia-lavoro ne sa un bel po’... «Di giorno seguo i clienti e accompagno a scuola i bambini, la sera inserisco contenuti in rete, scrivo post e preparo grafici». Dunque il segreto del successo, verrebbe da chiedersi, sta tutto nell’organizzazione? Sì e no. Perché una mamma 2.0 troppo disciplinata, che non mette passione in quel che fa, difficilmente andrà lontano.

«Io col mio lavoro gioco e mi diverto – ammette Jolanda –. Dichiarando la mia passione per il colore verde, poi, ho creato un personaggio intorno al quale è nata una vera e propria community. Non passa giorno senza che qualche mamma blogger richiami in rete quel colore, “taggandomi” in foto o inviandomi regali a tema. E tutto questo cancan fa gruppo, crea legami». Se uno spirito ironico e irriverente come quello della signora Restano non passa inosservato in rete, figuriamoci nel mondo dello spettacolo.

Lo scorso febbraio Jolanda e l’amica blogger Veronica Viganò, in trasferta a Sanremo, sono approdate per il secondo anno di fila sul palco dell’Ariston. La loro missione? Rappresentare le mamme blogger italiane al Festival della canzone nazionale. «Cinque giorni fantastici in cui abbiamo seguito i cantanti nelle conferenze stampa e riportato le nostre impressioni via Twitter. Gli sponsor pagavano, il pubblico leggeva e le mamme si divertivano». Anche questo è business.
 
 

Zoom
Mamme al blog


«Un giorno, navigando in rete, ho scoperto la blogsfera e ne sono rimasta incantata. È un mondo popolato da donne stupende, virtuali eppure realissime, creative e allegre, impegnate, solidali. E ho capito che è qui che voglio il mio posticino». Barbara Dal Piaz è una mamma come tante altre. Un marito e due figli, una casa col mutuo ventennale da pagare e una malattia – la sindrome di Down del piccolo Killò – con cui convivere. Ha debuttato per hobby in rete col blog Mammafattacosì.it due anni fa e da allora, ogni settimana, investe un paio d’ore per aggiornare quella che è diventata la sua «finestra sul mondo, un luogo di confronto e un’opportunità per raccontare quanto sia normale l’esistenza di una famiglia speciale». Sì perché, a dispetto delle apparenze, il blog è uno strumento versatile, in grado di parlare un po’ tutti i registri. «Io scrivo di diversità, di pregiudizi e accettazione, ma anche di cucito, lavori all’uncinetto, pidocchi. Nella mia vita convivono serenamente leggerezza e impegno, sorrisi e lacrime, e tutto questo si riversa nel mio vivere il web».

Come Barbara, tante altre sono le mamme tra i 25 e i 50 anni che hanno trovato nel blog un rifugio, ma anche un trampolino di lancio. Quello delle blogger con figli a seguito è un fenomeno mondiale in continua espansione. Stando a uno studio condotto nel 2008 dal Centro di ricerca Art, science, knowledge, in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano, solo in Italia, dal 2001 al 2008, sarebbero nati 241 blog di mamme. Dalla ex manager esperta di pannolini al medico che dispensa consigli sanitari, le mamme 2.0 oggi sono dappertutto e parlano di tutto. Casa, figli, lavoro, cucina, bellezza, malattie, adozioni e chi più ne ha più ne metta. Qualcuna con la propria attività web riesce a guadagnarsi da vivere, qualche altra ne ha fatto un passatempo antistress.

È il caso di Silvia Sacchetti, 38enne responsabile della comunicazione in un’azienda, e del suo blog Mammaimperfetta.it: «Se ha avuto successo forse è perché in esso le mamme hanno trovato le parole che mancavano e la libertà di poter dire “non ce la faccio più”». Il blog dunque come valvola di sfogo, ma non solo. «Mi permette di trovare collaborazioni e ha un’indubbia utilità professionale» incalza Veronica Viganò, ex manager che oggi, oltre a Managerdimestessa.com, cura una rubrica radiofonica su un’emittente locale. On line, insomma, vale proprio la regola del «chi cerca trova». Barbara Damiano, dall’alto dei suoi 550 mila visitatori mensili al blog Mammafelice.it, ha testato questo proverbio sulla propria pelle: «Il blog è stata la mia occasione di nutrirmi di parole, ma anche di persone. Grazie al blog ho conosciuto mio marito, ho intrapreso la strada della felicità e ho anche trovato la mia occasione lavorativa».

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017