La Finanza con il bollino blu

Non volete che i vostri risparmi, a parità di rendita, siano investiti in aziende che producono armi, che violano i diritti umani o che oltraggiano l'ambiente? Non mancano le possibilità di farlo.
26 Maggio 2004 | di

La finanza tradizionale sta perdendo qualsiasi logica riconducibile alla ragione. Ogni giorno in Italia si scambiano 19 miliardi di euro in attività  commerciali e 1800 miliardi di euro in quelle finanziarie. L'attività  finanziaria ha superato quella commerciale, alla ricerca di continui e maggiori profitti, ignorando la soglia che divide il lecito dall'illecito, dice Fabio Salviato, presidente della Società  europea di Finanza etica per l'alternativa e di Banca popolare etica.
Gli scandali Cirio, Parmalat e altri ancora, che hanno rovinato un bel po' di risparmiatori, sono frutto di questa logica arraffona. È necessario - dice Salviato - far ritornare la finanza, l'investimento e le banche alla logica che ha guidato la costituzione del sistema finanziario: dai Monti di Pietà  del 1400 alle banche di credito cooperativo di un secolo fa. Bisogna ricondurre il flusso di denaro raccolto verso finanziamenti che producano lavoro, trasporti, benessere, giustizia, che si muovano nel rispetto della vita e dell'etica....
Per farlo, non occorre inventare nulla: un modo diverso di fare finanza già  esiste. Si chiama Finanza etica. Che Salviato così descrive: È finanza di progetto, mette cioè a disposizione risorse di denaro per finanziare iniziative che operano nel sociale, nell'ambiente, nella cooperazione internazionale, nell'assistenza, ma soprattutto sostiene progetti che provengono da bisogni espressi da fasce deboli ed emarginate della popolazione. Quindi, una finanza non fine a se stessa, denaro per produrre denaro, ma per dare credito e fiducia ai bisogni della gente.
È l'espressione più moderna dell'antico rifiuto politico opposto dalle comunità  quacchere e mormoni, agli inizi dello scorso secolo, negli Usa, di investire il proprio denaro in imprese che producevano armi, alcolici e tabacco, diventato negli anni Settanta, sempre negli Usa, una scelta positiva a favore di iniziative operanti nel settore dell'ambiente. Imitato in Europa negli anni successivi, la Finanza etica indirizza il flusso di denaro raccolto verso imprese socialmente responsabili, che non investono in armi, e agiscono nel rispetto della persona, della vita e dell'ambiente.

Msa. Come è articolata, in concreto, l'attività  di Finanza etica in Italia?
Salviato
. Negli anni Novanta l'esperienza delle Mag (Mutua autogestione) e della Ctm, ora Etimos, specializzata in fondi di sostengo al commercio equo solidale nei Paesi del Sud del mondo, ha fatto nascere l'idea di una banca vera e propria, che si è costituita l'8 marzo del 1999 come Banca popolare etica. Come strumenti operativi, accanto alle Mag, Etimos e la Banca popolare, abbiamo fondato Etica Sgr, una società  di gestione del risparmio che gestisce tre fondi etici (vedi riquadro pag.41), una Fondazione culturale e un mensile, Valori.

Gli italiani, secondo dati resi noti al Convegno di Bologna da Finanza etica, hanno affidato ai gestori dei fondi etici 1709 milioni di euro, una goccia d'acqua nel mare del risparmio gestito: sono poco informati o pensano che servano solo a mettere a posto la coscienza e non anche il portafoglio?
I motivi sono diversi, ma non la scarsa conoscenza. Le ricerche dicono che il 42 per cento degli italiani conosce i fondi etici. Anche se serve distinguere. La Consob ha individuato 32 fondi etici, molti di essi sono fondi tradizionali che destinano una parte degli interessiaorganizzazioni convenzionate ma che in tutta Europa sono considerati fondi solidarietà  e non fondi etici. Nei 1709 milioni di euro ci sono anche questi, e sono una componente non trascurabile.
Il motivo è che manca una certa cultura, non tanto nelle persone singole (circa 1500 persone in un anno hanno affidato ai nostri sportelli i loro risparmi) ma in quelle istituzionali: enti religiosi, sindacati (con i trattamenti di fine rapporto gestiscono 500 milioni di euro), parrocchie, associazioni di volontariato, movimenti per la pace... Noi offriamo la possibilità  di investire nel rispetto dell'ambiente e dei diritti umani. Ma c'è chi tra loro preferisce ancora le banche tradizionali con il loro carico di ambiguità . E non per una questione di rendimento, perché negli ultimi anni i fondi etici hanno reso mediamente di più degli altri. E allora, perché? Ecco un bel tema per un dibattito.

Perché, allora, uno dovrebbe sentire importante e utile investire in un fondo etico?
Se uno vuole, cioè, che il denaro sia utilizzato in coerenza con il proprio modo di pensare, con la propria etica e il proprio stile di vita, questo problema dovrebbe porselo. Abbiamo la possibilità  di votare non ogni cinque anni, ma ogni giorno: investendo il nostro denaro perché venga utilizzato in maniera socialmente responsabile, orientiamo l'economia, la finanza e la società  verso un sistema economico e finanziario che rimetta al centro l'uomo e la donna e risponda a determinati bisogni.

