Il pilota poeta che vedeva con il cuore

L’autore de Il piccolo principe, uno dei libri in assoluto più letti e più amati, nasceva un secolo fa a Lione. Ha condiviso la gioia dello scrivere con la passione del volo, inanellando una serie fantastica di avventure, prematuramente interrotta.
12 Luglio 2000 | di

 Aviatore militare, trasvolatore solitario, postino aeronautico, giornalista impegnato in battaglie civili, poeta e scrittore, Antoine De Saint-Exupéry ha consegnato ai posteri un libro «mito» dedicato ai giovanissimi di ogni età  e di tutti i tempi: Il piccolo principe. Quella di Saint-Exupéry è stata una vita davvero intensa, tesa a liberarsi dalle costrizioni di un' infanzia aristocratica, imbrigliata in regole formali e troppo costrittive per un bambino dalla fervida fantasia.
Nato a Lione il 29 giugno 1900, il piccolo Antoine entrò nel collegio di Sainte Croix du Mans, tenuto dai gesuiti, nel 1909, dopo aver perso il padre all' età  di sei anni. Sin da piccolo manifestò una grande passione per il volo: nel villaggio di Saint Maurice, dove trascorreva i brevi periodi di vacanza, visitava il piccolo aeroporto che si trovava a soli due chilometri dalla sua abitazione, passava ore con i meccanici e i piloti: si faceva spiegare come funzionassero quelle prime macchine volanti.
Nel 1921, richiamato sotto le armi, riuscì a prendere il brevetto di pilota. Seguirono innumerevoli imprese aeree, trasvolate record in America, voli commerciali in Africa, drammatici incidenti da cui scampò miracolosamente.
È difficile separare l' opera letteraria dalla vita di Saint-Exupéry, è addirittura impossibile pensarla senza la sua esperienza di pilota aereo. Lo scrittore e l' aviatore si tengono per mano, si influenzano e interagiscono durante tutta la vita di questo singolare personaggio, timido, schivo e spontaneo proprio come sa esserlo solo un bambino.
Antoine De Saint-Exupéry mantenne intatte per tutta la vita queste qualità , che lo caratterizzarono anche nell' entusiasmo che lo condusse a combattere i soprusi e le violenze della guerra e del nazismo, attraverso l' impegno giornalistico e le imprese di pilota militare e civile vissute nel corso della sua avventurosa esistenza. Dopo un periodo trascorso negli Stati Uniti, dove oltre a corrispondere con alcuni quotidiani come «Paris Soir» e «L' Intransigent», e a partecipare a trasvolate aeree, trovò anche il tempo di scrivere il romanzo Volo di notte, che fu pubblicato con la prefazione di André Gide, tornò in Francia, spinto dall' odio per il nazismo, per poter dare il suo contributo alla vittoria degli Alleati, nonostante versasse in cattive condizioni di salute.
Tutte le linee aeree francesi erano state unificate sotto un' unica compagnia: L' Air France, e Antoine ne diventò il testimonial ufficiale. Dopo un ennesimo incidente aereo che gli procurò la semiparesi del braccio destro, riuscì comunque a farsi affidare altre missioni per poter partecipare attivamente alla guerra.
Nel 1941 si recò di nuovo negli Stati Uniti, dove scrisse diversi racconti. Nel 1943 tornò in patria, e riuscì a ottenere, malgrado l' età  e le ferite, l' idoneità  di pilota militare per l' aviazione della Francia Libera. Diede alle stampe Il piccolo principe, scritto negli Usa, libro precursore e innovativo per l' approccio poetico, e solo apparentemente semplice, nell' affrontare i problemi di crescita e incomprensione degli adolescenti di tutti i tempi. Il racconto, pur camuffato da fiaba, è certamente autobiografico: il narratore è un pilota di professione, che dopo un drammatico incidente aereo in pieno deserto del Sahara, incontra un principe-fanciullo proveniente da un altro pianeta. Nel 1943, pur impegnato nella Resistenza, pubblicò Lettera a un ostaggio, ma Il piccolo principe rimane l' opera più letta, analizzata e amata dal grande pubblico e dagli educatori.
Qualche mese dopo la pubblicazione del libro, il 31 luglio del 1944, durante un volo di ricognizione fotografica che avrebbe dovuto agevolare lo sbarco alleato in Provenza, il pilota-poeta De Saint-Exupéry spariva nel nulla, sorvolando la Baia degli Angeli al largo di Saint-Raphael.
Il primo agosto del 1944, il bollettino ufficiale di guerra dichiarava: «Un tristissimo evento viene a ridimensionare la gioia che tutti proviamo all' avvicinarsi della vittoria. Il comandante De Saint-Exupéry non è rientrato». Il pilota-poeta era precipitato in qualche angolo del Mediterraneo, forse tradito da un guasto al motore, forse abbattuto dalla contraerea nemica. Scomparso in cielo: proprio come il personaggio del piccolo principe. Malgrado le ricerche, il suo corpo non è mai stato ritrovato, né è stata ritrovata la carcassa del suo Lightning da ricognizione: inghiottito in mare, con il suo mistero, a soli 44 anni.
«J' attendrai la nuit, si je puis vivre encore, pour m' en aller peu à  peu sur la grand route qui traverse notre village, enveloppé dans ma solitude bien aimée, afin d' y reconnaitre pourquoi je dois mourir» questa frase, comparsa in uno dei suoi ultimi articoli giornalistici, suona come un epitaffio...(Aspettero la notte, se posso vivere ancora, per andarmene poco a poco sulla strada che attraversa il nostro villaggio, avvolto nella mia amata solitudine, per capirvi perché io debba morire).                            

