Anziani, attenti a truffe e raggiri

Si presentano di solito come persone affabili, professionali ed eleganti, pronte a offrirvi il loro aiuto, ma si tratta di malfattori che mirano solo a distrarvi con una scusa banale per derubarvi in un battibaleno.
24 Ottobre 2006 | di

La signora Rosina ha atteso quel giorno con un po’ di trepidazione. Di questi tempi non si arriva a fine mese con facilità: oggi finalmente può ritirare la sua pensione. Vestitasi con cura, si dirige verso la filiale della sua banca, dove si accoda alla fila con pazienza. Alla cassa, controllato il saldo del conto, preleva la pensione lasciando in deposito quanto basta per pagare le bollette. Quindi, infilate le banconote in una busta, le sistema nella chiusura più interna della borsetta e, salutati gli impiegati che conosce da tempo, si dirige verso un caffè elegante lì vicino. Un tempo era cliente abituale, ora vi passa solo quando riscuote la pensione, concedendosi un caffè, quasi un piccolo lusso. Cammina tenendo ben stretta la borsa, lancia uno sguardo rapido a qualche vetrina: non è il caso di affrontare spese! Ma ecco avvicinarsi a lei un giovane distinto e gentile, vestito in modo inappuntabile. «Sono un impiegato della sua banca – si presenta – e le porto i saluti del nostro direttore. Girano molte banconote false in questi giorni, dovrei ricontrollare quelle che ha appena ritirato».
Rosina, senza sospettare di nulla, consegna la busta al giovane, che controlla rapidamente il denaro. «Tenga, tutto a posto, può andare tranquilla», la rassicura. «Che bravo ragazzo – pensa la signora –. Non se ne trovano più tanti in giro». Ma quando, a casa, sfila la busta dalla borsetta per mettere al sicuro il denaro, si accorge che è piena solo di vecchie schedine del superenalotto. Per poco non sviene. Non vuol credere che quel giovane l’abbia beffata. Telefona in banca, chiede del direttore, ma quando questi le dice che non c’era nessuna banconota da controllare, posa il telefono confusa e prostrata. Come farà a cavarsela questo mese? Possibile che ci sia cascata proprio lei, ancora settantenne, e che quasi rideva quando in tv mandavano in onda gli spot per mettere in guardia gli anziani dalle truffe?


Truffe quintuplicate nel giro di pochi anni
Secondo l’Istat, tra il 2001 e il 2003, le truffe in Italia sono aumentate del 471 per cento, passando da 38.934 a 187.858, con un’incidenza, tra i reati denunciati, salita dal 1,8 per cento al 7,6 per cento. Purtroppo le vittime, nel 70 per cento dei casi, sono persone anziane. Il Censis ha analizzato puntualmente le paure degli ultrasessantenni che, consapevoli di muoversi spesso in un contesto ostile, mettono al quarto posto il timore di essere vittime di reati, dopo quello di una malattia invalidante, della perdita di una persona cara e della solitudine. È una paura motivata perché il 13,8 per cento degli interpellati ha subito un reato negli ultimi ventiquattro mesi. Ma gli anziani intervistati hanno le idee chiare circa gli interventi che potrebbero rassicurarli e citano in successione: la maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, la certezza che gli autori dei reati vengano puniti, ma anche l’esigenza di politiche di prevenzione sociale e riqualificazione delle aree urbane degradate.
Tuttavia, i raggiri messi in atto con fulminea prontezza sono orchestrati con tale abilità recitativa che vale la pena ricordarne alcuni molto frequenti. Sperando che la signora Rosina, ma anche qualche persona più giovane, non ci caschi mai.
I professionisti del raggiro si fingono impiegati del Comune, ispettori dell’Inps, addetti al controllo del contatore del gas o dell’energia elettrica, fattorini della tintoria, pompieri, fiorai, operai. Di solito sono in due: uno intrattiene la vittima e l’altro, con la scusa di un controllo, fa razzia nell’appartamento o svuota il portafoglio. Sono persone dotate di una certa simpatia: solo chi è avveduto e diffidente riesce a non farli entrare in casa o a negare loro quel bicchiere d’acqua, classica scusa che serve a far entrare un complice.
Molto diffusi anche finti impiegati e funzionari di banca che, a casa o per strada, avvicinano l’anziano che ha appena ritirato del denaro oppure lo convincono a fare un controllo per eliminare dalla circolazione delle banconote false. Come nell’esempio della signora Rosina.
Poi ci sono le cosiddette «truffe all’americana», quelle dove l’anziano è attirato in una scenetta costruita ad arte. C’è lo straniero distinto che deve ripartire, ma non ha denaro contante e vende un anello valutato in gioielleria diverse migliaia di euro. Il negozio ora è chiuso, un signore si è già fermato e ha offerto qualche centinaio di euro per il prezioso «tarocco», ma serve ancora una cifra analoga. Sopraggiunge un presunto orefice o un finto commesso del negozio che conferma tutto: così la vittima aggiunge volentieri quel che manca, ritrovandosi poi in mano un articolo di bigiotteria senza valore.
Ci sono poi recite dello stesso tenore, nelle quali uno sconosciuto deve fare una donazione a un ente che non si trova più nella zona, o deve consegnare l’eredità a una persona deceduta. In questi casi serve un piccolo anticipo per il notaio; allora, ecco un passante (complice) che offre il suo aiuto. L’anziano preso di mira viene convinto a effettuare un prelievo subito, in cambio di una piccola percentuale sull’eredità. Mentre si dirigono in macchina verso lo studio notarile, uno dei complici si ricorda che serviranno delle marche da bollo, chiede alla vittima di scendere a comprarle e, ovviamente, i truffatori spariscono in un batter d’occhio. Purtroppo in questi casi è bene ricordare che casualmente, per strada, non capita proprio di fare grandi affari.


