Lapierre, amico del Santo e dei poveri

A colloquio con Dominique Lapierre, giornalista e scrittore di best seller. Una vita spesa nell'impegno per i poveri.
01 Febbraio 2005 | di

Abbiamo incontrato Dominique Lapierre in occasione della presentazione, al Santo, di Luna di miele intorno al mondo (Il Saggiatore, `‚¬ 17), il libro nel quale lo scrittore racconta l'avventuroso viaggio compiuto negli anni '50 con la moglie appena sposata.

Msa. Lapierre, lei è tra i più grandi giornalisti al mondo. La sua vocazione a scrivere si è espressa subito nel libro Luna di miele intorno al mondo. Cosa significa per lei presentare questa sua opera in Italia, dopo cinquant'anni?
Lapierre.
È una festa! Sono un ammiratore dell'Italia e della sua capacità  di condividere con i più poveri. Luna di miele intorno al mondo racconta un'esperienza decisiva nella costruzione della mia personalità . Grazie ad essa ho capito moltissime cose. Avevo ventun'anni, ero appena sposato. Fu come una rivelazione. Viaggiando ho capito che uno dei più grandi problemi del nostro pianeta è la povertà . Nei miei viaggi di allora ho scoperto lo stato di abbandono dei bambini delle grandi città  e ho capito che dovevo e potevo fare qualcosa.

Lei ha conosciuto moltissimi protagonisti della storia del '900 e anche grandi santi. Com'è nato e che cosa rappresenta per lei il suo legame con madre Teresa?
Una cosa enorme. Madre Teresa è stata e continua a essere la mia ispiratrice. Com'è accaduto a tante persone. Madre Teresa ha mostrato al mondo che tutti noi possiamo fare qualcosa per sopprimere le ingiustizie e per alleviare le sofferenze dell'umanità . Lei è stata il detonatore per capire che la povertà  non è una fatalità . Possiamo fare qualcosa per cambiare tutto ciò.

Alla luce della sua incredibile esperienza, che consigli darebbe ai giovani che portano in cuore il desiderio di viaggiare?
Viaggiare con occhi aperti, senza cellulare e carte di credito. Viaggiare con pochi soldi, per essere obbligati a lavorare sulle strade del mondo. Se ti manca la strada, fattela, così diceva un caposcout francese. Ed è sempre stato il mio motto. Solo così, infatti, i giovani di oggi e di sempre possono capire le sofferenze e i problemi della gente. L'odio viene principalmente dal fatto che non conosciamo gli altri, i nostri fratelli del mondo.

Luna di miele intorno al mondo termina con una lunga lista di importanti realizzazioni caritative a Calcutta e nelle zone povere e rurali del delta del Gange, rese possibili grazie al 50 per cento dei diritti d'autore che lei ottiene dai suoi libri. Sono opere costruite insieme con sua moglie. Che importanza ha Didì in questo lungo, grande viaggio di coppia nella solidarietà ?
È molto importante condividere tutte le azioni umanitarie. Possiamo veramente cambiare le cose per migliaia di persone. Abbiamo salvato quattro milioni di malati di tubercolosi. Siamo soli. I diritti d'autore contribuiscono a finanziare le nostre opere. Tutti i soldi vanno direttamente ai poveri.

Nel suo ultimo best seller New York brucia? lei parla di terrorismo. Cosa pensa dello sconvolgente dilagare di questi atti di violenza?
È una cosa orribile. Allora quel libro fu per noi un'occasione per condurre un'inchiesta in tutto il mondo, per scoprire se un terrorista come Bin Laden potesse introdurre in una città  una bomba atomica. Temo che il prossimo passo del terrorismo sarà  di passare al terrorismo nucleare. Abbiamo scoperto che non siamo protetti, e che è necessaria una politica di sicurezza che non abbiamo.

Quali sono state per lei le grandi scelte che le hanno lasciato il segno? Cosa l'ha guidata nella vita?
Una voce: non è sufficiente che uno scrittore di successo sia un testimone. Deve essere anche agente di cambiamento. E poi, nel 1981, sono partito per l'India.

Chi è Dio per lei: come lo definirebbe?
Nostro Padre, col suo amore infinito. Per me è straordinario sapere ogni giorno di avere un padre innamorato.

Quali sono i momenti nei quali lei si si sente più vicino a Dio?
Con i poveri. Madre Teresa vedeva, in ogni povero di Calcutta, Gesù Cristo.

Che impressione ha avuto visitando la basilica?
È un tempio del nostro pianeta! Ogni volta che la visito è un'esperienza magnifica!

Che rapporto ha con sant'Antonio?
Sant'Antonio è un mio amico. Egli fu il difensore dei poveri. Ogni giorno gli chiedo di proteggere me e i miei cari per continuare a lavorare per i poveri.


Appuntamenti. FEBBRAIO IN BASILICA

9 febbraio: Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima. Alle 17,00, durante la messa, si impongono le Ceneri. A tutte le messe vengono imposte le ceneri come segno penitenziale.
11 febbraio: Giornata mondiale dei malati. In basilica, alle ore 8,15 messa per tutti gli ammalati della Famiglia antoniana e per gli iscritti all'Uamm (Unione antoniana malati). Alle ore 16,00 si celebra la messa, presieduta dal vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, per i malati della diocesi di Padova.
15 e 22 febbraio: alle ore 20,45, presso lo Studio Teologico nel Chiostro della Magnolia, riprende la serie delle serate del martedì, dal titolo Se Antonio tornasse..., con testi tratti dai Sermoni di sant'Antonio, da autori contemporanei e da lettere degli associati del Messaggero di sant'Antonio. La rappresentazione, intervallata da brani musicali, rievoca la prima predicazione quaresimale quotidiana che sant'Antonio fece a Padova nel 1231, proponendola come momento di riflessione, riascoltando parole e provocazioni sempre attuali.
20 febbraio: celebrazione della Traslazione di sant'Antonio (Festa della Lingua). Alle 17,00 si celebra la messa. Al termine, processione con la reliquia del Mento di sant'Antonio, all'interno della basilica.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017