UNA TELA PER UN SANTUARIO

Ecco come l’avvocato napoletano Bartolo Longo pensò di ridestare la fede sopita della gente della valle di Pompei: la
06 Marzo 1997

B asta osservare le pareti delle sale attigue al corpo centrale del santuario di Pompei, per scoprire le mille e mille storie di fede e di vita che in questo angolo della Campania si sono incrociate. Non è un osservatorio interessante soltanto dal punto di vista religioso: negli ex voto che i fedeli portano alla Madonna del rosario 'per grazia ricevuta' si possono leggere mutamenti di costume e di cultura, cambiamenti nei bisogni umani e sociali, la storia di un paese che è stato attraversato da epidemie e terremoti. Dal primo ex voto del 1891 - un paio di mani giunte con un rosario, in argento, proveniente da Venezia - al racconto contemporaneo di una fuga dal plagio di una setta religiosa, il santuario fondato da Bartolo Longo nel 1875, ha udito l'eco di preghiere, di dolori e di speranze.

Dimenticata per secoli sotto la lava che ha custodito intatti i resti dell'antica cittadina romana e dei ventimila abitanti che perirono a causa dell'eruzione del Vesuvio, il 24 agosto del 79 d.C., l'antica Pompei è riemersa alla luce per caso, tra il 1594 e il 1600, sotto gli occhi dell'architetto Domenico Fontana, che stava curando i lavori per la costruzione dell'acquedotto che avrebbe dovuto portare l'acqua dal fiume Samo a Torre Annunziata. Ma si dovrà  aspettare il 1860 e l'unità  d'Italia per il recupero e la ricostruzione dell'antica Pompei, parte della quale non è stata ancora portata alla luce.

Pompei alla fine dell'Ottocento

La valle di Pompei nella quale l'avvocato Bartolo Longo si trovò a passare nel 1872, per curare gli interessi della contessa De Fusco, non aveva più nulla dell'antico fasto. Gli Annali del regno di Napoli la descrivono, piuttosto, come 'un luogo pericolosissimo per infami ladroni'. Zona desolata, dai terreni acquitrinosi per le piene del Sarno, senza scuole né asili, né guardie, né farmacie. E quanto alla religione 'pochi sapevano a malapena dire l'Ave Maria'. Così fu proprio per migliorare le condizioni di degrado, soprattutto morale, in cui versavano i contadini e la gente del posto che Longo decise di risvegliare lo spirito religioso dei pompeiani. Cercò un quadro della Madonna intorno al quale convocare i fedeli in preghiera, e venne indirizzato a Napoli, presso suor Concetta dell'Itala, la quale custodiva una tela che le era stata affidata da un domenicano, padre Alberto Radente, il quale a sua volta l'aveva acquistata da un robivecchi per otto scellini.

La vista del quadro, in pessime condizioni, aveva quasi dissuaso il pio avvocato. Fu l'accorata insistenza della religiosa, sicura del potere miracoloso dell'effigie, a convincerlo a prendere con sé 'la Madonna dagli occhi teneri', come scriverà  Matilde Serao. Il quadro - che ipotizza appartenere alla scuola di Luca Giordano - arrivò a Pompei sul carretto di un contadino che trasportava letame, per un sentiero di campagna, quei venti chilometri oggi, nel mesi di maggio, centinaia di pellegrini percorrono a piedi, talvolta scalzi, tra fila ininterrotte di palazzi e costruzioni che hanno espropriato la bellezza dell'antico 'miglio d'oro'.

La nuova Pompei

La piccola cappella costruita venne ben presto una basilica. La fama miracolosa del quadro che, dopo due restauri, nel febbraio del 1886, era stato esposto ai fedeli, fece affluire congrue offerte al santuario, anche da paesi lontani. Fu la stessa Madonna, racconta la tradizione, a dare un crisma miracoloso all'effigie: nel 1889 appare a Maria Balestrieri, in provincia di Avellino, e dichiara che il santuario di Pompei è suo.

Iniziato nel 1876 e inaugurato il 7 maggio 1901, l'edificio neoclassico, all'apice del frontone reca una statua della Vergine alta tre metri e venticinque centimetri. Alla base del blocco di marmo di Carrara, dal peso di centottanta quintali, lo scultore Gaetano Chiaromonte volle incidere la scritta Pax, per ricordare il tema della fratellanza universale cui è dedicata la basilica.

Dalla loggia papale, situata nella parte superiore, si affacciò nel 1979 Giovanni Paolo II. Si adempiva la profezia che aveva pronunciato il fondatore del santuario: 'Dalla loggia di questa basilica, un giorno si affaccerà  il papa'. Il rapporto del santuario con la Santa Sede, d'altra parte, è stato definito proprio dal fondatore, che al pontefice volle donare tutto. E così dal 1906 Pompei è governato da un delegato pontificio, il quale dal 1926 è anche prelato ordinario del luogo, e dal 1935 con giurisdizione sulla quasi totalità  del comune di Pompei. Oggi la carica è rivestita dall'arcivescovo Francesco Saverio Toppi.

L'attenzione all'anima e al corpo

La gran quantità  di offerte che la carità  popolare volle inviare alla Madonna del rosario venne presto trasformata in pane, vestiti e opere di carità . Bartolo Longo, dopo aver composto nel 1883, la Supplica - preghiera che ancora oggi viene recitata in tutto il mondo la prima domenica di ottobre e l'otto maggio - non si limitò a dare impulso soltanto alla vita religiosa. Il pio avvocato - 'lo vedremo sugli altari e sarà  un santo coi pantaloni e il frac', profetizzò di lui Benedetto XV, e la beatificazione è avvenuta il 26 ottobre 1980 - decise di contribuire anche a migliorare le condizioni di vita dei figli dei contadini e dei carcerati che vivevano nella zona.

Così nel 1885 abbandona la carriere forense, sposa la contessa De Fusco e si dedica completamente all'opera di Pompei, mettendo su i primi abbozzi di quelli che poi saranno l'orfanotrofio e le scuole che gravitano intorno al santuario. Oggi sono quattrocento, tra ragazzi e ragazze, gli ospiti degli istituti. E ben mille gli alunni che frequentano le scuole medie e superiori.

Aspettando il giubileo

Il numero di pellegrini che ogni anno di riversa a Pompei - quattro milioni al santuario e due agli scavi - è destinato a raddoppiare, in vista del giubileo del Duemila, che coinciderà  anche con i centoventicinque anni di vita del santuario. 'Per questo motivo - dice Pietro Caggiano, amministratore apostolico del santuario - in collaborazione con il comune e con i responsabili degli scavi archeologici, stiamo predisponendo un piano di accoglienza e di manifestazione culturali che disciplini l'afflusso e lo renda meno fugace'.

Nel frattempo, la basilica si sta preparando all'evento giubilare attraverso una catechesi continua sulle pagine del mensile 'Il rosario e la nuova Pompei' che, inviato a tutti i fedeli del santuario, è diffuso in venticinquemila copie anche all'estero, 'soprattutto tra gli emigrati italiani e i loro discendenti' dice Caggiano.

Il delegato pontificio, monsignore Toppi, ha voluto che nel santuario, nei gironi di Natale, venisse inaugurata una cappella per l'adorazione eucaristica permanente, e ha avviato in diocesi un cammino di preparazione attraverso la lettera pastorale Con Gesù verso il giubileo. A Pompei il cammino verso il Duemila si farà , in modo tutto speciale, in compagnia della Madonna: 'Guardiamo Maria - scrive Toppi - imitiamo il suo esempio, camminiamo sulle sue orme come il nostro beato Bartolo Longo, senza fermarci mai'.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017