Questure in prima linea nel prevenire
In tutta Italia le Questure sono molto attente a fare opera di prevenzione e invitano a tendere l’orecchio a ogni minimo sospetto.
La Questura di Mantova, di concerto con il Comune, ha fatto stampare un dépliant con il decalogo dei consigli anti-truffa e ha provveduto alla distribuzione porta a porta con i vigili e i poliziotti di quartiere. «Abbiamo illustrato questi consigli voce per voce in una serie di incontri organizzati nei Centri per anziani, nelle bocciofile e nei dopolavoro.
Gli anziani hanno partecipato in modo attivo, chiedendo chiarimenti e delucidazioni sul da farsi» spiega Ada Borselli, capo di Gabinetto della Questura di Mantova, che prevede una ripresa di queste attività illecite.
A Palermo, invece, l’estate scorsa è stata realizzata l’iniziativa «Legalità sotto le stelle»: gruppi di anziani sono stati ospiti dei giardini della caserma «Pietro Lungarno», dove hanno assistito alla proiezione di alcuni film e, nell’occasione, ricevuto informazioni preventive su truffe, furti e rapine.
«Gli anziani sono un bene da proteggere. Noi diamo loro degli spunti di riflessione e ne riceviamo un bagno di umanità» sottolinea Virgilio Alberelli, responsabile dell’Ufficio relazioni esterne della Questura di Palermo.
A Macerata la Questura, assieme a un’azienda che distribuisce il pane in molti punti vendita della zona, ha fatto stampare consigli e vignette anti truffatori sulle buste della spesa. «Abbiamo registrato anche un caso in cui un anziano, raggirato con la scusa di una falsa eredità, aveva perso una somma consistente e vagava senza meta per la città per evitare di raccontarlo in famiglia. A seguito della denuncia di scomparsa fatta dalla moglie, lo abbiamo rintracciato e abbiamo scoperto la truffa» racconta Giuseppe Marchetti, portavoce della Questura, ribadendo la necessità di una denuncia tempestiva che permetta di avviare subito le indagini.


L’assistenza alle vittime dei reati
Le vittime di una truffa sono dunque ancora più vulnerabili. Nel nostro Paese le realtà che tendono la mano a chi si trova in questa situazione sono diverse. L’Auser mette a disposizione il suo numero verde nazionale e le sezioni locali anche per queste evenienze. Già nel 2004 la sezione di Parma ha avviato il progetto «Un aiuto agli anziani vittime di furti e truffe» che prevede un’opera di prevenzione, organizzata di concerto con le amministrazioni regionale, provinciale e comunale. «Le persone anziane vittime di truffe subiscono un contraccolpo psicologico negativo e hanno difficoltà a disbrigare le pratiche di una denuncia – commenta Corrado Rossi, presidente dell’Auser Volontariato Parma –. Dallo scorso anno abbiamo stipulato anche un protocollo con le Associazioni degli artigiani che permette di ripristinare eventuali danni derivanti dal raggiro a un prezzo agevolato».
Analoga iniziativa è stata presa dall’Amministrazione comuna-le di Bergamo che dall’inizio di quest’anno ha automaticamente inviato a 27.500 ultrasessantacinquenni la «Bergamo Serena Card», un’assicurazione gratuita che prevede in certi casi una copertura delle spese di fabbri, vetrai e falegnami fino a 200 euro, e l’eventuale assistenza medica.
A Roma nel 2000, raccogliendo una sollecitazione del Consiglio dell’Unione europea, è nato il Saver, cioè il Servizio di aiuto ad anziani vittime di violenza e reati, un’associazione di volontariato che lavora in convenzione amministrativa con il Comune di Roma. «Il 30 per cento delle richieste riguarda vittime di rapine, truffe e analoghi reati – spiega Barbara Pezzilli, legale e coordinatrice del progetto –. Il Saver offre a queste persone una serie di consulenze che vanno dalla tutela legale a quella medica e psicologica».
Per difendersi però da questi moderni predoni di antica vigliaccheria l’arma migliore è ancor oggi una buona dose di attenzione e di diffidenza.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017