musica

Giovanni Battista Columbro, Orchestra Barocca di Cremona

Francesco Antonio Urio: Vespro per la Beata Vergine

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L’autore dell’opera, a tre voci e violini, è il francescano conventuale Francesco Antonio Urio (1650 – post 1719). I salmi sono di «grana fine e luminosa che eleva per cerchi concentrici e avvolge mente e sentimenti. L’esecuzione è scintillante e di bel suono».

The Sun

Qualcosa di vero

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I The Sun, gli alfieri del christian rock italiano, tornano con un nuovo disco che conferma le loro eccellenti qualità artistiche. Una sana dose di contagiosa energia sempre unita a testi mai scontati o banali e densi di spiritualità: queste le caratteristiche di un album in cui spiccano brani come la trascinante Un buon motivo per vivere o Tutto quello che ho, con un testo profondo in cui emerge la grande capacità del gruppo nel mettere in musica la Fede. Per informazioni www.thesun.it

Riccardo Muti, Chicago Symphony Orchestra

Cavalleria Rusticana

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Opera di sangue e di passione, Cavalleria Rusticana, senza essere triviale, dice Riccardo Muti «anzi, mantiene sempre un senso profondo di dignità e di onore». Ed è proprio con questo rispetto per la partitura che il Maestro ha affrontato il gioiello verista di Pietro Mascagni con la Chicago Symphony Orchestra, di cui è direttore musicale da 13 anni.

Beppe Bianco, Rita Gelmetti

33

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È difficile condensare in pochi minuti le emozioni che ha saputo donare il beato Giovanni Paolo I, ma in fondo è proprio questa la maestria dei musicisti. Il cantautore Beppe Bianco (affiancato da Rita Gelmetti) è riuscito perfettamente nell’intento: il suo brano 33, pubblicato dal Musal-Museo Albino Luciani per la beatificazione, racchiude le sensazioni che il «Papa del sorriso» è stato in grado di trasmettere a tutti i fedeli in quei 33 giorni di pontificato.

Dobbiamo fare attenzione a non bandire dai nostri teatri tutto il patrimonio letterario e culturale russo, a causa della guerra: rischieremmo di creare ancora più contrapposizione.

13 Dicembre 2022 | di
Daniel Barenboim

Encores

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Noi li chiamiamo bis, in inglese si dicono encores: sono quei gioielli, a volte inattesi e sorprendenti, che i musicisti regalano al pubblico alla fine di un concerto per rinnovare l’emozione e l’ammirazione.

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