La mia missione? Dal Vangelo a sorella acqua

Padre Luciano Bernardi, missionario in Brasile, in visita alla basilica, ci racconta la sua esperienza di solidarietà integrale, fatta di Vangelo e acqua.
28 Aprile 2005 | di

Padre Luciano Bernardi, trevigiano, è in missione nel Semiarido brasiliano da circa ventidue anni. È tornato in Italia per il funerale del papà , morto a 96 anni. Ne abbiamo approfittato per porgli alcune domande circa il suo impegno solidale di missionario. In comunione con la basilica da cui è partito.

Come vive le difficoltà  che incontra la sua gente?
Quello che tocca il cuore è come questa gente sia capace di resistere, di lavorare, di metter su famiglia, di fare normalmente quello che fa la gente dei campi: curare gli animali, fare la raccolta, piantare in condizioni limite, senza scoraggiarsi di fronte a quella legge terribile del pianta-perdi il raccolto, pianta-perdi il raccolto. Anche tre, quattro volte di seguito. A volte, quando il tempo è favorevole, riesce anche a fare un piccolo raccolto, ma è sempre di sopravvivenza. Ecco, questo colpisce immediatamente l'attenzione. È gente piena di speranza, piena di resistenza.

Chi li aiuta?
Sono le comunità  di base, rurali, che accanto a tutte le pratiche della religione, della lettura della Bibbia, della preghiera, della Messa, della visita agli ammalati, hanno anche qualcuno che si interessa alle necessità  più urgenti della comunità  lontana, che è alle volte senza luce, senza acqua, senza trasporto, senza scuola, con molti analfabeti. Facciamo delle riunioni, delle assemblee, una volta al mese. All'inizio dell'anno si fa programmazione, si fa formiazione, si legge la Bibbia e, nello stesso tempo, si riflette sul perché di queste situazioni e si prendono delle iniziative concrete.

Come avete scoperto i loro bisogni più urgenti?
Con tutte le comunità  della diocesi abbiamo chiesto alla gente, quattro o cinque anni prima del Giubileo del 2000: Qual è il problema più importante che dovremmo scegliere come il problema base?. Si è alzato un grido corale: La mancanza di acqua decente da bere!. Per cui noi ci siamo chiesti: Cosa vuol dire celebrare duemila anni della nascita di Cristo?. Vuol dire per lo meno fare un piccolo sforzo perché questa gente abbia accesso a una necessità  così basilare come l'acqua. Da' da bere agli assetati resta un'opera di misericordia evangelica. Urgentissima per centinaia di milioni di persone al mondo tra l'altro.

Dunque, Vangelo e carità  sempre insieme, come sant'Antonio sapeva fare?
Proprio così! La nostra evangelizzazione non poteva essere solo annuncio del catechismo o delle verità  della fede. Doveva essere l'annuncio di un'esperienza di vita migliore. Per tutti. Così abbiamo cercato di immergerci nelle problematiche più forti, più sentite dalla gente. Tra queste quelle della terra e dell'acqua, perché le due cose vanno assieme. Io, in questo senso, mi sono sentito benissimo come francescano, fratello di sant'Antonio; come sacerdote, come persona che cerca di vivere questo quando celebra la messa e quando amministra i sacramenti. Messa e sacramenti sono importanti, perché sono il segno visibile di una vita migliore, che la gente porta avanti. Sono i segni della risurrezione di Cristo. In questo senso è una spiritualità  francescana e cristiana, quella che ci rafforza e che ci mantiene fedeli a questo impegno. Anche se alle volte ci si stanca, viviamo le nostre incoerenze e i nostri autoritarismi.


Cosa intende autoritarismo?
Autoritarismo è un po' il peccato di tutti noi, che proveniamo da fuori Brasile. Abbiamo sempre l'impressione, l'idea, di essere migliori, di avere la soluzione in mano. Se ci facciamo un esame di coscienza serio, ci diciamo in faccia che non siamo migliori degli altri, anzi. Non siamo più avanti di questa gente, come a volte ci viene la tentazione di pensare perché noi non abbiamo mai passato, non abbiamo mai vissuto situazioni di mancanza di necessità  basilari, come questa dell'acqua, per esempio.

Cosa vuol dire vivere con questa sua gente, perché è importante per lei? È più quello che si dà  o quello che si riceve, alla fine?
Quando ci confrontiamo con la vita di queste persone, possiamo dare delle cose a loro, ma loro ne danno molte di più a noi: fede, speranza, resistenza, capacità  di essere cordiali, ...il francescanesimo! Io imparo molte cose da loro: la cordialità  francescana, la capacità  di non avere odio per nessuno. Talvolta questo è anche fatalismo...

Quest'anno siamo in comunione durante i 13 martedì con sant'Antonio. Una solidarietà  a distanza?
Nessun luogo è lontano per chi vive nello spirito. È una solidarietà  integrale che intendiamo condividere anche con le comunità  in Italia, che ci sostengono materialmente e nello spirito. In nome di sant'Antonio, soprattutto in queste 13 settimane che ci preparano insieme alla sua festa. Crescere insieme nel corpo e nello spirito: è il modo migliore per onorare il nostro Santo.

 

APPUNTAMENTI / Maggio in Basilica

2 maggio, ore 21,00, Chiostro della Magnolia: inizio della preghiera quotidiana  del Santo Rosario aperta a tutti i fedeli.
15 maggio, solennità  di Pentecoste: sante messe con orario festivo. Le messe delle ore 11,00 e 17,00 sono animate dalla Cappella Musicale del Santo.
19 maggio, ore 21,00, Sala Capitolare: Incontro mensile di preghiera per la pace. Quest'anno si approfondisce il tema a partire dalla preghiera di san Francesco d'Assisi Lodi di Dio altissimo.
31 maggio, ore 21,00, Chiostro della Magnolia : solenne chiusura del mese di maggio e dell'itinerario quotidiano di preghiera del Santo Rosario.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017