Lettere al Direttore

L'amore libera dalla schiavitù del perfezionismo, aiuta a diventare semplici e a cambiare copione.
23 Dicembre 2003 | di

La lettera del mese

Un cattolico esigente in cerca dell'anima gemella
L'amore libera dalla schiavitù del perfezionismo, aiuta a diventare semplici e a cambiare copione.

Ho 48 anni, portati molto bene; un ottimo impiego, tante soddisfazioni professionali, una buona posizione economica, ma non riesco a trovare l'anima gemella. Sono un cattolico osservante. Nonostante i non pochi peccati ho improntato la mia vita al rispetto del credo ed esigo che anche la mia ipotetica consorte abbia un percorso di fede simile al mio. È giusto pretendere e credere che possano esistere ancora i principi della verginità , della castità  prematrimoniale e della sacralità  del corpo? È vero che finora nessuna donna mi ha fatto perdere la testa. Forse, se mi fosse capitato, non avrei pensato a tante cose... Insomma, è giusto che un cristiano si comporti così?
Intanto gli anni passano e il sogno di avere una famiglia si affievolisce col tempo. Un sacerdote mi dice che faccio bene, un altro, invece, che sono un presuntuoso. In realtà , mi trovo sempre più solo con i miei principi. Cerco, cerco, ma non trovo una donna che non abbia avuto esperienze o relazioni, pur dichiarandosi cattolica.
M.C. Recanati
L'identikit che fornisce di se stesso è invidiabile.Un'unica screpolatura ne svaluta il profilo: la mancanza dell'anima gemella. Si definisce cattolico osservante, affascinato dal principio della coerenza e per questo esige che la futura consorte abbia un percorso di fede simile al suo, meglio se illibata. Ma, a quanto pare, le sue virtù non sono molto appetibili. Ha chiesto una spiegazione a due sacerdoti e dai loro pareri contraddittori non ha ottenuto alcuna certezza. Io la conosco troppo poco per azzardare un consiglio serio, perciò le esprimo una considerazione generale, che indirizzo a lei, ma potrebbe valere per tanti altri.
Provi a essere un uomo, semplicemente un uomo. Svesta, simbolicamente, l'armatura delle sue virtù, delle qualità  che la rendono irraggiungibile, troppo impegnativo per restarle al fianco. Abbandoni le difese che ingessano la spontaneità . Con fierezza sostiene di non aver mai perso la testa. Credo sia difficile innamorarsi se tutto è governato dalla ragione. I sentimenti viaggiano su altri canali, non meno degni di quelli sorvegliati dall'autocontrollo o dalla razionalità .
Nel suo immaginario, l'anima gemella dovrebbe rispondere a dei requisiti talmente restrittivi che escluderebbero, a priori, la maggioranza delle donne di un'età  prossima alla sua. Lei ha seguito un percorso esistenziale che ha pochi eguali e non le sarà  facile trovare delle similitudini nell'esperienza delle coetanee. Penso che a vent'anni sia possibile incontrarsi e crescere insieme, poiché le idee, la fede e i progetti personali sono in divenire. La materia prima è ancora plastica ed è bello modellare il futuro a quattro mani.
Dopo i quaranta, invece, le biografie sono già  ben organizzate e concedono poco spazio alle novità  e al compromesso. Da una parte, lei desidera il cambiamento, dall'altra, però, si sente rallentato dal peso della formazione cattolica. Ha la sensazione di trovarsi in fuori gioco rispetto a come va il mondo.
Afferma di non sapere dove sia la persona che lei vagheggia. Sarebbe meglio, tuttavia, se non la incontrasse mai, poiché un'eccessiva somiglianza non arricchisce un rapporto di coppia. Non si lasci spaventare dalle differenze. Le suggerisco, piuttosto, di cercare una sorta di consenso per intersezione, puntando su idee e valori condivisi, senza pretendere la perfetta identità  dei partner. L'amore farà  il resto.
L'amore libera dalla schiavitù del perfezionismo, aiuta a diventare semplici e a cambiare copione. Insegna ad accettare la ricchezza dell'altro, senza pretenderlo simile a sé.

