L’ambiente in tv: «naturalmente» Licia

Passione per il lavoro e professionalità: è questa la ricetta che ha garantito alla nota conduttrice oltre vent’anni di successi.
21 Giugno 2007 | di

L’appuntamento è fissato per le 17, in una libreria del centro di Roma. Lei arriva un po’ in ritardo, «colpa del traffico» si scusa, ma, nonostante l’imminente presentazione del suo ultimo libro, Cuore di gatta (Mondadori), si concede serena e disponibile all’intervista.

Vestita in modo semplice, un paio di jeans bianchi, una t-shirt nera e scarpe da ginnastica, Licia Colò, sposata e madre di una bambina di quasi due anni (li compirà a ottobre), dimostra meno dei suoi 44 anni. A colpire sono soprattutto gli occhi: grandi, espressivi, di un verde intenso, sottolineati da una riga di eye-liner nero che li rende quasi severi. Ma pure il «piglio», decisamente asciutto anche se cortese, non passa inosservato: della dolcezza televisiva, sorriso a parte, nemmeno l’ombra.

Msa. Licia Colò, com’è approdata in televisione?

Colò.
È stato il classico «caso». Ero una ragazza giovane, desiderosa di guadagnare due lire per raggiungere un minimo d’indipendenza. Cominciai così a fare la modella per un’agenzia che mi segnalò, come spesso accade, per un provino in una televisione privata, Antenna Nord. Il provino andò bene e io fui assunta come annunciatrice. Di lì a poco la piccola televisione divenne Italia 1. Insomma, mi sono ritrovata nel posto giusto al momento giusto, e così quello che doveva essere un lavoro momentaneo si è trasformato in una vera professione.

I viaggi, per lei sono una passione. Com’è nata?

È nata con me. Mio padre era pilota e io praticamente sono cresciuta viaggiando. Non ho mai considerato il viaggio un «lusso». Era parte della mia vita. Poi, quando sono entrata nel mondo della televisione, ho cercato di trasformare questa mia consuetudine in un punto di forza. Così, nel 1989 proposi a Mediaset il programma L’arca di Noè, una trasmissione che si occupava di animali e ambiente e richiedeva frequentissimi spostamenti. Da quel momento il viaggio è diventato parte del mio lavoro.

Il sogno è un tema che ricorre spesso nella sua vita. Oltre a parlarne nel suo ultimo libro, ha scritto un testo intitolato proprio Sogno. Ma che cosa rappresentano per lei i sogni?

Il sogno è una parte importante della mia vita. Sono i sogni a darci gli spunti per realizzare un’esistenza felice. Chi non ha il coraggio di sognare e di lottare per realizzare i propri sogni, difficilmente raggiunge obiettivi importanti.

La sua trasmissione Alle falde del Kilimangiaro, è giunta ormai alla sesta edizione. Qual è stata la chiave del successo, secondo lei?

Siamo stati tra i primi a occuparci di turismo, proprio in un momento nel quale gli italiani cominciavano ad appassionarsi ai viaggi. E poi abbiamo avuto la capacità di evolverci, di non rimanere fermi in modo passivo su un successo consolidato. Abbiamo così cominciato a proporre mete originali, lontane dai circuiti turistici usuali, a raccontare storie vere, emozionanti. Insomma, abbiamo cercato di portare sulla scena il «vero spettacolo del mondo».

Ha una figlia di quasi due anni, Liala. Come l’ha cambiata l’esperienza della maternità?

Totalmente. Direi che mi ha stravolto e non lo avrei mai immaginato. Innanzitutto la nascita di Liala mi ha portato a compiere scelte professionali diverse: adesso, per esempio, viaggio di meno. E poi mi fa piacere dedicare a lei il mio tempo: quando io e mio marito abbiamo scelto di farla nascere sapevamo che avrebbe occupato il primo posto nella nostra vita.

Parliamo del suo ultimo libro Cuore di gatta che, per citare le sue stesse parole, è nato per «rendere immortale» il suo amore per Pupina, una gatta che ha condiviso un lungo tratto della sua vita.

