Chiesa e scuola per un'altra Scampia

Dopo la sanguinosa faida tra clan della camorra, è tornata la calma nel popoloso quartiere di Napoli. Ma sono rimasti abbandono scolastico, droga, disoccupazione. L'impegno della comunità ecclesiale e scolastica per diffondere la legalità.
19 Gennaio 2006 | di

Scampia, 80 mila abitanti, alla periferia della periferia di Napoli. È la zona più nuova, con strade larghissime per un traffico che non c'è e palazzi altissimi e bruttissimi. Un luogo che è un concentrato di solitudine e di abbandono. Qui i camorristi trovano facilmente chi è disposto a lavorare per loro: la camorra paga buoni stipendi e protegge le famiglie. In questo immenso quartiere, oltre alla camorra, dilagano anche assenteismo scolastico, tossicodipendenze, disoccupazione. Qui criminalità  e legalità  fanno a pugni ogni giorno.
Ma a Scampia esiste anche un tessuto sociale alternativo, composto da gente che non si arrende a una storia di degrado e che continua a lavorare per garantire, ai più giovani, un futuro fatto di rispetto delle leggi, di lavoro pulito.
Segni di speranza arrivano dalle quattro parrocchie che lavorano sul territorio insieme al rettorato dei padri Gesuiti. Grazie ai sacerdoti e ai numerosi volontari, i giovani vengono coinvolti in  percorsi educativi incentrati su una sana gestione del proprio tempo all'insegna del rispetto dell'altro. «Ci sono ragazzi buoni che hanno bisogno di un aiuto, di un avvenire. Devono essere sostenuti, incoraggiati» spiega don Francesco Minervino, decano nei quartieri nord di Napoli.
Don Francesco è un sacerdote che conosce bene il territorio e i mali che affliggono la sua gente. A chi lo definisce un prete anticamorra risponde con semplicità  che un sacerdote è, per sua natura, anticamorra. E aggiunge che, se uno fa il proprio dovere, non ha nulla da temere.
«Il nostro compito qui, come in altri quartieri di Napoli, è quello di riorganizzare la speranza, come indicato nel programma pastorale della diocesi. Siamo - dice - in terra di missione e i missionari per prima cosa costruiscono gli ospedali e le scuole. Ci deve essere un impegno di solidarietà , perché i blitz passano, si supera anche l'angoscia, ma poi? Che sarà  di questa nostra gente se il sistema economico della camorra non è smantellato e non se ne costruisce uno nuovo?».
Tutto ciò è possibile se ai ragazzi si trasmette il rispetto della legge e li si aiuta a camminare da soli, tenendoli lontani dal mondo della criminalità . Con queste finalità , un gruppo di giovani volontari della parrocchia di San Giuseppe Moscati ha aperto, in un locale vicino alla chiesa, una scuola di danza e un laboratorio di manualità . Un modo per stare insieme, lontani dalle logiche della camorra, in un luogo dove le famiglie sanno che i figli sono al sicuro. 
I padri Gesuiti del rettorato Santa Maria della Speranza organizzano, invece, corsi di «obbligo formativo» per l'avviamento al lavoro di ragazzi e ragazze fra i quindici e i diciotto anni. Scopo dell'iniziativa, promossa in collaborazione con la Regione Campania,  è di dar vita a forme di lavoro autogestite.
Particolarmente attiva è l'associazione di volontariato «Animazione quartiere Scampia», che si occupa di attività  culturali e ricreative per ragazzi. Da un po' di tempo esce anche «Fuga di notizie», una pubblicazione mensile che offre un'informazione  critica sulla realtà  di Scampia, andando oltre i luoghi comuni. Tra non molto sarà  attivo anche il Centro «Alberto Hurtado» (il gesuita cileno recentemente canonizzato da Benedetto XVI), dove sarà  allestita anche una biblioteca per i bambini e avranno sede le numerose attività  a favore dei giovani della zona. «È una risposta - spiega padre Fabrizio Valletti,  promotore delle iniziative - alla grande piaga del territorio: la mancanza di occupazione e di una cultura del lavoro». «I ragazzi - prosegue - nascono già  segnati, perché, se non trovano qualcuno che li fa studiare, che offre loro un'opportunità , finiscono inevitabilmente nelle mani della camorra. Per questo stiamo dando vita a una prima cooperativa sociale che coinvolgerà  numerosi giovani nell'inserimento nel mondo del lavoro».