Giovani e l'amore trovato on line
Sono in piena crisi esistenziale. Sto facendo il bilancio della mia vita, aiutata anche da uno psicologo, lo stesso che mi ha seguito all'età  di 17 anni, quando ho abbandonato la scuola. Ora ne ho 25 e sto provando a prendere le distanze da un passato fatto di disperazione, quel passato che mi sta riassorbendo nuovamente, ripresentandomi i problemi dell'adolescenza: niente lavoro, niente amore e tanta voglia di andarmene dalla mia città . Volevo fare il grande salto e catapultarmi, finalmente, nella vita. Risultato? Forse sono volata troppo in alto e poi sono caduta male.
All'origine dei miei guai più recenti c'è Giovanni, un ragazzo di Pescara, conosciuto tramite internet. Eravamo diventati molto amici, finché la curiosità  ci ha spinti a inviarci le rispettive foto. Ci siamo piaciuti, così ho cercato di convincerlo che avremmo dovuto incontrarci di persona, ma lui non ha voluto. Ha inventato mille scuse per non farmi prendere quel treno. Non ci siamo mai conosciuti. Poco dopo, persi anche il lavoro. Padre, sa qual è la verità ? Io quel treno lo prenderei anche oggi, se sapessi che Giovanni mi sta aspettando alla stazione! Una volta mi ha detto: Ti voglio bene, ma resteresti delusa da me, perché ho solo 23 anni.
Teresa M. - Rovigo
Lei ricorda con precisione i momenti difficili che hanno segnato la sua prima giovinezza. Allora ha saputo reagire, trovando la forza per vincere la disperazione. Stavolta, sembra tutto più difficile. Forse stava volando troppo in alto ed è precipitata. Dopo l'urto si è risvegliata in un territorio già  conosciuto, in quel passato dai contorni ben definiti: ... niente amore, niente lavoro e tanta voglia di fuggire.
Lei è reduce da un'esperienza affettiva un po' particolare. I fili della grande rete sono stati i testimoni di un amore virtuale. Navigando su internet ha conosciuto Giovanni e il vostro sentimento ha fatto molta strada, fino a giungere alla dogana, quella soglia critica che per voi è coincisa col capolinea. La sua paura di deluderla ha dirottato il vostro volo. Lui ha due anni meno di lei e questo scarto anagrafico gli è sembrato un impedimento troppo severo. Tra le mani lei stringe ancora il biglietto del treno che non l'ha mai portata da lui e così è svanita la possibilità  di incontrarlo in modo vero, per dare un respiro concreto alla vostra storia. Non intendo svalutare la potenza dei nuovi mezzi di comunicazione, ma credo che intorno a lei vi siano tante persone interessanti. Persone vere, delle quali può conoscere l'età  in tempo reale e, soprattutto, può capire se credono che due anni di differenza bastino per mandare a monte un grande amore.
Rispetto la sua sofferenza, tuttavia, vorrei invitarla a buttare quel biglietto con tutte le inconsistenti speranze che esso promette. Lasci stare il treno e il computer.
Cominci a camminare tra la gente reale. Stringa qualche mano, si lasci penetrare dagli sguardi, provi a sollevare la maschera di chi incontra, potrebbe trovare delle belle sorprese.

La legge sulla fecondazione assistita
L'approvazione della legge sulla fecondazione artificiale ha rappresentato una svolta di grande portata culturale nella politica italiana. Hanno prevalso, come deve essere in una corretta visione della giurisprudenza, i diritti del più debole e indifeso: il piccolo concepito, che vedrà  in questa legge tutelati il suo diritto alla vita e la sua dignità  umana. Ha prevalso un nuovo femminismo a dispetto di chi ossessivamente ripeteva che questa legge era contro le donne; si è affermata una nuova, trasversale rappresentanza politica di milioni di donne che nel nostro Paese testimoniano nel silenzio la profonda alleanza tra la donna e la vita concepita; si è affermato il vero specifico femminile che è di porsi sempre dalla parte dei più deboli.
Ha prevalso la scienza libera e onesta che, in mezzo a tante menzogne, ha saputo riaffermare ciò che è inoppugnabilmente, scientificamente dimostrabile: che un essere umano è tale sin dal concepimento e come tale va difeso nei suoi primari diritti. Sono uscite sconfitte le lobby economiche che sulla pelle delle donne e dei bambini hanno usato tutti i mezzi, montando una gran cassa mass mediatica mai vista, pur di non perdere guadagni impressionanti provenienti dallo sfruttamento della sofferenza delle coppie sterili. Si è affermato un nuovo percorso culturale politico che vede l'etica riferimento imprescindibile per l'azione politica.
Olimpia Tarzia
Era ora che in questo delicato settore si ponessero dei paletti a regolare una sperimentazione e una pratica selvagge da parte di chi si sentiva in diritto di provare tutto, anche contro la logica e il buon senso. L'aspirazione ad avere dei figli è sacrosanta e spesso riceviamo lettere di coppie cui la natura pareva negare ,o di fatto negava loro, la gioia di un figlio. Lettere amare, esperienze desolanti. Ad alcuni, poi, la natura ha trovato il modo di liberare le incappate possibilità . Altri hanno deciso di riempire quel vuoto accogliendo nella loro vita bambini sfortunati che avevano bisogno di una famiglia per essere amati e crescere in serenità . Per altri, finché non se ne sono fatta una ragione, non volendo o non potendo intraprendere altre vie, è stato un dramma davvero grande. Auguriamo a quanti vivono queste difficoltà  di riuscire e venirne fuori scegliendo le vie che meglio rispondono al bene dei futuri figli.

