Pellegrini al Santo (prima parte)

In prossimità del 13 giugno, andiamo alla scoperta dei simboli del pellegrinaggio di cui la Basilica di sant'Antonio è ricca.
01 Giugno 2018 | di

La Basilica di sant’Antonio è stata pensata come meta di pellegrinaggio. È essa stessa strutturata come pellegrinaggio al suo interno e contiene molti simboli che rimandano al pellegrinare.

Un primo simbolo è già il sagrato. Il nome stesso rinvia a uno spazio sacro, riservato all’esperienza del divino. Il sagrato, offrendo uno spazio vuoto e accogliente, prepara il pellegrino alle esperienze per le quali si è messo in cammino, partendo da casa, affrontando un viaggio molte volte impegnativo. Sul sagrato si può sostare per raccogliere le forze messe alla prova lungo il viaggio, si ravvivano i desideri portati gelosamente nel cuore, si ricordano le richieste di preghiera affidate da parenti e amici, si mettono a fuoco le proprie richieste da formulare, di lì a poco, direttamente a sant’Antonio.

Il simbolo successivo è la soglia di entrata. Essa è il confine tra dentro e fuori, tra sacro e profano. Una volta attraversata, essa ci offre un’esperienza tangibile: il cambio di suoni. Il pellegrino, infatti, passa dal rumore un po’ caotico della piazza, del mondo, a una sospensione di tali rumori per trovarsi quasi sospeso in una bolla acustica, in una fonosfera abitata dal silenzio, interferito solo dal calpestio dei pellegrini e dalle parole della liturgia celebrata. Dentro questo clima di silenzio, altro rispetto al rumore caotico, è più facile ascoltare altre voci dentro di sé e la Parola di Dio che viene proclamata nella liturgia. È più facile anche comunicare con sant’Antonio, confidandogli, come a un fratello, le preoccupazioni della vita per trovare in lui una spalla accogliente, e un braccio che sostenga e incoraggi. Nel silenzio è più facile pregare anche davanti al Santissimo.

Il deambulatorio è il terzo simbolo di pellegrinaggio. È il corridoio che dall’entrata sinistra porta, lungo la navata laterale, alla cappella di sant’Antonio, proseguendo alle cappelle radiali, fino a condurre il pellegrino alla navata centrale, davanti all’altare maggiore, dove si celebra l’Eucaristia. È, di fatto, l’ultimo tratto del cammino, il più significativo e intenso. È un pellegrinaggio in miniatura, che connette i luoghi e le esperienze più importanti nella Basilica: l’incontro con sant’Antonio e con Gesù.

La cappella di sant’Antonio è certamente il fulcro simbolico della devozione e la meta del pellegrinare. Questo luogo è come il porto sicuro che accoglie le persone portate dai venti impetuosi della vita. Qui sant’Antonio, anch’egli pellegrino nella sua vita, ora accoglie i pellegrini che si avvicinano a lui, invitandoli con le stesse parole di Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28).

La cappella è anche il trampolino di lancio verso la vita, una volta che l’ascolto da parte di Antonio rafforza la fiducia in sé e nel Padre, sulla base del fiducioso chiedere grazie e aiuto, sempre sulla scorta delle parole del Vangelo: «Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena» (Gv 16,24).

(continua)  

Data di aggiornamento: 01 Giugno 2018
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