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Franco Garelli

Gente di poca fede

19 Settembre 2020 | Recensione di
Gente di poca fede
Scheda
Il Mulino
2020
€ 16,00

È possibile studiare sociologicamente la fede? Qualcuno è restio a usare il termine «fede», in quanto essa apparterrebbe a un’interiorità sfuggente alle analisi. Altri, tra cui l’autore, non ha lo stesso «pudore professionale»: senza debordare dalle proprie competenze, questi ritiene che sia possibile analizzare empiricamente la fede, certo non nella sua natura interiore o divina, ma come «atteggiamento umano» che è sorretto da motivazioni, può modificarsi nel tempo, può orientare la vita in vari modi, si esprime attraverso scelte e azioni.

E già questo potrebbe dire qualcosa circa il nostro vivere da cristiani. Così come distinguere tra fede e religione, tra credenti convinti e «credenti culturali», questi ultimi percentualmente in controtendenza rispetto alla diminuzione dei cattolici attivi, ma mossi più da ragioni di tradizione e cultura (solo il 20 per cento di loro ammette di credere in Dio).

Ma anche altri sono i numeri e le parole interessanti, che dovrebbero darci da pensare (anche alla Conferenza Episcopale Italiana, promotrice di questa ricerca nel 2017): cattolicesimo stanco, scollamento tra fedeli e gerarchia, individualismo del credere. Con qualche sorpresa. Per esempio che i cattolici convinti, sui temi etici e della famiglia, sono più vicini alle posizioni dei fedeli delle altre religioni, islam compreso, che non ai propri connazionali.

Il cattolicesimo non sarà più compatto come era una volta (circa il 75 per cento si dichiara «cattolico», dieci anni fa era l’85), ma non per questo è detto che sia profondamente in crisi. Certo ne emerge una religiosità diversa, plurale e forse persino contraddittoria, che scorre non sempre o non solo negli alvei istituzionali, più di impronta etica che religiosa («brusio del sacro»). Ma, chissà?, forse proprio per questo più sincera, ricercata e viva.

Data di aggiornamento: 19 Settembre 2020
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