Ebrei e cristiani: unire cuori e mani

Il Papa è stato in visita alla Sinagoga di Roma. L’incontro ufficiale fra le due comunità religiose, che da millenni pregano con le stesse parole e vivono nella stessa città, ha rappresentato un momento di grande intensità.
26 Gennaio 2010 | di

Negli ultimi anni i rapporti fra ebrei e cristiani si sono fatti più frequenti: le occasioni di incontro e scontro si moltiplicano, come si è visto recentemente per i casi delle infami dichiarazioni di un vescovo lefebvriano e per le proteste sulla possibile beatificazione di Pio XII. Se pure resi indubbiamente più difficili dall’ombra che la Shoah getta ancora sulla nostra società, non si può negare che si siano moltiplicati anche i segnali di comprensione, che fanno da buon contrappeso a quelli di incomprensione. Lo si è visto in occasione della visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma.

L’incontro ufficiale fra comunità religiose che da due millenni cercano di discernere gli insegnamenti di Dio negli stessi testi, che pregano con le stesse parole dei Salmi e che vivono insieme nella stessa città – proprio come i fratelli dei racconti biblici, che però spesso sono stati divisi da rancori e violenza, come ha ricordato rav Di Segni nel suo discorso – ha costituito anche questa volta, come la visita di Giovanni Paolo II nel 1986, un momento di grande intensità. È stato il particolare iter culturale e teologico di Joseph Ratzinger, più che la sua origine tedesca, a segnare questo incontro. Benedetto XVI è uno dei protagonisti principali di quella corrente di studi che ha rimesso il rapporto con la cultura ebraica al centro della ricerca teologica sull’Antico Testamento e sulla vicenda storica di Gesù. E questa vicinanza è al cuore del suo discorso: «È scrutando il suo stesso mistero che la Chiesa, Popolo di Dio della Nuova Alleanza, scopre il proprio profondo legame con gli ebrei, scelti dal Signore primi fra tutti ad accogliere la sua parola».


A ebrei e cristiani il Papa indica quindi il compito di vigilare sulla Bibbia intesa come «un “grande codice” etico per tutta l’umanità». In particolare sul decalogo ricevuto da Mosè, costituito dalle Dieci Parole che «gettano luce sul bene e il male, sul vero e il falso, sul giusto e l’ingiusto, anche secondo i criteri della coscienza retta di ogni persona umana».

Ho avuto la fortuna di partecipare, e mi ha colpito, entrando in Sinagoga, vedere tutti gli uomini con il capo coperto dalla kippà, cioè quel piccolo cappello rotondo che di solito portano solo gli ebrei, o il Papa e i cardinali e i vescovi. C’era una distesa di kippà, di raso bianco, di velluto marrone – quelle offerte dalla comunità agli ospiti che non l’avevano –, ma anche kippà più eleganti, ricamate, o fatte all’uncinetto, con disegni di vari colori. Per un momento, ho pensato che gli uomini presenti fossero tutti ebrei, a parte i vescovi e i cardinali, con la loro kippà rossa. Ma poi mi sono accorta che non era così: il gesto di rispetto, che la comunità richiedeva, cambiava i lineamenti e l’espressione anche di persone che conoscevo, e che vedevo abitualmente senza copricapo.


Perché la kippà esprime rispetto verso Dio, colui che sta sopra: quindi coprirsi il capo è un segnale di rispetto, è un segnale di riverenza a lui rivolto per fargli capire che sappiamo che c’è e lo onoriamo.

Tutti gli uomini che il 17 gennaio hanno dovuto indossare la kippà per entrare nella Sinagoga sembravano, grazie a questo gesto, riconoscere l’esistenza di Dio in modo inequivocabile. Grazie a questo apparentemente piccolo gesto, una dovuta cortesia, cambiavano i loro volti: la kippà rendeva profondi e seri lineamenti prima semplicemente vivaci o petulanti, perché in essi si leggeva l’antico e sacro rispetto di Dio.

Per qualche ora, il tempo dell’incontro, è sembrato prendere corpo l’augurio con cui il Papa ha concluso il suo discorso, rivolto a ebrei e cristiani insieme: «Se riusciremo a unire i nostri cuori e le nostre mani per rispondere alla chiamata del Signore, la sua luce si farà più vicina per illuminare tutti i popoli della terra».



 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017