I cattolici in Italia sempre più minoranza
A parte le statistiche che danno il cattolicesimo come minoranza dal punto di vista dei numeri - il che potrebbe anche essere un bene -, ho l'impressione che anche in tanti di quelli che dicono di credere, il cristianesimo sembra più accettato come eredità  del passato, vaga speranza, che come fermento della propria vita. È questo che sta creando, secondo me, una società  scristianizzata, indifferente, gente pronta a fidarsi del primo che gli promette una facile felicità , una soluzione a buon mercato dei suoi affanni. Che bisogna fare, secondo lei, per invertire la tendenza affinché il cristianesimo possa ancore contare nella vita dei singoli e della società ?.
Arrigo Boldrini - Firenze
Una bella domanda che chiama in causa quanti, clero e laici, hanno la responsabilità  della nuova evangelizzazione, in pratica tutta la strategia pastorale della Chiesa. Che da tempo si interroga e sperimenta forme nuove per rilanciare il messaggio del Vangelo in un Paese come il nostro, chiaramente post cristiano, cioè che cristiano lo era ma si è dimenticato di esserlo.
Purtroppo non esistono formule magiche, tasti da premere per accendere nel cuore della gente la luce della fede. Probabilmente bisogna partire da capo. Bisogna partire dal presupposto che oggi, come avveniva ai primi tempi, la Chiesa deve far nascere il cristiano. Cristiano oggi non si nasce più, lo si diventa. Esprimeva molto bene questo nuovo stile di evangelizzazione il cardinale Ruini in un'intervista: Dobbiamo far diventare cristiano quel bambino che in famiglia è poco aiutato a diventarlo; quel giovane che nell'ambiente in cui vive ha mille stimoli che lo portano in direzioni diverse. Oggi la religione è più una scelta personale e richiede quindi un contatto personale. Non si può più attendere che la gente venga in chiesa e dare per scontato che se arriva in qualche modo è credente. Bisogna andare a trovare la gente dove vive: nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, negli ambiti della cultura. Una Chiesa missionaria, dunque, come agli albori del cristianesimo.

C'è chi lascia la fede per le illusioni
Che cosa cerca la gente della nostra società  disorientata, confusa e impaurita? La salute, i soldi, il divertimento. Ma è capace di guardarsi dentro e di fare un esame di coscienza? Spesso siamo egoisti: temiamo per il nostro futuro. Alcuni, attratti da nuovi movimenti religiosi, come Testimoni di Geova, Scientology, New age... che promettono mari e monti, si affidano a loro e poi ritornano delusi e impoveriti.
Con la caduta dei valori morali non si prega più, o molto meno, non si legge il Vangelo che è Parola autentica di vita e di verità  perché il Cristo è passato tra noi beneficando e sanando...
Noi abbiamo una nostra sacrosanta religione con grandi santi anche attuali come padre Pio o madre Teresa di Calcutta? Certamente ci vuole l'impegno e la costanza di leggere ogni giorno un brano del Vangelo, assistere alla messa perché nell'Eucaristia c'è Gesù vivo e operante.
Soffriamo? Tutti soffrono, ma se la sofferenza viene accettata con amore e offerta a Dio porta agli altri frutti immancabili di bene.
Diana Del Fabro - Padova
Certo, il momento è delicato. Regnano confusione e sconforto. Famiglia, Chiesa, istituzioni... messe in crisi dai profondi mutamenti degli ultimi anni, hanno cessato di essere naturali e sicuri punti di approdo, luoghi in cui trovare la felicità , anche perché il concetto di felicità  proposto dai nostri tempi magari non coincide con quello, ad esempio, che il cristianesimo propone. E allora si cercano scorciatoie per altri pascoli, che risultano poi inadatti alla grande fame e sete dell'uomo.
Non bastano, forse, da sole le grandi figure a mutare la situazione. C'è bisogno di una testimonianza diffusa, visibile, quotidiana che dia in ogni momento stimoli a una vita diversa, ispirata ai grandi valori dello spirito e del vivere civile. Testimonianze singole e collettive.
Ma questo, da come stanno andando le cose, vuol dire attuare una rivoluzione a 360 gradi, una conversione profonda di idee e di stili di vita. Difficile, ma non impossibile. Si può cominciare a realizzarla, cominciando ad essere noi, nel nostro ambiente, quei testimoni di cui si sente tanto il bisogno. È un primo passo, il piccolo seme che germoglierà , se innaffiato con la costanza della preghiera e del sacrificio, in un albero colmo di frutti per un mondo diverso e migliore.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017