Le braccia aperte e l’orlo del mantello che scivola tra le dita. La sagoma imponente e l’aiuola di fedeli che alle sue pendici sembrano tante fragili miniature in cerca di riparo.
«È significativo che Amoris laetitia esca in pieno Giubileo della misericordia. Oggi le società umane, segnate da conflitti e violenze, hanno bisogno di riconciliazione e di perdono a cominciare dal loro nucleo vitale: la famiglia».
Misericordia non conduce a ingoiare tutto «per carità» e non fa sconti all’ingiustizia. Non è solo data, ma è anche invocata e ricevuta. Per diventare poi impegno. Perché misericordia è promessa e futuro, per avvicinarsi il più possibile al cuore di Dio.
Dal mazzo delle sette opere di misericordia corporale estraiamo questa volta la quarta, che recita: «Alloggiare i pellegrini», senza dire chi debba essere considerato «pellegrino» e quindi tale da essere accolto.
Che cos’hanno in comune sant’Antonio di Padova e i suoi «colleghi» Pio da Pietrelcina, Leopoldo Mandic´, Giovanni Bosco, Maria Goretti, Teresa di Lisieux, Gabriele dell’Addolorata?