Gocce d'acqua per l'Africa assetata

Un impegno costante della Caritas diventa oggi urgente per contrastare la tendenza dell'economia mondiale a privatizzare l'acqua. Tre realizzazioni: ad Adidome, Ghana; Atakpamé, Togo; a Zziru in Uganda.
30 Giugno 2004 | di

L'Africa ha sete. Oltre 300 milioni di africani non hanno accesso all'acqua potabile. Un abitante su due soffre di malattie causate dalla mancanza o dall'inquinamento dell'acqua. La metà  dei bambini muore per lo stesso motivo.
La scarsità  della risorsa è causa di cinquanta conflitti nel mondo: molti hanno come teatro proprio l'Africa. Raccolti, salute, servizi, sviluppo, pace: ogni ramo del benessere umano dipende da questa preziosa risorsa.
Per questo, donare l'acqua significa donare la vita e restituire ad ogni individuo un suo inalienabile diritto.
Questo è tanto più importante ora che il diritto all'acqua è messo in discussione dalle organizzazioni economiche mondiali (Fmi, Wto, Banca Mondiale) e dalle multinazionali, che spingono per privatizzare la risorsa e renderla un bene su cui speculare. A danno di chi non avrà  i soldi per comprarsela.
I lettori del Messaggero sono spesso sostenitori, tramite la Caritas antoniana, di progetti che donano gratuitamente l'acqua alle popolazioni, contribuendo a conservarla un diritto di tutti.
Vi diamo il resoconto degli ultimi progetti realizzati in Africa.

Ghana: acquedotto per dieci villaggi
Padre Luigi Marcolongo, missionario comboniano, in Ghana dal 1996, mal sopportava che a dieci chilometri dalla sua missione, la gente di dieci villaggi e di un numero non quantificabile di agglomerati rurali, attingesse l'acqua dalle pozze scavate per l'abbeveraggio del bestiame. Era una pena vedere i bambini gettarsi in quelle pozze con i secchi e portare l'acqua alle famiglie. L'acqua è stagnante e infetta - racconta -, i bambini si riempiono di parassiti e di malattie.
Aveva interpellato tutti: amici, parenti, sostenitori. E aveva già  fatto tanto insieme alla sua gente: progettato, scavato, comprato i metri di tubatura fino all'ultimo centesimo. Infine, era approdato a noi con una richiesta molto schietta: Mi servono 20 mila euro per finire l'impianto - scrive padre Luigi a padre Luciano Massarotto della Caritas antoniana -. Se riuscissimo con l'aiuto dell'amore concreto della tua gente, compiremmo un miracolo d'amore che rende credibile il nostro annuncio e proclama che Cristo è vivo e operante nella sua Chiesa. Qui se una mamma vuole restare con un figlio vivo deve partorirne almeno cinque o sei. Ciao reverendo, dammi una mano anche con le tue preghiere.
Un anno di tempo e 20 mila euro dopo, il miracolo è accaduto: Il giorno 30 luglio l'acqua è arrivata nel primo villaggio - è l'annuncio di padre Luigi -. Intorno è esplosa la gioia. In agosto tutti i villaggi saranno serviti.
Poi racconta il fervore di quei giorni: C'è entusiasmo. La gente dei villaggi si riunisce due volte alla settimana per lavorare assieme. Alcuni devono camminare anche per cinque chilometri prima di raggiungere il posto di lavoro. I villaggi secondari, che hanno sentito parlare dell'acqua, si sono riuniti. Si impegnano a fare i rilevamenti per i tracciati delle linee di distribuzione. Questo acquedotto che cresce è una cosa loro. L'acqua è davvero vita.
Togo: un pozzo per la scuola cattolica
Quando l'acqua è sgorgata - scrive don Edoh Kokou Jean, referente per il progetto -, a circa diciassette metri di profondità , la gioia è stata immensa. Ho aspettato l'inizio dell'anno scolastico per fare la foto insieme ai nostri 343 scolari. La vostra generosità  ha dissipato la mia più grande preoccupazione. Dio sia lodato.

Uganda: due cisterne per la scuola primaria
Le due cisterne costruite per la scuola primaria St. Bruno Sserunkuuma hanno portato l'acqua per gli alunni, salvandoli anche da sicure malattie. Per questo ringraziano.  Grazie per quanto avete fatto per i bambini poveri delle zone rurali - scrive fra Mukasa Pontian, coordinatore del progetto -. La cosa più importante che possiamo offrire alle giovani generazioni è la scuola. Lo Stato può solo educare un bambino che è in salute; senz'acqua un bambino s'ammala e non può neppure andare a scuola. Con questo contributo donate a loro sia la salute che la scuola. Grazie all'arrivo dell'acqua stiamo pensando di allestire una mensa. Ogni buon risultato, spinge a nuove sfide.


 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017