Dialogo senza frontiere

Rappresentanti delle religioni di tutto il mondo si sono ritrovati a Barcellona per pregare insieme per la pace e per discutere sui tanti problemi che la rendono ogni giorno più precaria.
04 Ottobre 2001 | di

Lo "spirito di Assisi" è rivissuto per tre giorni a Barcellona grazie a "pellegrini di pace" provenienti da ogni parte del mondo: è il popolo che la Comunità  di Sant`€™Egidio ha chiamato a raccolta dal 2 al 4 settembre scorso in questa città  mediterranea, radicata in un passato di coabitazione e proiettata in modo deciso verso il nuovo millennio.

L`€™incontro interreligioso, che quest`€™anno ha avuto come titolo "Le frontiere del dialogo: religioni e civiltà  nel nuovo secolo", ha rivestito un significato particolare non solo per il gran numero di personalità  religiose e civili, oltre 350, che hanno accettato l`€™invito insieme alle migliaia di persone che per tre giorni hanno accompagnato il loro confronto. Si celebrano infatti i quindici anni dalla prima grande preghiera per la pace ad Assisi voluta da Giovanni Paolo II.

Sant`€™Egidio ha il merito di non aver disperso il "tesoro" di quel primo incontro. Perché da allora, ogni anno, ha fatto rivivere quello stesso "spirito" con altrettanti nuovi appuntamenti e, seguendo un itinerario originale, lo ha reso capace di aprirsi alle nuove domande poste dai grandi scenari internazionali insieme a quelle delle religioni sulla via della pace. In quindici anni quello che appariva un sogno è divenuto un cammino che libera energie di pace. L`€™incontro di Assisi avvenne quando lo scenario internazionale era ancora diviso in blocchi contrapposti, segnato dal clima della guerra fredda. Allora sembrava che soltanto le due grandi potenze fossero in grado di risolvere i conflitti o di provocarli. Il resto appariva una sovrastruttura in rapporto alla realtà , dominata dai due imperi.

Nessun sincretismo. C`€™era chi vedeva in quell`€™incontro il rischio di tentazioni sincretistiche o la ricerca di confuse unificazioni. Affiorò pure la volontà  di limitare l`€™importanza dell`€™evento, vedendovi soltanto un`€™occasione celebrativa attorno al Papa. Tuttavia l`€™invito a pregare gli uni accanto agli altri, nel rispetto delle diversità , nasceva invece dalla convinzione che la fede religiosa può sprigionare energie di pace. A partire dalla "forza debole" della fede `€“ come amava dire monsignor Pietro Rossano, uno dei primi sostenitori di iniziative di dialogo interreligioso `€“ l`€™incontro fraterno tra uomini di religioni diverse faceva emergere dal profondo di ogni tradizione religiosa il valore della pace.

Barcellona è stata una tappa tra le più importanti in questo spirito. Le diverse confessioni cristiane sono state ampiamente rappresentate. Erano presenti dieci cardinali e molti vescovi cattolici, insieme a significative delegazioni delle Chiese ortodosse, delle antiche Chiese orientali con il patriarca della Chiesa ortodossa di Etiopia Abuna Paulos, della comunione anglicana e delle comunità  protestanti, tra cui il segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Konrad Raiser. Numerose anche le personalità  del mondo ebraico, con il rabbino capo di Israele, Israel Meir Lau, e quelle dell`€™Islam, provenienti quest`€™anno non solo dal mondo arabo ma anche dall`€™Africa subsahariana.

Ma significativo è stato anche l`€™apporto al convegno di personalità  della società  civile e della cultura. Oltre all`€™ex presidente del consiglio italiano Giuliano Amato, da sempre attento alle problematiche della fede e al mondo cattolico, sono intervenuti anche scrittori di fama mondiale come l`€™africano Ahmadou Kourouma, personalità  della cultura spagnola, francese, come Jean Daniel, insieme a politici come il portoghese Mario Soares e capi di stato come l`€™ivoriano Laurent Gbagbo, proveniente da un paese percorso da gravi tensioni fra cristiani e musulmani.

Allargare il dialogo. L`€™obiettivo è stato quello di allargare il dialogo e il confronto, partendo ognuno dalla propria identità  religiosa e culturale, senza confondersi ma anche senza nascondere il fatto che molte tra le grandi domande emergenti di questo inizio di secolo hanno bisogno di trovare una risposta. Non si è affrontato quindi solo il tema dei rapporti tra le religioni in cerca di pace, ma anche quello della globalizzazione, si è entrati nei problemi di alcune regioni tormentate dai conflitti come la Terra Santa e l`€™Africa dei Grandi Laghi e si è discusso anche di "stili di vita ecocompatibili". E ancora, per citare solo alcuni tra i temi delle numerose tavole rotonde, si è parlato di coabitazione nei Balcani, dell`€™eredità  dei "nuovi martiri", del sogno di un Terzo Millennio senza la pena di morte, accanto al senso della preghiera e del pellegrinaggio nelle differenti tradizioni religiose.

Al termine di due giornate di tavole rotonde, in un clima di grande partecipazione e commozione, è stata infine data lettura dello speciale messaggio inviato da Giovanni Paolo II ai partecipanti in cui si ricorda la nascita dello spirito di Assisi nell`€™ottobre 1986: "Avevo davanti ai miei occhi `€“ scrive il Papa `€“ una grande visione: tutti i popoli del mondo in cammino da diversi punti della terra per riunirsi davanti all`€™unico Dio come un`€™unica famiglia. Quella memorabile sera, nella città  natale di san Francesco, quel sogno diveniva realtà ". Quel sogno nato ad Assisi è dunque continuato anche quest`€™anno a Barcellona divenendo sempre più una realtà , un vero "segno dei tempi" come direbbe il beato Giovanni XXIII.

Appello per la pace

"Non vogliamo lasciare soli i popoli in una globalizzazione senza volto `€“ scrivono al mondo il leader religiosi `€“. Non vogliamo lasciare soli i popoli vittime della guerra, madre di tutte le povertà . Non vogliamo lasciare i nostri figli orfani della speranza in un ambiente che si va degradando in maniera irresponsabile verso il futuro". Mai più quest`€™offesa all`€™umanità , mai più la guerra: "Conceda Dio al mondo intero e a ciascun uomo e a ogni donna il meraviglioso dono della pace".

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017