Irlanda e unità europea

30 Luglio 2008 | di

Ventisette Paesi, oltre cinquecento milioni di europei. Sta nascendo una grande entità politica, i futuri Stati Uniti d’Europa. Si tratta di un’unione di popoli che, per la prima volta nella sua storia, ha assicurato al nostro continente sessant’anni
di pace. Via via che l’Unione si dilatava, che nuovi popoli entravano e si univano ai fondatori, cioè a Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo, sembrava si ampliasse lo spazio della pace nel nostro continente. Ma questa simbolica marcia della pace trova sul suo cammino mille ostacoli più o meno legati alla ricerca di una quasi impossibile unanimità degli Stati che compongono l’Unione europea.
Il problema di oggi? L’Irlanda. Meno dell’1 per cento della popolazione dell’Unione. Il «mezzo per cento» degli europei (gli irlandesi, appunto) ha bloccato la costruzione del futuro. Dato che ha votato negativamente poco più del 50 per cento degli irlandesi, in pratica poche decine di migliaia di voti sembra possano fermare quasi cinquecento milioni di europei.
Ma è possibile che la nuova Europa, che coltiva gli ideali di pace tra i popoli del continente, di fratellanza tra i ventisette Stati che compongono l’Unione, possa essere fermata da poche decine di migliaia di votanti? È possibile che i destini di un continente possano essere posti in discussione da una parte, quasi infima, della sua popolazione?
 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017