La cura dell’amore alla scuola Nazaré

Alla periferia di Porto Alegre, in Brasile, un piccolo asilo accoglie i bambini delle famiglie svantaggiate o delle madri sole, sottraendoli all’abbandono e spesso alla violenza.
24 Ottobre 2012 | di

Il 7 febbraio 2011, quando in Italia l’anno scolastico è nel pieno del suo corso, in Brasile i bambini si apprestano a entrare in classe dopo due mesi di vacanze estive. Nulla di nuovo sotto il sole, se non fosse che proprio quel giorno arriva in Caritas Antoniana una lettera accorata e piena di preoccupazione. La scrive una suora, Marcia Faé, responsabile di una piccola creche, cioè un asilo infantile – Escola de Educação infantil casa Nazaré – situato nella periferia di Porto Alegre, città nell’estremo Sud del Brasile, vicino a due quartieri degradati e a zone rurali occupate abusivamente dagli emigrati in cerca di fortuna, provenienti dall’entroterra del Rio Grande do Sul. Sono enclave di povertà estrema, di catapecchie senza servizi, di madri sole e bambini semi abbandonati, di disoccupazione, di abuso di droghe e di violenza, di traffici loschi per tirare a campare.

Suor Marcia fa parte della congregazione delle Povere serve della Divina Provvidenza, fondata nel 1910 da don Giovanni Calabria, il santo veronese noto per la sua dedizione agli ultimi e il suo abbandono totale alla Provvidenza. A quest’ultima suor Marcia si appella per sciogliere il nodo che ha nel cuore: «Abbiamo genitori che ci chiedono, a volte addirittura ci implorano, di accogliere i loro figli a scuola. Il bisogno è immenso ma noi purtroppo non abbiamo i mezzi. Curiamo un piccolo asilo, adiacente al convento nel quale già accogliamo trentanove bambini; potremmo allargarlo, mettendo a disposizione il pianterreno della nostra casa. Ma bisogna adeguare l’immobile ed è una spesa al di fuori della nostra portata. Con grande sforzo abbiamo raccolto, grazie all’aiuto della Congregazione e di impresari locali, 65 mila reais e stiamo per iniziare i lavori ma ne occorrono ancora, altri 44.600 reais (circa 20 mila euro) per portare a termine il progetto. Prima di rivolgerci a voi abbiamo a lungo riflettuto, ma non vediamo altre prospettive. Ora mettiamo tutto nelle mani della Provvidenza, che sa ciò che è meglio pei i suoi figli».
 
Dai bambini alle famiglie
L’opera di suor Marcia e delle sue consorelle a favore delle madri giovani e dei bambini nelle comunità di Vale Aracaju inizia nel 1995: «Abbiamo cominciato con l’organizzare corsi professionali per mamme in difficoltà e senza reddito fisso; il fine era quello di insegnare loro un lavoro ma soprattutto di aiutarle a garantire ai propri figli una crescita più dignitosa e sana. Per spronarle a frequentare, nel 2007 abbiamo deciso di organizzare un servizio di cura per i bambini durante le ore del corso». Per le suore il contatto diretto con i piccoli segna una svolta. Sanno che molti di loro rimangono soli in casa quando le madri vanno in cerca di lavoro, mentre altri subiscono ripetutamente violenze.

Non si può aspettare. Nel 2009, incoraggiate dalle pressanti richieste delle mamme, aprono la casa Nazaré, accolgono una quarantina di bambini da 1 a 6 anni, dalle 7.45 alle 17.00. Per i genitori è una rivelazione: mai avrebbero pensato di mandare i loro figli in una scuola di così grande qualità. In Brasile solo i ricchi possono aspirare a tanto. Aumentano le domande, sempre più madri chiedono di accogliere i propri figli. È duro, durissimo scegliere tra chi ha tanto bisogno. «Ci è venuta così l’idea di mettere a disposizione il pianoterra della nostra casa, ma ora siamo a metà del guado e non riusciamo ad andare avanti. Neppure il Comune, che pur ci paga il personale, può aiutarci, perché non può investire soldi pubblici in un edificio privato. Nel mio cuore, però, so che non può finire così, abbiamo bisogno di dimostrare a quei bambini e a quei genitori che Dio è per loro padre e madre, e che tutti loro hanno dignità di figli».
 
Il nostro intervento
La lettera colpisce, stride con l’immagine riportata dai media di un Brasile ormai assurto tra le grandi potenze economiche mondiali. La ricchezza continua a essere per pochi, molti brasiliani vivono ancora come a Vale Aracaju e la forbice della diseguaglianza stenta a richiudersi. Ma il bisogno non ha nazionalità, né guarda in faccia le statistiche economiche. E Caritas Antoniana accetta il progetto per l’intera cifra richiesta: 20 mila euro. La prima rata, che arriva a luglio 2011, è un sollievo per la comunità delle suore. Esse riescono a rifinire gli interni, a fare la scala che collega il vecchio e nuovo asilo e il selciato di pietra fuori dalla cucina. La seconda e ultima rata di settembre serve per il cancello, il completamento della recinzione, il parco giochi, un’area coperta dove i genitori possono attendere i bambini durante la stagione delle piogge. A gennaio 2012 tutto è pronto per il nuovo anno scolastico.
Oggi i bambini accolti dalla scuola Nazaré sono novanta e la scuola delle suore sta diventando sempre di più un punto di riferimento per le loro famiglie, che qui vengono in caso di difficoltà. «Stiamo anche pensando a un servizio psicologico per i genitori che hanno bisogno di un accompagnamento speciale. La disponibilità di spazio ci permette di accogliere anche i neonati di famiglie in particolari necessità. Facciamo il possibile per far crescere sereni i nostri piccoli, perché sentano fin d’ora la carezza del Padre, l’importanza della loro dignità e dei loro diritti di cittadini».
E le madri ricambiano, donando tempo per le attività della scuola o facendo lavori di pulizia e manutenzione. Una di queste, Andréia, ci invia per lettera il suo grazie: «Sono felice di sapere che i miei figli sono seguiti con tanta cura e amore dalle suore. Ma ciò che è più bello è sapere che qualcuno da così lontano ha pensato a loro».
 
 

Il progetto in breve


Progetto: contributo ristrutturazione nuovo asilo

Periodo: luglio 2011 – gennaio 2012

Beneficiari: 90 bambini e le loro famiglie

Costo: 20 mila euro


Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017