Frati per sempre

Angelo, Francesco e Michele, tre giovani con storie diverse alle spalle, riuniti da un’unica vocazione: farsi frate per donarsi a Dio e ai fratelli sull’esempio di san Francesco e sant’Antonio.
07 Dicembre 2001 | di

Il 4 ottobre, giorno di san Francesco, è stato per la basilica un giorno d`€™intensa spiritualità . Fra Angelo, fra Francesco e fra Michele sono entrati a far parte per sempre della famiglia dei frati minori conventuali, custodi del santuario. Come prescrive la Regola, hanno promesso davanti al ministro provinciale, padre Luciano Fanin, di osservare fedelmente i tre voti di povertà , castità , obbedienza. L`€™emozione traspariva dai volti insieme a un muto sottile timore, quello che viene ogni volta che si è di fronte a una scelta importante e definitiva.

Un «sì» lungamente atteso, che ha avuto per ciascuno dei tre ragazzi modi e tempi diversi.

Fra Angelo Defendini viene dal bresciano, Cazzago San Martino per la precisione. Ha 27 anni; alle spalle gli studi di agraria. «Pian piano l`€™amore per la natura che stavo studiando `€“ confida fra Angelo `€“ mi ha svelato un altro amore: quello di Dio per le sue creature». Una vocazione ancora indistinta, che aspettava un segno per manifestarsi. «Sono stato colpito dal carisma delle suore poverelle che operavano al mio paese. Loro per prime hanno colto in me i germi della vocazione e mi hanno consigliato di rivolgermi ai frati». L`€™entrata in seminario è stato il passo seguente: «La parola di Dio ha fatto il resto: il desiderio di dire "sì" mi è sgorgato dal cuore come una benedizione. Volevo essere suo, desideravo amarlo attraverso i fratelli e annunciare il suo regno». È con questo forte desiderio che Angelo è entrato nel postulato della comunità  San Francesco di Treviso, quindi nel noviziato presso la basilica del Santo. È qui che ha affinato la sua vocazione sull`€™esempio di Antonio, studiando nella facoltà  teologica e praticando la carità  nell`€™ascolto dei poveri e nell`€™aiuto alle missioni. «Mi ha attratto `€“ aggiunge fra Angelo `€“ la "minorità " di Francesco d`€™Assisi, la sua vita vissuta nella povertà , alla ricerca degli ultimi posti e delle piccole cose». Ma anche Antonio ha il suo peso: «Di lui mi colpisce la carità , la capacità  di accogliere».

Per fra Francesco Panizzolo, la via è stata diversa. Viene da Vigonovo, in provincia di Venezia; ha 24 anni ed è il più giovane dei tre. È entrato giovanissimo nel seminario dei frati a Camposampiero, Padova. Ma non per questo la sua vocazione è stata facile. La madre è morta quando lui aveva 15 anni. Ai suoi piedi si è spalancato un baratro. «La vita era deludente, tutto sembrava buio», racconta Francesco. Ma la luce non ha tardato ad arrivare: «Lui non mi ha abbandonato. Ha messo sulla mia strada persone e amici capaci di farmi riscoprire l`€™amore, l`€™amicizia, la fraternità ». È cominciata così la sua ricerca di Dio sulle orme di san Francesco. «Mi ha da sempre affascinato la forte personalità  del santo di Assisi `€“ spiega `€“ soprattutto nel suo attaccamento a Gesù crocifisso e nella sua originalità , capace di dare respiro alle iniziative dello Spirito. Con san Francesco, ho riscoperto il gusto della preghiera, del silenzio, del dono di sé». Di sant`€™Antonio invece ammira «la parola fattasi carne, la sua donazione totale oltre ogni logica umana».

Fra Michele Rocco è invece di Lissaro di Mestrino, in provincia di Padova. Ha 31 anni, la sua è una vocazione più adulta. Lui nella vita si era tuffato a tutti gli effetti: aveva finito gli studi, lavorava ed era in un gruppo di volontariato. Ma proprio il confronto con le persone gli ha fatto scattare la famosa scintilla. Per questo ha deciso di entrare nel postulato della comunità  San Francesco di Brescia. La tappa successiva è stata Padova ed è qui che ha avuto una nuova conferma: «Mi sono avvicinato alla realtà  dei carcerati ed è stata una scoperta. La loro sofferenza mi ha fatto capire che Dio mi chiamava a una "strana proposta"». Impossibile non accostare quell`€™esperienza all`€™episodio di frate Francesco d`€™Assisi che incontra il lebbroso e lo abbraccia. Per Michele era il segno tanto atteso: la sua strada era donarsi totalmente a Dio e ai fratelli.

Fra Angelo, fra Francesco e fra Michele, tre ragazzi, tre storie, un`€™unica meta. Davvero le vie del Signore sono infinite.

APPUNTAMENTI DI DICEMBRE

L`€™8 dicembre è la festa dell`€™Immacolata. Sant`€™Antonio e prima di lui san Francesco, avevano un amore sconfinato per la Vergine. Ecco perché la devozione mariana è sempre stata un punto fermo nella vita spirituale della basilica.

Nel giorno dell`€™Immacolata, le celebrazioni saranno particolarmente solenni, secondo l`€™orario festivo. Alla santa messa delle ore 17.00 parteciperanno, per tradizione, gli aderenti alla Pia Unione dei Macellai Militi dell`€™Immacolata, associazione che ha sede proprio nel santuario antoniano.

25 dicembre. La messa di mezzanotte, animata dalla Cappella musicale del Santo, aprirà  le celebrazioni liturgiche del Natale. Le messe saranno particolarmente solenni e seguiranno il consueto orario festivo.

Il 31 dicembre, ultimo giorno dell`€™anno, alle ore 17.00, ci sarà  il Te Deum di ringraziamento. Canterà  la Cappella musicale del Santo diretta da padre Giancarlo Betteto.

LA NATIVITà€ AL SANTO

Anche quest`€™anno, sotto la guida di fra Claudio, il noto gruppo dei presepisti allestirà  il tradizionale presepio nel chiostro attiguo della basilica.

La tradizione della rappresentazione della Natività  si ricollega alla particolare devozione che Antonio ebbe, imitato poi dai confratelli, per Gesù Bambino. Egli, spesso raffigurato con il Bambino in braccio, era particolarmente affascinato dal mistero natalizio. Lo testimonia uno dei suoi sermoni scritto in occasione della Natività , dove egli sottolinea «la potenza resa debole, la maestà  abbassata, l`€™immenso fatto bambino, il ricco fattosi poverello, il re degli angeli che giace in una stalla`€¦, colui che da nulla può essere contenuto, adagiato in una stretta mangiatoia».

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017