Lettere al direttore

28 Luglio 2005 | di

In Spagna consentiti matrimoni omosessuali

Mi ha sconvolto leggere che nella cattolicissima Spagna il governo abbia offerto agli omosessuali, con un'apposita legge, la possibilità  di sposarsi tra loro e di chiamare quell'unione matrimonio e famiglia ciò che si realizza con essa in grado di accogliere nel suo seno dei bambini adottati. Voi che ne di te? Succederà  qualcosa del genere anche in Italia?
Lettera firmata

Ovviamente ci auguriamo che ciò non accada in Italia, anche se, con l'aria che tira tutto può succedere, compresa un'ubriacatura collettiva come quella che ha portato alla legge sul divorzio e sull'aborto. Che dirne? Siamo sbalorditi e amareggiati quanto lei. Che se il matrimonio è, come i cristiani sono convinti, il disegno di Dio sull'uomo e sulla donna, cioè un'unione indissolubile fondata e strutturata con leggi proprie dal Creatore, per sua natura ordinata al bene dei coniugi, alla generazione e all'educazione dei figli... non si vede che cosa l'unione di due omosessuali c'entri con tutto questo. Con tutto il rispetto per la loro situazione.
È non è una cosa che riguardi solo chi crede. Il progetto di fondere le proprie forze creatrici che due persone di sesso opposto dagli albori dei tempi prendono di fronte alla società , va oltre la sfera della religione e si innesta nelle leggi stesse della natura, che nessuno può infrangere. Chi lo fa non offende solo Dio, calpesta la libertà  e lacera il tessuto sociale. Perplessità , a dir poco, desta la possibilità  offerta alla coppia omosessuale di adottare. Ma perché ci si ostina sempre a vedere solo le cose dalla parte degli adulti, e mai da quella dei bambini?

Per quali strade arrivare al cuore dei giovani?

Sono pubblicista dal 1986, impegnato in molti mezzi di comunicazione locale`€¦ Ho conosciuto personalmente a Crotone (dove sono nato e vissuto prima di trasferirmi in Toscana) monsignor Giancarlo Bregantini, che scrive sul Messaggero una rubrica che tanto apprezzo. Nell'ultimo numero di giugno 2005 mi hanno colpito molto sia il paragone che il vescovo di Locri fa: La nostra stessa Chiesa, oggi, può essere Orpa o Rut. Cioè una Chiesa che fugge e abbandona per paura ed egoismo. Oppure una comunità  accogliente, aperta, ospitale, realmente eucaristica, sia il dato della ricerca Eurisko da dove emerge che `€¦ Ad essere in crisi è la dimensione culturale-evangelizzatrice-morale del prete, quella per cui è stato consacrato...
Perché molti religiosi, nelle piccole comunità  come nelle grandi, non assurgono più a catalizzatori di attività  (le più varie, ma non solo liturgiche), ricercando l'aiuto dei laici e di tutti gli uomini e donne di buona volontà ?
Il messaggio - infatti - si può amplificare con pochi mezzi, ma non senza esempi o poco impegno. Mi vengono in mente come felicissimi ricordi della mia infanzia le tante iniziative per i giovani e gli adolescenti che in moltissimi centri e parrocchie non si effettuano ormai più: il cine-forum, lo sport, lo scoutismo, dove alla guida c'erano tanti padri (e anche suore) con la tonaca o con il colletto bianco e il pullover blu....
Giuseppe De Luca

Che i preti debbano ripensare il loro ruolo e la loro missione in una società  sempre cangiante e sempre meno attratta dai valori della fede e dalla pratica religiosa lo dicono in tanti e i diretti interessati ne sono più che consapevoli. Da tempo, ai più diversi livelli, essi studiano, si interrogano e chiedono lumi dall'alto nella preghiera per individuare quale sia il modo migliore e più efficace di essere nel mondo missionari del Vangelo e testimoni credibili dell'amore di Dio.
E finché ricercano non stanno, mi pare, con le mani in mano. Continuano a essere missionari e testimoni, gettando ovunque possono, come il seminatore della parabola evangelica, il seme della Parola di Dio. Ma, come avviene nel racconto, non tutto il seme porta frutto, perché parte cade sulla strada, parte sul terreno sassoso o tra rovi e spine... Solo una piccola parte cade su terra buona e porta frutto.
Non per difendere la categoria, che ha le sue responsabilità  e i suoi limiti, ma il mancato raccolto non è necessariamente da attribuire solo ad essa, ma anche all'incostanza, alla neghittosità , al disinteresse di chi ascolta. Come spiega Gesù.
Tra le cose su cui i preti si interrogano è anche se debbano essere loro stessi gli animatori, in tonaca o senza, di quelle attività  di cui lei lamenta la mancanza: i cineforum, lo sport, lo scoutismo... Si chiedono se siano queste ancora vie valide per arrivare al cuore dei giovani o se se ne debbano cercare altre perché alcune, come il cineforum ad esempio, sono passate di moda, altre, come lo sport, sono diventate attività  complesse e dispendiose e c'è chi è in grado di svolgerle meglio e con maggiore efficacia. O forse non le ritengono specifiche della loro missione che è soprattutto di far vivere la gente, a livello personale e collettivo, alla luce delle verità  del Vangelo. Come riuscire a farlo? Attraverso quali vie? Ogni epoca ha la sua. Per la nostra, la ricerca è ancora in corso.

