La casa di Josephine

Una piccola casa per cambiare la vita di dieci persone, frutto di una grande amicizia tra Josephine, un’anziana superiora e...
08 Maggio 2003 | di

«Josephine sarà  sfrattata e io ho molto dolore» scrive Suor Hernandes, che di nome fa Josephine, come la sua protetta. È il 13 ottobre 2002. La vecchia superiora la conosce fin da quando era bambina. Ricorda quel giorno al Sacro Cuore, l`€™istituto salesiano di Vellore (Tamil Nadu, India), quando la giovane le ha confessato di volersi fare suora. Poi però la vocazione non ha avuto seguito. Capita ai giovani quando cercano il proprio destino. E l`€™affetto è rimasto, solido come una roccia, anche quando Josephine s`€™è sposata nel `€™96 e ha avuto due bambini. Lei, la vecchia suora, la vecchia amica, la vecchia madre la seguiva a distanza. Notava la sua fatica a tirare avanti. Due bambini, due anziani suoceri, quattro cognati da sfamare. Una casa in affitto che consumava gran parte delle risorse familiari. Tenero il suo linguaggio di parole in miniatura, quando Suor Hernandes chiede per lei: «Josephine ha un piccolo lavoro d`€™infermiera e un piccolo stipendio`€¦ Anche suo marito ha una piccola paga`€¦ Hanno una piccola casa e un piccolo affitto, ma sono una grande famiglia di dieci persone: tutto su quelle piccole spalle`€¦ E ora devono lasciare la casa. Potete aiutarli?».
Poi la Caritas antoniana ha risposto: tremila dollari, per due stanze, una cucina e un servizio. Una «piccola» casa di mattoni, tutta loro, adesso diventa realtà . E quella vita in miniatura si riempie di una grande gioia: «Ho ricevuto il denaro `€“ scrive Josephine, la giovane `€“. Non so come esprimervi la mia gratitudine e quella di tutti noi. Non avremmo mai potuto avere una casa nostra, nemmeno lavorando una vita. Guadagniamo troppo poco. Non avevamo riparo e voi ce lo avete dato, come dice il Vangelo. A voi vanno tutte le nostre preghiere».
Le fa eco Josephine, l`€™anziana superiora: «24 gennaio 2003. Sto partendo per Bombay. Vado lì per obbedienza. La casa di Josephine è in costruzione. Sono davvero felice. Pregherò per tutti voi». E sembra di vederla alla stazione, con la sua piccola valigia e un po`€™ di tristezza. Tanti anni passati al Sacro Cuore come superiora lasciano il segno. E il momento è difficile anche per una suora. La casa di Josephine chiude il suo mandato. E forse anche questo è un segno.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017