Chiara Lubich profeta dell'amore

Popoli, culture e religioni unite da una comunione di valori. Con la sua scomparsa il mondo intero eredita il suo incrollabile ideale di pace e fratellanza universale.
17 Aprile 2008 | di
La mattina del 7 dicembre 1943 – 65 anni fa – quando tutta l’Italia era sotto pesanti e sanguinosi bombardamenti, una giovanetta di 23 anni, di nome Silvia, col diploma di maestra e con l’intento di studiare filosofia a Venezia, si consacrava a Dio, entrando nella cappella dei Cappuccini di Trento. Iniziava così la sua «divina avventura».
Dopo questa sua svolta decisiva, prese il nome di Chiara e chiara fu tutta la sua rimanente vita, senza più ombre profane, piccole o grandi umane ambizioni. La sua strada fu guidata unicamente dal Vangelo lasciatoci da Gesù; una strada dritta come un fuso, un rettilineo senza una minima svolta o saliscendi, senza intoppi, lunga, percorsa a tutta velocità, come viaggia il treno della Indian-Pacific Railway che attraversa l’immensa Australia, da Perth a Sydney.
Quella sua scelta radicale segna la prima tappa di un cammino alla ricerca appassionata della Verità, di una conoscenza più profonda di Dio. Lei intuisce che troverà tutte le risposte soltanto in Gesù. Da quel 7 dicembre 1943, quando Silvia diventa Chiara pronunciando il suo sì al Vangelo di Cristo e all’esempio della santa di Assisi, iniziano anni che rimarranno nella storia della Chiesa universale.
Con un pugno di giovani amiche quando era inevitabile correre al riparo dei rifugi antiaerei della martoriata sua Trento, Chiara, alla maniera di san Francesco, dopo una breve preghiera, apriva il libretto del vangelo, a caso, e trovava ispirate frasi da vivere nella sua giornata. Fu in una di quelle prime rapide ansiose ricerche che si aprì la pagina del vangelo di san Giovanni al capitolo XVII. E qui venne fuori la magna charta di quel movimento cristiano che oggi è condiviso da circa dieci milioni di persone di ogni continente, razza, lingua, cultura e credo religioso: il Movimento dei Focolari.
Al versetto XX, Gesù sigilla il suo testamento e profetizza per i secoli avvenire: «... che tutti siano una cosa sola come tu, Padre, sei in me e io in te».
Le poche amiche, insieme a Chiara, giurarono di seguire quelle esatte parole a costo di dare anche la vita l’una per l’altra. E la vita era in serio pericolo in quel periodo di guerra totale. Ma Chiara aveva deciso di «darsi tutta a nostro Signore Gesù Cristo» in ogni ora del giorno, e per tutta la sua vita terrena.
Le opere di carità e assistenza in quei giorni tragici di morte e desolazione, si moltiplicarono con l’aumentare delle anime fedeli a Chiara. In pochi mesi, da 5 divennero 500, e poi sempre più andavano aumentando.
Un giorno si unì a Chiara anche Vincenzo Folonari. A lei e al «movimento» nascente lasciò in eredità una tenuta agricola chiamata Loppiano: una fattoria vinicola, da rimettere in sesto, in Toscana, tra Arezzo e Firenze. Dopo qualche indugio sul da farsi di quel centinaio di ettari, Chiara insieme ai suoi primi devoti collaboratori, decise di farne un Centro di Formazione di giovani che avrebbero dovuto rinnovare la loro vita alla luce del Vangelo di Gesù. Ma l’importante era praticarlo quotidianamente, viverlo tra di loro e con coloro che visitavano la giovane comunità divenuta negli anni di livello internazionale.
Lo spirito che animò quella prima Loppiano (oggi, di cittadelle così se ne contano ben 33 in tutto il mondo!), fu la parola, unita all’azione, dell’amare. Chiara la definì una vera arte, e ne dettò le quattro regole d’oro: 1) Amare per primi, 2) Amare tutti, 3) Amare sempre, 4) Amare come se stessi. Tale era quell’amore così totale, aperto e vitale, dedicato a chiunque si avvicinasse all’ideale di vita ispirato da Chiara che sembrava sprigionarsi da un fuoco benefico interiore. Così vennero chiamati focolarini coloro che aderivano al Vangelo vissuto pienamente e in ogni ora della giornata, come Chiara aveva indicato.
Fin da allora, lei ebbe l’intuizione che stava per nascere qualcosa che avrebbe raggiunto i confini del mondo, illuminato e rinnovato la società umana. Chiara, infatti, non vede nella riscoperta del Vangelo un fatto soltanto spirituale, ma è anche certa che il Vangelo vissuto con tutti e fra tutti, porta la più potente rivoluzione sociale. Ancora in piena guerra, a Trento sperimenta l’attuarsi delle promesse evangeliche: «date e vi sarà dato», «chiedete e otterrete»; e così arrivano, in piena guerra, viveri, vestiario e medicinali con inattesa abbondanza per le moltissime necessità.