Gli scandali Cirio, Parmalat... hanno giocato a vostro favore?
Sicuramente. Quanto preventivato di raccogliere in fondi per il 2004 già  ad aprile l'avevamo realizzato. Il risparmiatore, disorientato dagli scandali, ha visto in Banca etica un interlocutore che dà  il massimo di trasparenza e affidabilità  nella gestione del denaro.

Come stanno andando le cose? Ho letto notizie contrastanti: di una certa flessione nei volumi gestiti nel 2003, ma anche di un trend in crescita nell'ultimo anno: che cosa è vero?
Dei 1709 milioni di euro, noi ne abbiamo 150. La cifra si riferisce a fondi partiti per lo più nel 1996, mentre i nostri il 18 febbraio 2003: 150 milioni di euro di fondi in un anno di vacche magre è un fatto significativo. Un altro messaggio da dare al sistema finanziario - noi lavoriamo in maniera contagiosa - è che la Finanza etica non è un prodotto da mettere su uno scaffale perché dei clienti lo richiedono. Finanza etica è una pratica che comporta il cambiamento della struttura interna per renderla più trasparente, più accessibile, facendovi partecipare i clienti. Solo cambiando, si potranno conquistare nuove fette di mercato.
Gli scandali hanno messo in luce i limiti di un sistema finanziario vecchio, che non reggerà  oltre i prossimi vent'anni e che non sta dimostrando la capacità  di rinnovarsi. Non mettendo delle pezze ma cambiando tutto, perché stiamo andando verso la costruzione di un nuovo modo di fare banca, che noi abbiamo iniziato.

Anche le banche tradizionali stanno aprendo fondi etici, con quali garanzie? È solo un'operazione di facciata?
Non tutte le banche sono uguali, qualcuna sta lodevolmente facendo qualcosa, perché parte della società  civile chiede prodotti etici e maggiore trasparenza, ma si sono fermate alla registrazione del fatto nuovo e alla confezione di prodotti che, dal punto di vista etico, hanno forti limiti.

Possiamo dire che la Finanza etica è una realtà  piccola, ma come il granello di senapa del Vangelo è destinata a cambiare le cose nel mondo del risparmio e della finanza?
La nostra base sociale è di 50 mila persone. La principale banca popolare in Italia, dopo 120 anni, ne ha 100 mila. Numeri ancora piccoli, ma con un forte movimento di opinioneesensibilizzazione. Non è un caso che adesso le banche ci tengano a proclamare la loro estraneità  al commercio di armi, eccetera.

Chi effettua i controlli?

Ma chi sceglie e controlla le imprese socialmente responsabili cui affidare il denaro dei risparmiatori? Lo abbiamo chiesto al dottor Luca Mattiazzi, direttore operativo di Etica Sgr.

Msa. I fondi etici possono considerarsi al riparo dalle inique speculazioni e dai disastri prodotti dai famigerati titoli killer di Cirio, Parmalat?
Mattiazzi.
Per entrare nei nostri fondi etici Valori Responsabili, un'impresa non deve solamente essere interessante dal punto di vista finanziario, ma deve anche rispettare i diritti dei lavoratori, l'ambiente, i diritti umani. I fondi tradizionali si fermano all'analisi finanziaria mentre noi applichiamo criteri aggiuntivi, di natura sociale e ambientale. Le nostre maglie sono più strette ed è quindi possibile che imprese come Parmalat o Enron non vengano accettate a causa della loro scarsa responsabilità  sociale. Parmalat, per esempio, non è mai entrata nei nostri fondi, non perché sapessimo in anticipo dei suoi guai finanziari, ma perché ha avuto un impatto sociale negativo in Brasile, dove ha messo in ginocchio oltre 23 mila piccoli produttori di latte. Tuttavia, anche i fondi etici si basano su dati disponibili al pubblico e, quindi, non sono al riparo da comportamenti fraudolenti non ancora noti.

I fondi etici sono investiti solo in emittenti titoli che rispondanoadeterminati standard di responsabilità  sociale: quali sono questi standard?
Alle imprese i fondi Valori Responsabili applicano più di sessanta indicatori che prendono in considerazione tutti gli ambiti della responsabilità  sociale: rapporti con i dipendenti e i sindacati, rispetto dell'ambiente, impatto sociale, capacità  di creare valore e occupazione. Escludiamo a priori le società  che producono armi, energia nucleare o sono coinvolte in altre pratiche lesive della dignità  umana e degli animali. Gli stati devono invece superare un esame basato su più di quaranta indicatori sociali, economici e ambientali. I Paesi non democratici sono esclusi a priori.

