Il deserto avanza e i danni si vedono

31 Ottobre 2003 | di

Da noi in Italia, nella torrida e anomala estate da poco consegnata agli archivi, ne abbiamo avuto solo un minimo, parzialissimo assaggio. Ma che è tutt'altro da banalizzare: il pianeta Terra, fra le tante minacce e i molti assalti cui è soggetto dalla miope azione dell'uomo, sta subendo anche un progressivo inaridimento, che gli fa perdere terre coltivabili, corsi d'acqua, foreste. Al loro posto, avanzano quelle immagini di grandi zolle di terra screpolata e spaccata che ci hanno accompagnato in tv e sui giornali nei mesi scorsi, per documentare il precario stato di salute dell'Italia della siccità .
Il deserto avanza, silenziosamente ma inesorabilmente. A L'Avana, si è tenuta, a fine agosto, la sesta Conferenza degli Stati che, a suo tempo, hanno sottoscritto l'apposita convenzione delle Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione. Il quadro che ne è emerso è spaventoso. Ogni anno, la desertificazione del pianeta si mangia letteralmente 24 miliardi di tonnellate di terra coltivabile, con un danno che, in termini economici, viene valutato in 42 miliardi di dollari. Ancora una volta, la calamità  colpisce di più chi sta peggio: il conto lo pagano soprattutto i Paesi poveri, per 30 miliardi di dollari, mentre i rimanenti 12 riguardano i Paesi industrializzati. Il degrado del territorio investe poco meno di due miliardi di ettari, un quarto dei quali si trovano in Africa.
Un altro dato impressionante emerso a L'Avana: la perdita della produttività  potenziale dovuta all'erosione del suolo è stimata equivalente a venti milioni di tonnellate di grano l'anno. E nel suo piccolo, anche l'Italia ha presentato il conto della siccità  che l'ha colpita quest'estate: secondo la Confederazione agricoltori, il danno, in termini di mancata produzione, ammonta a 1,7 miliardi di euro. È un degrado di lungo periodo, avvertono i responsabili, non limitato alle eccezionali condizioni climatiche degli ultimi mesi: dall'inizio del 2002 fino a tutto l'agosto scorso, i danni causati dalla desertificazione in Italia hanno sfiorato i 4 miliardi di euro (per dare l'idea, poco meno di 8 mila miliardi delle vecchie lire).

Quali le cause?

Quali le cause di questo flagello biblico? Certo, la combinazione di condizioni climatiche sfavorevoli: l'estate torrida dell'Italia e di altri Paesi europei si è rivelata invece devastante per piogge e bufere in altri Paesi, dalla Russia al nord Africa. Ma anche l'opera irragionevole dell'uomo: l'uso intensivo dei terreni agricoli, il degrado cui sono lasciati altri, la distruzione massiccia delle foreste, l'abuso delle costruzioni, la cementificazione del territorio, il dissesto idrogeologico, la contaminazione e l'infiltrazione salina delle falde. Con un effetto indotto che, nel lungo periodo, rischia di diventare dirompente: le popolazioni che vivono in queste terre scappano e si rifugiano nelle città , dove vanno ad alimentare il popolo sommerso delle bidonvilles e a ingrossare le fila di quelli che qualcuno ha ribattezzato i profughi dell'ambiente.
Non è un fenomeno solo del Terzo Mondo. La benestante Europa deve farci a sua volta i conti: la Commissione dell'Unione segnala che nei 15 Paesi della casa comune europea ben 52 milioni di ettari, pari al 16 per cento del territorio totale, soffrono di degrado del suolo, e altri 20 milioni di ettari sono compromessi da attività  dell'uomo. Che, senza rendersene conto, si sta facendo il deserto attorno.

 

 

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017