Anziani, meglio magri

Molti sono i fattori che favoriscono negli anziani l’obesità, una patologia che va combattuta sempre, ma che nella terza età diventa un nemico davvero temibile, perché causa prima di disabilità e problemi cardio-respiratori.
10 Dicembre 2001 | di

L`€™Occidente sta invecchiando. Se ne parla ormai da anni: nei Paesi industrializzati è in corso una vera e propria «rivoluzione demografica», a causa della diminuzione delle nascite e dell`€™aumento della vita media. Questo invecchiamento della popolazione porterà  inevitabilmente una serie di problemi nuovi, non ultimo quello legato all`€™aumento di patologie che comportano disabilità , molte delle quali provocate da eccessi nutrizionali e da obesità .

Ed è proprio dell`€™obesità  negli anziani che tratteremo in questo articolo, poiché, secondo le statistiche, tale patologia interessa un numero sempre maggiore di persone. Qualche esempio? Negli Stati Uniti, noto per essere il Paese più «ciccione» del mondo, il problema riguarda oltre 2 dei 35 milioni di anziani. Ma neppure in Italia c`€™è da stare allegri: una buona parte dei quattro milioni di italiani obesi ha infatti più di 65 anni. L`€™adiposità  grave, inoltre, colpisce più la donna dell`€™uomo, soprattutto nel periodo successivo alla menopausa.

È l`€™indice di massa corporea (BMI o IMC a seconda che si utilizzi la dicitura anglosassone o quella italiana) che dice se una persona è obesa o meno. Se tale dato (che si ottiene dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell`€™altezza espresso in metri) è pari o superiore a 30 ci si trova dinanzi a un caso di obesità ; se è compreso tra 25 e 29,9 si parla di sovrappeso (la persona, cioè, porta più peso del «normale» rispetto all`€™altezza). Il peso è invece normale se l`€™indice è un valore tra 20 e 24,9.

Anziano obeso, anziano disabile?

Qualcuno potrebbe replicare: ma se una persona è arrivata alla vecchiaia con i suoi chili in più, perché tormentarla con diete ipocaloriche?

Gli argomenti a favore di un controllo dell`€™alimentazione sono numerosi. Per prima cosa recenti studi (e così pure convegni, come quello tenutosi ad Assisi il mese scorso, imperniato sul tema «Obesità  come fattore di rischio di disabilità  nell`€™anziano») suggeriscono che l`€™adiposità  e le difficoltà  motorie nell`€™età  avanzata sono strettamente associate: è stato osservato che la disabilità  compare dieci anni prima negli obesi rispetto a quanti hanno un peso corporeo normale. Non solo. L`€™aumento ponderale peggiora anche altri disturbi frequenti in età  geriatrica, come quelli del sistema respiratorio o cardiaco.

L`€™obesità  è quindi una vera e propria patologia, risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, fisiologici, comportamentali e ambientali, la cui cura, ovviamente dietetica, non è mai facile.

Ma perché l`€™anziano è a rischio di pinguedine? In primis per una questione economica: molti anziani tendono a scegliere gli alimenti meno costosi che sono, però, più poveri in proteine e più ricchi in carboidrati (pane, pasta, dolci), favorendo in tal modo la cosiddetta «sindrome delle calorie vuote». Con l`€™avanzare dell`€™età , inoltre, aumentano anche i problemi dentari e diminuiscono il senso del gusto e dell`€™olfatto: l`€™anziano tende perciò a prediligere gli alimenti facilmente masticabili, dai sapori forti (dolci o salati che siano) rispetto agli alimenti sani. Il calo fisiologico della capacità  visiva, infine, impedisce alla persona avanti con gli anni di preparare i pasti in modo adeguato. A questi fattori si aggiungono poi altre condizioni tipicamente geriatriche quali la vedovanza, la solitudine, il senso d`€™abbandono e d`€™inutilità , la depressione, l`€™isolamento, l`€™apatia, che spingono a cercare consolazione nel cibo, con il rischio di mangiare troppo e di prediligere soprattutto alimenti dolci.

Ciccia: sempre negativa?

Buone notizie per chi ha solo qualche rotolino di grasso in più. Recentissimi studi (per i quali sono stati presi in esame ben 444 articoli medici pubblicati in autorevoli giornali di fama internazionale tra il 1966 e il 1999) affermano infatti che un leggero sovrappeso (BMI pari a 26-27) in tarda età  è indice di buona salute. Nessuna scusa, invece, per gli obesi: l`€™eccessiva grassezza, soprattutto se associata a complicanze, va combattuta a qualsiasi età . Lo ha raccomandato pure l`€™Organizzazione mondiale della sanità  che, fra l`€™altro, ha messo in allarme tutti i Paesi del mondo contro la globalizzazione alimentare, cioè la diffusione in tutto il mondo di abitudini alimentari simili e, purtroppo, non sane. La causa va ricercata soprattutto nei ritmi frenetici imposti dall`€™attuale società , che spingono le persone a mangiare in poco tempo ciò che capita, prediligendo alimenti già  pronti o di facile preparazione, ma ricchi di calorie come i formaggi, gli insaccati, le salse, le marmellate, ecc. C`€™è, quindi, la necessità  di una corretta educazione alimentare che inizi già  nelle prime decadi di vita, in modo da non arrivare all`€™età  matura`€¦ obesi!

 

I consigli per una sana alimentazione

Anche chi è arrivato alla terza età  con qualche chilo di troppo può ancora sperare di instaurare abitudini dietetiche adeguate, modificando il proprio comportamento alimentare. Ecco alcuni consigli.

Individuate le circostanze, gli stati d`€™animo, le motivazioni che vi portano a cercare il cibo. Aiutatevi registrando in un diario quando e dove mangiate e le sensazioni che provate.

Sfogate il vostro nervosismo (o l`€™aggressività  o la tristezza`€¦) in modo positivo: invece di mangiare fate una passeggiata all`€™aria aperta, acquistate un libro o un cosmetico, telefonate a un`€™amica, ecc`€¦

Mangiate in modo ordinato, a orari fissi. Sono consigliati tre pasti al giorno più due spuntini. Fate una colazione sostanziosa e mangiate di meno il pomeriggio e la sera.

Bevete molta acqua, lontano dai pasti. L`€™acqua aumenta il senso di sazietà , per cui assumetene ogni volta che avete fame e, soprattutto, bevetene un bicchiere ogni mattino, a digiuno, e ogni sera, dopo cena.

Usate piatti piccoli e riempiteli fino all`€™orlo: avrete la sensazione di mangiare molto di più.

Iniziate il pasto con una porzione di verdura cruda, scegliete alimenti contenenti fibra (pasta e pane integrali, legumi) e masticate a lungo e lentamente: vi sentirete più sazi.

Per ridurre il senso di fame, masticate una gomma americana o mangiate un frutto mezz`€™ora prima di sedervi a tavola.

Per insaporire i piatti usate, al posto del sale e dell`€™olio, le spezie. Preferibilmente cuocete le pietanze ai ferri, al cartoccio, al vapore, all`€™inglese (come roast-beef).

Camminate con regolarità , ogni giorno: è un`€™attività  di tipo aerobico, efficace per bruciare calorie provenienti dai grassi.

Rifiutare o diradare i pranzi al ristorante o in compagnia.

Non assumete bevande gassate ed evitate le bevande alcoliche.

Ricordate che l`€™intestino deve funzionare regolarmente.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
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