Un lettore davvero soddisfatto della rivista

I due edificanti testi allegati, ricchi di valori sacrosanti e carichi di notevoli e innumerevoli spunti di meditazione e riflessione, meriterebbero d'esser pubblicati sul Messaggero di sant'Antonio, che è per me come un grande amico con cui trascorrere il tempo`€¦ Istruisce, documenta, informa, offre notizie importanti e interessanti di vario genere: tenendolo vicino, porta lontano! E quando ho letti tutti gli articoli, fotocopiati i servizi utili come materiale di documentazione, lo porto in Chiesa e così contribuisco alla diffusione, o in ospedale, dove attualmente mi reco spesso per sottopormi a visite, analisi, esami e interventi chirurgici. Una piacevole, sana, buona lettura, quando si è male in arnese, fa bene, aiuta, conforta, sostiene! La ringrazio dell'attenzione e, di cuore, formulo complimenti, congratulazioni vivissime, elogi e lodi massime per tutte le vostre iniziative.
Renato Cesarò - Nichelino (TO)

Certo, i due testi che lei allega sono molto belli. Ne sono autori rispettivamente Michel Quoist e Thomas Merton. Il primo è un sacerdote francese di Le Havre, direttore spirituale dei movimenti giovanili della sua diocesi e scrittore di spiritualità  e di formazione molto noto. Alcuni suoi fortunati libri hanno conosciuto un vasto successo internazionale, soprattutto fra i giovani di qualche anno fa. Thoma Merton era invece un monaco trappista statunitense, scrittore e poeta. Egli ha narrato la sua esperienza spirituale (il passaggio da un'infatuazione marxista alla religione cattolica) in due celebri libri: La montagna dalle sette balze e Le acque di Siloe, seguiti da altri, sempre di tono autobiografico, come Il segno di Giona e Nessun uomo è un'isola, lettissimi a suo tempo, soprattutto nel mondo cattolico per la loro forte carica di spiritualità  e di verità . Varrebbe la leggerli o rileggerli. Il poco spazio non ci consente la pubblicazione di tutti e due i brani, ma solo del più breve, di Michel Quoist, che dice: L'altro / è un fratello / per mezzo del quale / Dio ci parla. / per mezzo del quale / Dio ci aiuta / e ci consola, / Dio ci ama/ e ci salva. / L'altro - ogni altro - / è un fratello da amare. / Egli è in cammino / con noi / verso la casa del Padre. / L'altro è Gesù.
Quanto agli elogi, fanno ovviamente piacere, ma non ci dispiacciono le critiche, soprattutto quando poste con tono di dialogo e di confronto, esse sono lo stimolo per migliorarci sempre, anche se siamo convinti che non arriveremo mai ad accontentare tutti.

Promessa di vita che solo Dio può compiere

Mi racconta un amico medico: Qui c'è un continuo vociare di gente che chiede, che protesta, che esige... Penso che i nostri ambulatori continuino a essere pieni quando è finita l'influenza anche per l'insoddisfazione che c'è nei cuori. Mi sembra di notare una richiesta che va oltre le prestazioni mediche e che le nostre competenze e possibilità  non possono soddisfare. In certi momenti ne rimani schiacciato. Molti colleghi con cui parlo osservano la stessa cosa. L'uomo che ha smarrito il senso più vero della vita, si illude di poter vivere per sempre e vuole una risposta certa e sicura per ogni suo problema. Non accetta risposte negative.
Nei casi più gravi mi capita di dover dire: Qui la medicina non può più far nulla, e noto la non accettazione. Andranno da un'altra parte, in un altro ospedale, da un altro medico... non è possibile che al giorno d'oggi non si possa far nulla. La gente è convinta che la scienza possa risolvere ogni cosa. Dio dov'è?
Sono colpito dalla verità  di questa osservazione. Da una parte, rivela l'insopprimibile esigenza di vita, che non può essere fermata da nessuna malattia e da nessuna morte; siamo fatti per l'Infinito e per l'Eterno e quindi non possiamo rassegnarci dentro il limite. Dall'altra, l'amico medico deve constatare che la risposta a questa esigenza non è nella medicina e nella scienza; le pretese fuori misura non solo rendono assai più problematica la professione medica, ma soprattutto allargano l'abisso dell'insoddisfazione. È la stessa pretesa che spinge a superare ogni limite nel voler maneggiare la vita, disponendone a piacere nel suo sorgere e nel suo sviluppo; l'uomo arriva a fare schiavo l'altro uomo; colui che è potente maneggia l'impotente e il debole: si tratti della donna straniera costretta alla prostituzione, o del bambino sottomesso, o dell'embrione maneggiato per altri fini. Chi può mettere ostacolo alla corsa verso la salute o il benessere o l'immortalità ? Ma proprio questo è il principio di ogni violenza.
Invece, certe domande potranno essere fatte solo a Dio, certi bisogni potranno essere compiuti solo dall'incontro con Lui. C'è un limite umano che nessuna scienza e nessuna potenza umana riuscirà  mai a superare. Su questa alta muraglia l'uomo arriva a schiacciarsi. A meno che non intraveda il grande portale che si apre verso il Mistero di Colui che ha creato l'uomo con una promessa di vita così grande che solo Lui può compiere.
don Angelo Busetto - Chioggia
 
Grazie della sua testimonianza. Ogni commento è ovviamente superfluo.

