A chi non piace ascoltare storie? Che cosa sono in fondo i romanzi, i film o le opere teatrali o liriche, le canzoni, se non dei racconti più o meno lunghi? Lo dice anche una delle regole non scritte del giornalismo: per attrarre un lettore, è buona cosa cominciare il testo raccontando una storia vera. Ma che cos’è che ci fa amare così tanto i racconti? Lo ha spiegato bene papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali del 2020 («Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria» (Es 10,2). La vita si fa storia): «L’uomo – ha esordito il Papa – è un essere narrante. Fin da piccoli abbiamo fame di storie come abbiamo fame di cibo. […] le storie influenzano la nostra vita, anche se non ne siamo consapevoli. Spesso decidiamo che cosa sia giusto o sbagliato in base ai personaggi e alle storie che abbiamo assimilato. I racconti ci segnano, plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti, possono aiutarci a capire e a dire chi siamo. […] Immergendoci nelle storie, possiamo ritrovare motivazioni eroiche per affrontare le sfide della vita».

È così da sempre. Lo era anche all’epoca di Gesù, e non a caso lui stesso, nella sua predicazione, utilizzava moltissimo le parabole, che altro non sono che racconti brevi per spiegare concetti magari complessi. Bellissima quindi l’idea della redazione di «DonneChiesaMondo», il supplemento femminile de «L’Osservatore Romano», di selezionare 16 parabole e di affidarle ad altrettante autrici perché scrivessero dei racconti a esse liberamente ispirati. Ne è uscito un volume intelligente (La Parola e i racconti. 16 scrittrici leggono le parabole dei Vangeli, curato da Ritanna Armeni, Rita Pinci e Carola Susani e pubblicato dalla Libreria editrice vaticana), il cui maggior pregio (oltre alla piacevolezza della lettura, grazie alle splendide penne coinvolte) è quello di dimostrare come i racconti di Gesù siano validi per ogni donna e ogni uomo di qualsiasi tempo e luogo, perché il cuore degli esseri umani non è oggi così diverso da com’era duemila anni fa.

I racconti sono davvero uno più bello dell’altro. Le scrittrici coinvolte (per fare solo qualche nome: Mariapia Veladiano, Ritanna Armeni, Camilla Baresani, Emanuela Canepa, Ubah Cristina Ali Farah, Cinzia Leone, autrice anche delle illustrazioni) differenti per età, formazione, provenienza e credo religioso, sono riuscite a dare nuova vita alle parabole, facendoci sentire parte di un disegno universale di bene, che, anche attraversando a volte sentieri oscuri, avvolge tutta la nostra vita. Una bellissima lettura adatta davvero a tutti e consigliata soprattutto in questo mese in cui riviviamo la storia della nostra salvezza a partire proprio dalla storia di un piccolo bambino nato a Betlemme oltre duemila anni fa…