Chi garantisce l'eticità  dei titoli proposti dalla Finanza etica?
Oggi sono in molti a occuparsi di Finanza etica. I criteri etici che si applicano ai prodotti finanziari sono diversi a seconda dei diversi concetti che si hanno dell'etica. Noi abbiamo scelto di applicare criteri molto rigorosi e di farci certificare esternamente sul loro effettivo rispetto. I fondi Valori Responsabili sono gli unici fondi etici italiani il cui profilo di responsabilità  sociale sia certificato, in base a controlli mensili, da un ente terzo specializzato e indipendente.

Chi seleziona gli emittenti qualificabili?
Nei nostri fondi entrano solo le imprese e gli stati selezionati dalla società  di ricerca Ethibel, che ha sede a Bruxelles ed è attiva dal 1992, quando di Finanza etica non parlava ancora nessuno. Ethibel è indipendente dalle banche e dalle imprese, è nata dal basso, dalla società  civile belga, ed è tuttora controllata da una serie di associazioni impegnate nella Finanza etica, nella cooperazione allo sviluppo, nella promozione della pace e dei diritti umani.

Quanti di questi emittenti sinora sono stati dichiarati idonei? Etica Sgr ha delle specificità ?
Finora Ethibel ha promosso circa 230 imprese, quotate nelle borse di tutto il mondo, e 22 stati. Noi abbiamo deciso di sottoporre il paniere di Ethibel al nostro Comitato etico, che ha applicato ulteriori criteri, ancora più rigorosi. Alla fine, le imprese nelle quali possiamo investire sono circa 200. Il Comitato etico ha sospeso tutte le società  petrolifere, le banche e le assicurazioni promosse da Ethibel per sottoporle a un'analisi più approfondita.

I titoli di stato italiani sono stati approvati?
No, l'Italia non ha passato l'esame di Ethibel. Il motivo principale è la percentuale ancora troppo bassa del Prodotto interno lordo che l'Italia devolve a favore dei Paesi in via di sviluppo. Con lo 0,19 per cento del Pil siamo al penultimo posto tra i Paesi sviluppati. Peggio di noi fanno solo gli Stati Uniti. Semaforo rosso quindi per Bot, Cct, e Btp, mentre vanno bene, dal punto di vista etico, i titoli di Stato tedeschi, belgi, olandesi e francesi, nei quali è investita la parte obbligazionaria dei nostri fondi.

Banche e mercato sono sensibili a questi aspetti della finanza: filtrano le richieste di investimento privilegiando chi risponde a requisiti etici, o no?
C'è sicuramente un forte interesse nei confronti della finanza socialmente responsabile da parte delle banche e degli investitori istituzionali ma, in Italia, i fondi che selezionano i loro titoli anche in base a criteri etici hanno un patrimonio limitato. Spesso alle dichiarazioni di intenti delle banche non seguono adeguati comportamenti.

Potrebbe definire una specie di decalogo ad uso del semplice investitore con tutti gli avvertimenti e le indicazioni per l'uso di questi prodotti finanziari?
Suggerirei a chi si accosta per la prima volta ai prodotti finanziari etici di valutarne sempre la qualità  in base a questi criteri: trasparenza, controllo e certificazione da parte di organismi terzi, monitoraggio continuo delle imprese e degli stati, coinvolgimento della società  civile nella ricerca e nella definizione dei criteri etici. Inoltre, consiglierei di fare sempre attenzione al profilo di rischio dei prodotti e alle effettive esigenze personali: etico non significa privo di rischi. 

Per una Finanza innovativa e contagiosa

di  Luciano Bertazzo

Non abbiamo steso questo dossier per fare pubblicità  alla Finanza etica e agli strumenti di gestione del risparmio nati da essa. Ma di fronte a una finanza che ha come fine il massimo profitto, che non bada a regole pur di ottenerlo, che non ha occhi e cuore di fronte a situazioni di povertà  e di ingiustizia - spesso da essa stessa  create e alimentate - qualche interrogativo è legittimo porselo. Se come cristiano credo in certi valori, che senso ha affidare i miei risparmi a chi se ne serve  per produrre armi o per alimentare sistemi di sfruttamento e di ingiustizia, guadagnandoci immensamente e dando ai risparmiatori solo le briciole? Se esistono alternative, animate da una diversa mentalità , che perseguono un modo di operare che parta dall'uomo e serva l'uomo e il suo sviluppo umano e sociale, investendovi il pur giusto profitto, mi pare doveroso prenderle in considerazione, valutarne il valore e la consistenza per un eventuale coinvolgimento, che la stessa Chiesa con i ripetuti inviti del Papa, suggerisce e consiglia. Queste alternative, come è detto nel dossier, esistono. Banca etica, Commercio equo e solidale, Microcredito sono realtà  abbastanza nuove, contenute nelle dimensioni, ma con all'attivo una considerevole serie di impegni che hanno consentito a molti, favoriti dall'aver ottenuto le necessarie risorse, di rialzarsi, di camminare con le proprie gambe e di creare sviluppo per sé e per gli altri. Ma anche con una forte capacità  di contagio sulla società  nel suo complesso, diffondendo in essa una reale cultura partecipativa e  solidale. Briciole forse, capaci di alimentare il sogno di un mondo diverso.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017