Tito Boeri e la povertà  dei ceti medi

Il professor Boeri, a proposito della povertà  dei ceti medi in Italia, in una recente intervista rilasciata al Messaggero di Sant'Antonio, afferma che non c'è stato un peggioramento negli ultimi anni della posizione nella scala dei redditi delle persone che hanno un reddito medio`€¦ e che anzi dopo la grande recessione dei primi anni '90, la distribuzione del reddito in Italia è rimasta sorprendentemente stabile. Inoltre, - sempre secondo Boeri- il diffuso senso di impoverimento degli italiani ha precise spiegazioni come la precarietà  lavorativa in assenza di forme di protezione sociale adeguate, il forte rallentamento della crescita economica che incide sulle attese delle famiglie e l'aumento della disuguaglianza orizzontale tra gruppi sociali diversi.
Si tratta di spiegazioni in larga parte condivisibili. Purtroppo, però, ancora una volta, siamo in presenza di una palese e miope sottovalutazione di quello che è accaduto in Italia a partire dal 2001. In primo luogo, Boeri si ostina a parlare di diffuso senso di impoverimento degli italiani, come se interi strati della popolazione italiana non si fossero realmente impoveriti negli ultimi anni. Inoltre, ci meraviglia il fatto che, da fonti accademiche e universitarie così prestigiose, venga colpevolmente trascurato, nella spiegazione del fenomeno povertà , il ruolo giocato dal forte aumento del costo della vita nell'ultimo triennio.
La principale causa dell'impoverimento dei ceti medi va rinvenuta nella particolare dinamica inflazionistica che il nostro Paese ha conosciuto nel periodo 2001-2004, in cui tassi di inflazione annua superiori all'8 per cento hanno eroso il potere d'acquisto delle retribuzioni, incidendo sensibilmente sulla qualità  e sulle aspettative di vita di interi nuclei familiari. Nel periodo considerato, sommando gli effetti inflazionistici a quelli del fiscal drag, le retribuzioni degli operai hanno perso fino al 25 per cento del loro valore!
È ormai un dato acquisito che le famiglie appartenenti alla fascia media della popolazione, a causa dell'aumento indiscriminato dei prezzi e delle tariffe, hanno ridotto sensibilmente le proprie aspettative di consumo, si sono indebitate ancor di più, e si sono trovate costrette a rinviare gli acquisti più importanti e a rimandare le decisioni di investimento .
In questi anni, in presenza di tassi di inflazione reale ben superiori a quelli ufficiali rilevati dall'Istat, si è assistito a un vero tracollo delle possibilità  di vita delle famiglie soprattutto per quanto riguarda le famiglie monoreddito di alcune regioni meridionali ma anche di alcune aree di decadenza industriale del Nord Est e del Nord Ovest, e le famiglie che vivono nelle aree urbane più degradate di Roma, Milano e Napoli, o quelle a maggior numero di componenti. Anche numerose tipologie di famiglie bi-reddito hanno mostrato significativi segnali di allarme sul fronte dei consumi e dell'indebitamento...
Gian Maria Fara
presidente dell'Eurispes

(risponde Tito Boeri). Gian Maria Fara mi invita a rivedere le analisi sulla povertà  in Italia alla luce del risultato elettorale. Come se i dati dovessero essere piegati ai desideri dei politici di turno. È il modo con cui forse l'Eurispes, l'istituto diretto da Fara, confeziona le statistiche sull'andamento dei prezzi al consumo, ignorando ogni metodo scientifico di rilevazione dei prezzi e attribuendo la stessa importanza all'aumento del prezzo del sale e a quello delle bollette dell'elettricità , beni che hanno un peso ben diverso nel bilancio delle famiglie.
Lo sport di screditare i dati quanto non fanno comodo è da tempo praticato nel nostro Paese. Toglie riferimenti importanti a famiglie e imprese nelle loro scelte quotidiane e va solo a vantaggio di chi, come Fara, vive producendo statistiche a proprio uso e consumo.
Nell'intervista apparsa su queste colonne, non sostenevo che il disagio fosse ingiustificato. Al contrario, affermavo che in un Paese che non cresce e in cui i redditi sono più variabili che in passato, le famiglie stanno peggio. Non si tratta tecnicamente di impoverimento, ma di diminuzione del benessere di molti. Solo definendo i problemi col loro nome si possono trovare i rimedi. Che non sono i blocchi dei prezzi, poi comunque non rispettati, ma un moderno sistema di ammortizzatori sociali.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017