La scuola sotto i baobab

Un piccolo progetto realizzato in Madagascar da un missionario italiano dimostra come una scuola può cambiare la vita di un intero villaggio.
22 Febbraio 2008 | di

Alberi di baobab, risaie, splendide spiagge e natura incontaminata. La cartolina che padre Riccardo Simionato ci porta dal Madagascar, la grande isola al largo della costa orientale dell’Africa, in pieno Oceano Indiano, dove abbiamo realizzato un piccolo progetto, include un altro elemento che non appare nei depliant patinati: le 650 mila anime della sua diocesi, Morondava. Una diocesi vastissima, circa 400 chilometri per 200 a sud-ovest dell’isola, strade appena tracciate, inaccessibili durante i mesi delle piogge, trenta preti, un solo italiano, padre Riccardo appunto. A lui il vescovo di Morondava nel 2000 assegna Mandabe, una cittadina dell’interno: un compito che ben pochi gli invidiano. La missione, fondata quarant’anni prima, è abbandonata da diciotto: «Non c’era più neppure un cristiano. Ero completamente solo, con la necessità di entrare in contatto con una cultura antica, quella bara, che ancora si tramanda oralmente, isolata dal mondo, dedita ai sacrifici animali, basata sul culto dei morti».

C’è molto da imparare, ma una cosa padre Riccardo coglie subito: la gente vive in una povertà assoluta, oggi quantificata in 30 centesimi di dollaro al giorno. Non ci sono strade, né acqua potabile, né elettricità, quasi assenti i servizi sanitari. «La mortalità dei bambini è elevatissima, così pure quella delle donne con complicazioni da parto» spiega padre Riccardo. Si sopravvive grazie all’allevamento degli zebù e alle risaie. Povertà di risorse ma anche di sicurezza: «Qui lo Stato non arriva quasi. Questa gente da quarant’anni è minacciata da bande che razziano le bestie e altre povere cose: pentole, utensili, le zanzariere con cui si proteggono i bambini». Bande che spesso uccidono e feriscono.

Una piaga che aggiunge sofferenza a sofferenza.


Una missione quasi impossibile


Oggi sei villaggi dell’interno sono dotati di scuola e pozzo e 1500 bambini possono accedere all’educazione. Proprio in uno di questi villaggi, Tanambao, i sostenitori della Caritas Antoniana hanno offerto due aule per le lezioni. Tanambao si trova a 40 chilometri da Mandabe, la sua strada d’accesso è quasi scomparsa. Novecento persone vivono lì in completo isolamento. «Ho iniziato a visitare il villaggio quattro anni fa – ricorda padre Riccardo –; è stato difficile far accettare l’idea di scuola e soprattutto convincere la popolazione a sostenere gli stipendi degli insegnanti. L’arrivo di Eugène, un giovane maestro nativo della stessa regione, ha aiutato molto a risolvere i problemi».

Trovare insegnanti locali è il vero cruccio di padre Riccardo: «Li cerco in tutta la regione del Menabe o anche più lontano, nel raggio di 500 chilometri: l’importante è che siano malgasci (del Madagascar) di religione cattolica. In questo modo non solo sono in grado di insegnare e guidare la preghiera e la catechesi, ma sanno porsi nel modo più adatto e dare un esempio di vita cristiana incarnata nella quotidianità».

Molto è chiesto a questi insegnanti e padre Riccardo lo sa: «Diventano presto dei punti di riferimento per la comunità, ricevono minacce, mettono a repentaglio la loro vita e quella dei familiari». La gente apprezza il loro sacrificio e spesso succedono miracoli: nascono spontaneamente alcuni gruppi di cristiani e da questi altri catechisti, animatori, leader. «Vivere con loro mi ha fatto sperimentare che il vero missionario non è tanto un agente di sviluppo sociale quanto un animatore che opera fin dal primo giorno avendo in mente la sua “de-missione”, cioè il momento in cui se ne andrà».

Nelle scuole di padre Riccardo non s’impara solo a leggere e a scrivere ma a diventare comunità, ad affrontare i problemi, a creare solidarietà nel rispetto della cultura locale. Oggi i genitori degli scolari di Tanambao s’impegnano a mantenere gli insegnanti dei loro figli donando una quantità di riso pari a tre mensilità e coltivando insieme un ettaro e mezzo di manioca. Uno sforzo gravosissimo per la loro fragile economia. Segno che la scuola è diventata il centro di una nuova vita. «In un angolo di Madagascar – afferma padre Riccardo – avete eretto un monumento vivente. Il dono della cultura e della fede: li affidiamo al Signore che solo dà fecondità a quanto facciamo». 


il progetto in breve

Progetto: costruzione di due grandi aule

Luogo: Tanambao, Mandabe

Tempo: 2007

Costo totale: euro 18 mila

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017