   
   
IL LIBRO      

P  ubblicato per la prima volta in Italia dalla Bompiani, nel 1962, Il piccolo principe   è stato spesso considerato, a torto, un libro per bambini.
    In realtà  si tratta di un romanzo fantastico sull' adolescenza, colmo di messaggi «filosofici» essenziali, che mirano piuttosto a sollecitare la sensibilità  di adulti distratti e inariditi dalla vita.
     Una chiave di lettura in tal senso è data proprio dalla dedica dell' autore ad un amico: «A L. Worth quando era bambino, dato che tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano».
Sebbene scritto nella dimensione visionaria di una fiaba,  Il piccolo principe                         è certamente un racconto autobiografico. Anche l' autore, come il narratore protagonista, ebbe un grave incidente aereo nel Sahara. «Sei anni fa - inizia il racconto - ebbi un incidente con il mio aeroplano... mi accinsi da solo a riparare il guasto... era questione di  vita o di morte... in pieno deserto... Potete immaginare il mio stupore di  essere svegliato all' alba da una strana vocetta: 'Mi disegni una pecora?' Fu così che feci la conoscenza del piccolo principe». L' incontro del narratore con il piccolo principe in pieno deserto, può essere interpretato come l' incontro dell' autore con una parte di se stesso: una parte dimenticata, roveniente dal pianeta-stella dell' infanzia. Alla fine della storia, un altro episodio narrato appare premonitore della vita di  Saint-Exupéry: il piccolo principe, dopo un breve soggiorno sulla terra, decide che il suo momento è arrivato, e si lascia mordere da un serpente. Non si tratta però di una resa alla morte, quanto piuttosto del desiderio di tornare sul pianeta-stella originario. «So che è tornato nel suo pianeta dirà  il narratore - perché al levar del giorno, non ho più ritrovato il suo corpo... ». A più di cinquant' anni dalla pubblicazione,       questo libro è considerato un best-seller      internazionale, una chiave di formazione e riflessione per generazioni di adulti e ragazzi, che rischiano di perdere lungo la strada, doni preziosi come l' innocenza e la fantasia. Ed è il personaggio della volpe, incontro fondamentale nel racconto, a spiegarci perché Il piccolo principe      è rimasto impresso nel cuore di molti lettori: «Ecco il segreto. È molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L' essenziale è invisibile agli  occhi».

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017