Al campo scuola con un amico speciale

Un’estate in compagnia di sant’Antonio. È l’esperienza realizzata da una parrocchia del Pordenonese. E oggi, i frati della Basilica mettono a disposizione on line la documentazione per chi volesse ripetere l’iniziativa.
19 Giugno 2007 | di

Giglio o spada? Ecco la singolare domanda che vi porrete a fine giornata se parteciperete a un campo scuola accompagnati, idealmente, da sant’Antonio. Da quest’anno, infatti, i frati del Santo mettono a disposizione, nel sito internet www.riparalamiacasa.it il materiale necessario per chi volesse rivivere l’esperienza fatta lo scorso anno da una delle parrocchie di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone.

L’iniziativa è nata grazie all’impegno di don Raffaello per i ragazzi che frequentavano le classi comprese tra la terza elementare e il quinto anno delle superiori. La sfida è stata «portarsi» sant’Antonio al campo scuola, come fosse un amico speciale, che può insegnare a vivere.

Il filo conduttore delle attività è stata la figura del nostro Santo: un compagno che cammina con te lungo i sentieri di montagna, ti guida nelle difficoltà e, nel frattempo, accoglie le emozioni e le fatiche della crescita per accompagnarle verso la pienezza della vita adulta.

Com’è andata questa vacanza speciale in compagnia di sant’Antonio? Lo abbiamo chiesto ai ragazzi e agli animatori protagonisti dell’esperimento vissuto tra luglio e agosto dello scorso anno tra le montagne del Bellunese.

Riccardo e Luca, che frequentavano la terza elementare, ricordano: «A Cugnan abbiamo imparato a costruire una capanna con il fieno, abbiamo visto da vicino tanti insetti come i grilli e abbiamo scoperto che le cavallette si facevano accarezzare. Ma soprattutto abbiamo conosciuto sant’Antonio!».

Guendalina e altre amiche animatrici che hanno seguito i ragazzi di prima e di seconda media ricordano le emozioni del campo: lo hanno vissuto come «un viaggio nella vita di sant’Antonio». Ogni mattina veniva presentato un episodio significativo della vita del Santo e durante l’arco della giornata i ragazzi dovevano cercare di seguirne l’esempio. Alla sera, invece, arrivava il momento di fare il punto della situazione con «Giglio o Spada?»: era l’occasione più importante perché i ragazzi dovevano dare conto di come si erano comportati e quindi decidere se la giornata era stata positiva, cioè «giglio», o negativa, cioè «spada».

Questa situazione si rivelava delicata anche per gli animatori perché emergevano le difficoltà di comunicare con i ragazzi. «Siamo riuscite a riavvicinarci a un mondo che, pochi anni fa, era il nostro. L’abbiamo capito solo quando i ragazzi erano imbarazzati davanti alle domande di fine giornata», spiega Guendalina. Ecco allora l’importanza di avere una guida sicura come quella del Santo.

Giulia, Alessandra ed Elisa, felicemente reduci dal campo adolescenti, riflettono: «Non è facile raccontare in poche parole quelle emozioni, quei ricordi di giorni passati veloci, rimasti impressi nei nostri cuori per sempre. Quando ci chiediamo che cosa abbiamo imparato confrontandoci con l’esempio di sant’Antonio dobbiamo ammettere che è davvero tanto. Spesso nascondiamo le cose che contano di più dietro l’egoismo, senza rendercene conto. Le abbiamo riscoperte ascoltando il silenzio, durante le riflessioni e la preghiera. Abbiamo capito che la vita va vissuta bene, a servizio di Dio e degli altri, facendo un passo per volta».

È molto interessante anche quanto hanno detto le mamme che hanno letteralmente «alimentato» il campo scuola. «Questa esperienza si è trasformata in un’avventura anche per noi, che, dai pentoloni fumanti, avevamo un osservatorio privilegiato sui nostri figli – sottolineano le mamme Elena, Mariella e Gloria –. È stato interessante poterli guardare in un ambiente diverso da quello familiare: si confrontavano, collaboravano, magari litigavano e poi risolvevano la situazione da soli. Da allora ci siamo rese conto – continuano – di quanto i nostri figli abbiano bisogno di compiere esperienze autentiche, che li mettano in diretto contatto con l’essenziale, con la natura e con ciò che conta veramente perché possano scoprire con gioia il loro rapporto con Dio!».

Nelle parole di chi ha preso parte a questa esperienza c’è un senso di gratitudine. Tutti sono consapevoli che Qualcuno, dall’alto, ha fatto cose importanti per loro. E, soprattutto che, un amico vero come il Santo, è contento di aiutarli a crescere.    


Caro sant’Antonio

Ti affidiamo i nostri giovani

Molte preghiere rivolte al Santo sono dedicate ai ragazzi: riguardano i loro studi, la salute e la necessità di trovare la luce interiore che li guidi verso la loro autentica vocazione. Qui ne proponiamo alcune recentemente apparse sul nostro visitatissimo sito www.carosantantonio.it


Caro sant’Antonio, ti prego aiuta Giovanni che si sta preparando per l’esame di maturità, è molto difficile per lui studiare. Intercedi per lui presso Gesù affinché esaudisca i desideri del suo cuore. Grazie.


Caro sant’Antonio sei nella mia vita da quando ero bambina, mi sei stato sempre accanto, e come un amico mi hai sempre aiutato quando ho avuto bisogno. Adesso sono moglie e madre di due bravi ragazzi, che adoro, ma che come tutti i giovani hanno bisogno di sicurezza che il mondo di oggi non offre. Ti chiedo di aiutarli a percorrere la strada giusta per raggiungere la felicità, con onestà e coraggio sempre seguendo Gesù. Ti chiedo per tutti noi tanta salute nel corpo e nello spirito. Grazie.


Prego sant’Antonio per l’esame di terza media del mio nipotino Stefano. Mi rivolgo al Santo perché lo possa assistere sempre e possa essere per lui un compagno speciale e una guida nella vita. In particolare chiedo una preghiera per i suoi genitori, perché non sono molto religiosi.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017