Bellezza del corpo bellezza di Dio

Curare il proprio corpo non è ascrivibile solo alla vanità umana, ma fa parte della sete di bellezza e di armonia che ci riporta al nostro Creatore.
27 Agosto 2003 | di

Non c'è niente di più bello che stare ad osservare una ragazza (o un ragazzo, anche se con più difficoltà  lo ammetterebbe) che, di fronte allo specchio, si fa... bella. Dico sul serio!
La passione e la serietà  con cui si riassetta i capelli; la professionalità  con cui, a suon di rossetti e matite, sottolinea e valorizza la bellezza degli occhi o delle labbra; la civetteria con cui sceglie l'abito più adatto o la combinazione dei vari capi di abbigliamento, stando attenta ai colori e ai loro accostamenti nonché all'effetto d'insieme; e poi, il particolare della collana etnica o della maglietta fintamente trasandata; be', tutto ciò ha dell'incredibile e del meraviglioso, tale che non si può ascrivere semplicisticamente alla vanità  umana.
Chissà , forse si tratta addirittura di un segno dei tempi, una misteriosa e nostalgica fedeltà  alle nostre origini. Un eco che giunge nitido a parlarci della bellezza da cui siamo stati creati, e di cui portiamo traccia nei lineamenti del volto.
Il bello evoca il bene
E questo lo sanno fin troppo bene stilisti e creatori di tendenze, i quali, attraverso la moda, si offrono come coloro che hanno le soluzioni giuste, di taglio, di colore, di prezzo, per placare il nostro desiderio di bellezza. La moda, e tutto ciò che, più o meno onestamente e necessariamente, gira attorno alla cura del corpo e del suo apparire, è anch'essa un segno dei tempi e del nostro non appartenere alla bruttezza, a ciò che è disarmonico, al male. Almeno da quando un Dio ha deciso di apparire per poter raccontarci del suo amore.
La moda, in altre parole, nel suo essere inutile, praticamente un optional del nostro vivere, la dice però lunga circa il nostro bisogno di bellezza. Magari le nostre risposte a questo bisogno non sono sempre adeguate e hanno le gambe corte come le bugie, ma il bisogno è reale. Lo dimostrano le energie, fisiche, economiche e temporali, che vi dedichiamo.
Bella storia, questa! Eppure, i nostri lontani progenitori, non appena hanno cominciato a camminare eretti, hanno iniziato ad adornarsi civettuolamente di collane di conchiglie. Persino l'indios, che magari per il resto se ne va a zonzo per la foresta nudo, non rinuncia al tocco di una penna d'uccello variopinta o a qualche tratto di pittura qua e là  per il corpo.
I nostri genitori potranno anche avere qualche dubbio estetico circa i nostri jeans sfilacciati o il piercing al naso o il ciuffo viola, e, magari, qualche dubbio in più circa la nostra sanità  mentale.
Ma voi, quando domani vi ritroverete faccia a faccia con voi stessi, di fronte allo specchio, mentre cercate di ridare una parvenza di presentabilità  al vostro volto riflesso, o la prossima volta che vagherete incontentabili tra negozi di vestiti, pensate a che gesto solenne e sacro state per compiere.
Non state solo dando sfogo alla vostra vanità  ma quasi impercettibilmente state saziando la vostra sete di bellezza. Una finestra tutta umana sull'infinito, che può aiutarvi a ricordare che se c'è tanta bellezza nella creatura, quanta ce ne sarà  nel Creatore? La sapienza dell'Artefice risplende nella materia, come dice sant'Antonio. Che assieme a Francesco d'Assisi canta di Dio: Tu sei Bellezza!

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017