Devo ammetterlo: io non ho scritto questo libro perché la gente lo leggesse. Sembra una follia, lo so, ma è proprio così, anche se adesso sono contenta del successo che sta riscuotendo. Il libro è nato come una sorta di diario personale, per raccontare la nostra storia, mia e di Pupina, perché mia figlia un giorno la leggesse e poi perché Pupina è stata per me veramente una compagna di vita. La sua non è stata semplicemente la storia di un gatto, ma di un essere che ha camminato al mio fianco, al quale io mi sono appoggiata realmente in tante occasioni, anche difficili, della mia vita. Pupina ha rappresentato per me a volte una specie di sorella, a volte una mamma, altre volte una compagna. È stata una sorta di angelo che ha vegliato sulla mia esistenza.

Nel libro racconta anche il suo incontro con la malattia...

Ringrazio Dio di avermi fatto vivere un’esperienza che mi ha portata vicino alla morte, senza gravi conseguenze, perché questo ha rappresentato un insegnamento prezioso. Molte volte viviamo la nostra esistenza come trascinati dalla corrente: tutti gli altri vanno in una direzione e allora ci lasciamo trasportare lì anche noi, senza chiederci che cosa vogliamo in realtà. Quando all’improvviso pensi che la tua vita sia finita, comprendi invece che cosa desideravi veramente, capisci quali sono i veri valori. La malattia è stata per me una rivelazione: da quel momento la mia vita è cambiata. Oggi apprezzo le cose semplici alle quali prima dedicavo poco tempo.

I proventi del suo libro saranno devoluti al fondo Pupina di «Animali e animali», il sito dedicato al regno faunistico del quale lei è direttrice editoriale.

Pupina è rimasta con me per tanti anni, anche perché io ho voluto «sperare oltre la speranza»: non ho voluto credere ai veterinari, che mi dicevano sarebbe morta a causa di una grave malattia, e ho insistito affinché venisse curata. Ho cercato un veterinario che credesse come me in un «miracolo» e alla fine tutto questo l’ha salvata. Per tale motivo ho deciso che, qualsiasi somma sarebbe stata, io avrei depositato il ricavato ottenuto dalla vendita del libro in questo fondo che servirà a curare i gatti di quelle persone che non hanno possibilità economiche. Sul sito verrà registrato ogni movimento «di cassa»: ci sarà massima trasparenza sulle entrate e sull’impiego di ogni singola somma.

Il suo sogno nel cassetto?

Mi ritengo una persona fortunata: faccio un lavoro che amo, ho una famiglia che amo, sono serena, la salute, almeno così pare, non mi manca. Il mio unico sogno, oggi, è di avere più tempo libero per starmene con la mia famiglia, magari facendo divertire e ridere mia figlia.

Lei è credente?

Direi di sì, anche se non sono molto praticante. Per esempio, ho scelto di sposarmi in chiesa, perché sia io che mio marito crediamo che il matrimonio religioso sia un sacramento. Poi, dire che cos’è per me la fede non è semplice: forse significa essenzialmente aiutare gli altri.

Per lei, così appassionata di natura, animali, ambiente in genere, chi è san Francesco?

Lo confesso: san Francesco è il mio santo preferito e, ovviamente, sono andata più volte ad Assisi e a Gubbio. È stato un uomo meraviglioso che secoli fa ha saputo anticipare temi quasi «fantascientifici» per l’epoca, come il rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi. Per me il messaggio di san Francesco è prezioso, anche se, e lo dico con dispiacere, nella Chiesa non c’è sempre questa attenzione nei confronti della natura e degli animali.

Qual è il «luogo» nel quale Licia Colò «incontra» Dio?

Lo percepisco nella natura e nella bellezza della vita. Ma anche nelle piccole e grandi emozioni di ogni giorno.


La scheda


Licia in breve

Licia Colò è nata «per caso» a Verona, ma ama definirsi cittadina del mondo. Conduttrice televisiva e giornalista, dal 1982 ha ideato e condotto numerose trasmissioni televisive e documentari sulle reti Fininvest (Mediaset): Bim Bum Bam, Festivalbar, Buona Domenica, L’Arca di Noè e La compagnia dei viaggiatori.
Dal 1996 è passata alla RAI conducendo Geo & Geo, King Kong, Il pianeta delle meraviglie. Oggi è alla guida di Alle falde del Kilimangiaro e Cominciamo Bene Animali e Animali. Nel 2001 Licia ha dato vita a www.animalieanimali.it: un portale d’informazione dedicato alla difesa degli animali e della natura, di cui è direttore editoriale.
Da poco è giunta in libreria la sua ultima fatica: Cuore di gatta. Una storia d’amore (Mondadori, euro 15,00).



Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017