Droga di Stato?

La nicotina dà più dipendenza fisica della cocaina e dell’eroina e provoca ogni anno 4 milioni di morti nel mondo. Le nazioni lo sanno, eppure nessuno interviene in modo efficace. Perché?
12 Marzo 2002 | di

 La nicotina è la sostanza che dà  maggiore dipendenza fisica: su dieci persone che provano a fumare, otto non possono più farne a meno, molti più di coloro che avvicinano l`€™eroina (circa il 35 per cento) e più del doppio di coloro che fanno uso di cocaina (intorno al 20 per cento). Nel grafico pubblicato sul numero di «New Scientist» del 10 novembre scorso, la colonnina riferita al fumo svetta su quelle relative alle droghe tradizionali e all`€™alcol.

E come tossicodipendenti o alcolisti, i fumatori sono perfettamente consapevoli che si fanno del male ogni volta che si accendono una sigaretta. Probabilmente, non tutti però conoscono l`€™entità  del pericolo: una probabilità  venticinque volte maggiore degli altri di ammalarsi di cancro al polmone e un rischio da due a tre volte superiore di subire un attacco cardiaco, per cui ogni anno nel mondo muoiono prematuramente 4 milioni di persone. Poiché non ci sono più dubbi che il danno viene subìto passivamente anche dai non fumatori, il ministro della salute Girolamo Sirchia ha deciso di proteggere almeno questi ultimi, dichiarando «tolleranza zero» nei confronti del fumo nei locali pubblici.

In tutto il mondo il consumo di sigarette aumenta globalmente dell`€™1 per cento l`€™anno. Il leggero calo rilevato nei paesi industrializzati viene, infatti, compensato e superato dall`€™incremento di quelli in via di sviluppo e dalla diffusione tra gli adolescenti, sempre più sedotti dal fascino della sigaretta a qualunque nazionalità  appartengano. Se però nei paesi occidentali una legislazione severa impedisce non solo di vendere tabacco ai minori ma anche di rivolgere loro campagne pubblicitarie, altrove si chiude più facilmente un occhio. Le grandi case produttrici di tabacco possono così reclutare ragazzine per animare eventi sponsorizzati e offrire campioni di prodotto in prova.

D`€™altra parte, la logica del mercato vuole che l`€™industria del tabacco, finché c`€™è ed è legale, debba sopravvivere. E così anche la Commissione europea, se da un lato si è lodevolmente impegnata per la difesa della salute con molte iniziative e stanziando quasi 13 milioni di euro per il progetto «L`€™Europa contro il cancro», dall`€™altro ne ha concessi settanta volte di più (precisamente 911,1 milioni di euro) agli agricoltori europei che coltivano foglie di tabacco, cosicché possano sostenere la concorrenza dei produttori del Sud del mondo. La contraddizione è stridente.

Finora si è piuttosto pensato a limitare il danno, studiando sistemi che consentano ai tabagisti di soddisfare il loro bisogno di nicotina con minor danni per la salute: mettendo a punto sigarette come «Eclipse», che non bruciano il tabacco, o cercando di trattare il tabacco stesso perché produca una minor quantità  di sostanze cancerogene. I risultati finora sono stati deludenti: sia per i consumatori, che non ne hanno apprezzato il gusto, sia per i ricercatori, che vedono fallire i propri esperimenti come è accaduto alla fine dell`€™anno scorso per le sigarette light. Il National cancer institute statunitense ha, infatti, dichiarato che, nonostante il minor contenuto di nicotina o di condensato, l`€™uso di questi prodotti non riduce il rischio: si tende, infatti, a fumarne di più e ad aspirarle più spesso e più profondamente.

L`€™unica sigaretta che fa bene è quindi l`€™ultima, quella inutilmente inseguita da Zeno, nel romanzo di Italo Svevo, e da milioni di altri dopo di lui.

 

Pace maker a prova di campo magnetico

 Chi si affida a un pace maker per mantenere regolare il battito del cuore non dovrà  più temere i campi magnetici. Un`€™azienda statunitense ha, infatti, messo a punto un nuovo tipo di apparecchio basato su stimoli luminosi prodotti da un laser e condotti attraverso fibre ottiche: solo alla fine vengono trasformati da una fotocellula in impulsi elettrici. Per il momento, si userà  solo quando i pazienti devono essere sottoposti a risonanza magnetica, e si deve spegnere l`€™apparecchio tradizionale, ma in futuro quest`€™ultimo potrebbe essere definitivamente soppiantato.

 Brutto colpo al tracoma

 Entro il 2005 il tracoma, malattia dell`€™occhio, potrebbe sparire dal Marocco, grazie a un programma chiamato International trachoma initiative, che mira a eradicare l`€™infezione oculare a causa della quale 6 milioni di persone in tutto il mondo sono già  cieche, e 540 milioni rischiano la stessa sorte. Il piano è su tre livelli: le palpebre colpite dall`€™infezione vengono trattate con una semplice tecnica chirurgica prima che provochino danni irreversibili; la casa farmaceutica Pfizer fornisce gratuitamente l`€™antibiotico necessario per la cura; le autorità , da parte loro, stanno cercando di portare ovunque l`€™acqua potabile, informando sui comportamenti necessari per non trasmettere la malattia.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017