A queste e a tante altre iniziative portate avanti dalle parrocchie c'è da aggiungere anche la Scuola Popolare «Non uno di meno», animata da un gruppo di giovani volontari che, ispirandosi alla pedagogia di don Milani, aiutano nello studio bambini e ragazzi.
Per allontanare i più giovani dalle strade ed educarli alla legalità , il X circolo «Ilaria Alpi» propone da tempo progetti nel campo dell'arte contemporanea, del teatro e della filosofia, a bambini che hanno tra i cinque e i dieci anni. «Gli alunni - racconta la preside Maria Rosaria Rinaldi - sono impegnati in tante attività : disegnano, creano e modellano diversi materiali e vanno in piscina. In molti di questi progetti sono coinvolti anche i genitori». E poi c'è l'insegnamento precoce della filosofia, applicando «un metodo nato in America - continua la preside - per abituare i ragazzi a pensare con la propria testa sin dalla giovanissima età . Partendo da un testo, li spingiamo a riflettere sulla vita, a esplicitare le immagini del mondo che vorrebbero e, se possibile, le loro prime aspettative».
Il professor Paolo Battimiello, da quest'anno dirigente scolastico dell'istituto comprensivo «Virgilio 4» (materne, elementari e medie), subentrato alla preside Maria Rosaria Scà rola, tiene dietro la sua scrivania un disegno in cui gli studenti hanno scritto a grandi lettere: «Legum omnes servi sumus ut liberi esse possumus» (Siamo tutti sottoposti alle leggi per poter essere liberi). «Da cinque anni - spiega il preside - nella nostra scuola l'educazione alla legalità  è diventata materia di studio». Recentemente, gli insegnanti hanno chiamato bambini e ragazzi, tra 3 e 13 anni, a raccontare un sogno. Potevano scegliere tra pura fantasia, un sogno fatto di notte o un progetto di quartiere. Tutti hanno scelto di progettare. I pensieri sono fioccati e hanno espresso esigenze elementari. Come quella di Stefy: «Un giardino dove incontrarsi, niente droga e niente  morti per strada, una sala giochi, poter uscire la sera».
Il preside mostra con soddisfazione il lavoro svolto dai ragazzi in questi anni. Gli studenti hanno aperto i  quaderni e si sono messi a scrivere il giornale d'istituto dal titolo provocatorio: «A testa... ta alta». In un'edizione straordinaria, uscita dopo l'ondata di violenza che ha interessato la città , hanno pubblicato le loro riflessioni. 
«Costruirsi la vita è difficile, ma se cerchiamo di dare sempre il meglio di noi stessi, se non ci arrendiamo al primo ostacolo, se troviamo il coraggio di dire di no a chi ci indica una via più facile... possiamo camminare a testa alta - hanno scritto sul giornale di classe -. Perché imitare quelli che ormai si sono lasciati andare, quelli che non hanno speranze, che si sono mischiati a questa società  sporca e, guardandosi allo specchio, prima o poi s'accorgeranno di non valere più un centesimo?».
I ragazzi di Scampia non hanno dubbi: la vera gente di qui è quella che «suda» per mandare avanti la propria famiglia, non quella che fa cose senza rispetto né per gli altri né per se stessa. «Tutti quei ragazzi che fanno i boss e vogliono comandare - osservano gli studenti della Virgilio 4 -, quelli che hanno macchine, motorini e telefonini ultimo modello e pensano di essere chissà  chi. Purtroppo c'è chi gli crede. Fanno colpo su tanti ragazzi che li guardano a bocca aperta. È facile lasciarsi abbagliare, farsi convincere a fare come loro per avere quello che hanno e che sanno di mettere in mostra».
I giovani studenti ne sono certi: è meglio decidere di essere come quelli che non ci stanno e non si adeguano, meglio essere come chi può camminare a testa alta, senza doversi guardare sempre alle spalle, perché non è tanto bello vivere così. «Domani verrà  - aggiungono - e noi? Noi che ancora abbiamo tante speranze nel futuro, tante cose buone e positive da proporre, possiamo far sparire tutta la gente cattiva, gli spacciatori, i drogati, i delinquenti perché noi... non saremo così». Parole coraggiose, piccoli segni di una rinascita sociale. Ai loro tanti amici, «quelli veri», questi giovani dicono di non arrendersi, di non mostrarsi deboli. Perché più forte «non è chi pensa di essere padrone del mondo con la violenza e la prepotenza, l'arroganza, l'imbroglio e il denaro sporco, ma chi studia per costruirsi il futuro, chi si comporta con dignità  e onore. Chi  può camminare a testa alta ed essere libero per tutta la vita».
È l'altra Scampia.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017