Donna delle beatitudini e martire dei nostri tempi

Per venticinque anni ha vissuto al servizio dei più poveri di Baghdad. Un giorno venne rapita e uccisa. La logica della morte contro l'amore per la vita.
26 Maggio 2005 | di

Solo in aprile, a sette mesi dal rapimento, sono stati assicurati alla giustizia irachena i cinque terroristi che, il 19 ottobre, hanno sequestrato e poi barbaramente ucciso Margareth Hassan, la donna di origine irlandese, direttrice in Iraq di Care international, associazione di assistenza umanitaria, da diversi anni attiva nell'ex Paese di Saddam Hussein. La sua spietata esecuzione aveva commosso il mondo intero. A Ottawa, in Canada, ad esempio, i rappresentanti di diverse organizzazioni non governative si sono ritrovate sulle sponde del fiume Ottawa per ricordarla e renderle omaggio, lei, donna umile e ricca di umanità , che aveva anteposto i bisogni degli altri ai suoi, considerata martire dei nostri tempi.
Un giorno, in un Iraq pacificato, all'entrata di una delle cliniche pediatriche dove ha lavorato, un monumento ricorderà  Margareth Hassan, ha detto nella circostanza John Watson, presidente della sezione canadese di Care. Aggiungendo poi, con voce rotta dall'emozione: E lì accanto una madre racconterà  a un bimbo la storia dell'eccezionale vita di Margareth Hassan.
Nata in una famiglia cattolica di Dublino, in Irlanda, Margareth Fitzsmons si era innamorata ed aveva poi sposato nel 1972 un iracheno, Tahseen Hassan. Dopo di che, si era innamorata anche dell'Iraq e della sua gente, fra la quale si era trasferita vivendo prima l'oppressione della dittatura di Hussein e poi l'invasione delle forze angloamericane. Incurante dei rischi che correva per la sua stessa vita, ha continuato a fare ciò che aveva fatto per venticinque anni: assistere e aiutare coloro fra gli iracheni che facevano più fatica a vivere.
Ha vissuto in Iraq tre guerre, un regime di massacranti sanzioni e l'occupazione - ha ricordato Watson -. Ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità  per aiutare i poveri iracheni in quei difficili periodi, intervenendo con grande competenza e professionalità . Al centro delle sue attenzioni, oltre a quelli che lavoravano con lei, c'erano gli iracheni più poveri, mamme e bambini in particolare.
Gli ideali che hanno alimentato il suo impegno continueranno a ispirare le nostre vite e a rafforzare la nostra determinazione nell'aiutare i poveri di tutto il mondo, ha detto la dottoressa Patricia Close, membro del Consiglio del Care canadese.
Prima che comparisse il famoso video, girato dai rapitori, nel quale lei piangendo supplicava per la sua liberazione, pochissimi sapevano chi fosse Margareth Hassan, conosciutissima, invece, nelle strade e nei bassifondi di Baghdad dove tutti la chiamavano Madame Margareth. È stata la sua lunga e disumana agonia finita da un proiettile, a far conoscere il suo nome e il suo impegno per i poveri, in ogni angolo del mondo.
Il cardinale Cormac Murphy O'Connor, arcivescovo di Westminster, nell'omelia della messa funebre ha sottolineato come Margareth abbia vissuto le beatitudini del Vangelo. Con quale entusiasmo la gente ci parla di Margareth: gentile, riservata, coraggiosa, amorevole e ricca di umanità  - ha affermato -. Lei è stata portatrice di pace in tempi di guerra; ha desiderato e lavorato perché fosse resa giustizia al popolo iracheno; è stata perseguitata e brutalmente assassinata perché stava operando per la giustizia. Ed è proprio perché lei ha vissuto queste beatitudini che noi possiamo sentirci rassicurati e confortati.

Simbolo della bontà 
Margareth sarà  sempre ricordata perché è diventata simbolo di bontà  in un mondo che ha tanto bisogno - e la chiede a gran voce - di bontà . Il mondo ha bisogno che ci siano tante persone come questa donna, ha invocato il cardinale che per Margareth ha usato la parola martire. E non a caso: Martire significa testimone e Margareth è stata testimone, nella vita e nella morte, dell'atto di amore più grande.
Umile e schiva, si sarebbe trovata di certo a disagio in una cerimonia in suo onore, ha commentato John Watson, presidente della sezione canadese del Care. E avrebbe accolto arrossendo la notizia che, il primo gennaio, il suo Paese, l'Irlanda, le ha assegnato il prestigioso Tipperary Peace Prize, un Premio per la pace, per il coraggio, la tenacia e l'impegno davvero straordinari nello svolgere il servizio a favore di coloro che stavano vivendo nelle più difficili delle situazioni.
Con il Tipperary Peace Prize, Margareth Hassan si è unita a un piccolo e scelto gruppo di personaggi, conosciuto in tutto il mondo, tra i quali alcuni premi Nobel per la pace come Nelson Mandela, l'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e Mikhail Gorbachev, già  presidente dell'ex Unione Sovietica.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017