Nei volti del dolore dei traumi dell’umanità, Chiara riconosce il volto di Cristo, dell’uomo-Dio che sulla Croce grida l’abbandono del Padre suo. In lui trova la chiave per ricomporre l’unità con Dio e tra gli uomini. E in questi volti del dolore Chiara riesce a leggere i segni della volontà di Dio che la conduce a dar vita a un’opera – il Movimento dei Focolari – che assumerà la forma di un popolo: quasi di un laboratorio vivente per un mondo unito nella fraternità.
Lei ha sempre detto che quest’opera del Movimento viene dall’Alto, da Dio: «noi cerchiamo solo di seguire la sua volontà, di giorno in giorno».
L’unità tra i popoli, tra i singoli e le categorie sociali è alimentata da Chiara con scritti, incontri e viaggi, richiamando sempre l’ispirazione e la radicalità originaria del carisma. Nasce così, anche una nuova spiritualità nella Chiesa. Alla scuola del Vangelo nasce la spiritualità dell’unità che, essendo incentrata sull’amore, si rivelerà sempre più universale. In questa nuova spiritualità troverà linfa vitale un numero sempre maggiore di donne e uomini delle più diverse categorie sociali, di età, razze e culture. Dopo alcuni anni, ai cattolici si sono uniti i cristiani di altre Chiese, ebrei e musulmani, luterani e valdesi e altri di religioni diverse, in ben 182 Paesi del mondo. E così sono nate altre cittadelle, come quella prima di Loppiano, in tutti i continenti.
Per diffondere l’idea dell’unità tra i popoli si sono moltiplicati i mezzi di comunicazione, come la rivista Città Nuova fondata da Spartaco Lucarini, proseguita da Guglielmo Boselli, Garagnani e sino ad oggi con Michele Zanzucchi.
Un’altra grande iniziativa umanitaria di Chiara, questa volta nel settore economico, è stata la realizzazione del progetto Economia di Comunione, fin dal 1991, ispirata dagli enormi squilibri sociali del Brasile. Nel 1996 è nato il Movimento politico per l’unità che vuole proporre a politici di diverse ideologie la fraternità quale categoria politica, in vista del bene comune.
Nel 1964 Chiara ha la prima udienza dal Papa, Paolo VI, il quale riconosce nel Movimento dei Focolari un’«Opera di Dio». Da quell’anno si moltiplicano, anche con Giovanni Paolo II, udienze private e pubbliche. Nel 1984, il pontefice polacco visita il Centro Internazionale di Rocca di Papa, e riconosce nel Movimento di Chiara i lineamenti della Chiesa del Concilio, e nel suo carisma un’espressione del radicalismo dell’Amore che caratterizza i doni dello Spirito nella storia della Chiesa.
La pagina dell’Ecumenismo del Movimento dei Focolari si era aperta già nel lontano 1961, al tempo in cui Papa Giovanni XXIII aveva posto l’unità dei cristiani tra i primi scopi del Concilio. Chiara comunica l’esperienza del Vangelo vissuto nel Movimento a un incontro con un gruppo evangelico-luterano, a Darmstadt, in Germania. Questo evento segnerà l’inizio della diffusione della spiritualità dell’unità nelle diverse Chiese.
Vengono poi avviati rapporti personali nel mondo Ortodosso con il Patriarca di Costantinopoli, Atenagora I; nella comunità Anglicana, con l’arcivescovo di Canterbury, monsignor Ramsey, e sino all’attuale monsignor Rowan Williams; e nel mondo Evangelico-Luterano. Tutti accettano con entusiasmo il messaggio di unità di Chiara e la sua profonda spiritualità ecumenica.
Il primo contatto con i buddisti avviene nel 1981 in un tempio a Tokyo di fronte a 10 mila religiosi giapponesi, e nel 1997 c’è l’incontro di Chiara con monache e monaci in Tailandia. Nello stesso anno c’è l’incontro con i musulmani, nella storica moschea Malcolm X di Harlem a New York, di fronte a 3 mila musulmani afro-americani. Nello stesso anno c’è l’incontro con gli ebrei a Buenos Aires. Nel 2001 Chiara è in India. Si apre così il dialogo del Movimento dei Focolari con il mondo Indù.
L’opera di unità, di pace e di dialogo tra popoli, religioni e culture promossa da Chiara, viene riconosciuta da parte di organismi internazionali, culturali e religiosi. Il Premio Templeton per il Progresso della Religione le viene assegnato a Londra nel 1977, e il Premio Unesco nel 1996 per l’Educazione alla Pace.
Nel maggio del 1997, Chiara è invitata a parlare dell’Unità dei Popoli a un simposio all’Onu, e nel 1998 è al convegno per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa. Nello stesso anno interviene alla Conferenza per il 50° anno del Consiglio d’Europa a Strasburgo sul tema «Società, democrazia, cittadinanza e solidarietà».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017