Natale con la pecora nera

Anche le pecore nere hanno molto da raccontare. Chiunque, con la propria esperienza e specificità, può recitare un ruolo attivo e dare e ricevere qualcosa dagli altri, per combattere la cultura dello scarto con la cultura dell’inclusione.
23 Dicembre 2015

«Ancora una notte gelida nella campagna vicino a Betlemme. D’altra parte siamo quasi a ottocento metri di altitudine. Per riscaldarci l’una con l’altra ci tocca rimanere vicinissime. Per noi pecore nere le regole sono chiare e soggette alle norme di purità stabilite dalla legge ebraica. Non possiamo rientrare all’ovile. Siamo costrette a seguire ovunque i nostri pastori. Non è così per le pecore di lana bianca. Il loro gregge è considerato purissimo e possono tornare a dormire nell’ovile dopo il tramonto. L’altro gruppo, formato da pecore con lana in parte bianca e in parte nera, è più fortunato del nostro. Anche loro possono rientrare nell’ovile, ma fuori dal centro abitato di Betlemme. La loro lana non testimonia un’assoluta purezza. In ogni caso è vero: noi siamo in parte diverse. Il nostro manto è completamente nero, non candido come desiderano gli uomini. Eppure anche noi mangiamo tanta erba, abbiamo una lana calda e morbida e siamo in grado di produrre latte. Proprio come le pecore bianche.Quella notte di dicembre sembrava diversa da tutte le altre. Il cielo era particolarmente stellato. Al nostro gregge si avvicinò un angelo. All’inizio, noi pecore nere e i nostri pastori ci spaventammo. Finché l’angelo del Signore ci rassicurò, annunciando la nascita del Salvatore e di un bellissimo cambiamento epocale, soprattutto per i più deboli come noi pecore nere. Insieme con i nostri pastori, siamo state le prime a vedere e a sentire la Buona Notizia, proprio perché eravamo le uniche a essere fuori».   Questa è la testimonianza in prima persona, «unica e originale», di una pecora nera, prima che l’evangelista Luca ci narrasse la Nascita del Signore. Ma chi sono le pecore nere? Sono tutte le persone che vivono ai margini della società perché da essa sono esclusi: persone con disabilità, poveri, prostitute. Una parte della collettività, insomma, che esiste ma viene poco considerata e tutelata. Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ afferma: «Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che […] ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti […] dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone».   Dalla nostra storia impariamo che anche le pecore nere hanno molto da raccontare. Ognuno con la propria esperienza e specificità può recitare un ruolo attivo e può dare e ricevere qualcosa dagli altri per combattere la cultura dello scarto con la cultura dell’inclusione.   «Inclusione» non significa che tutte le pecore debbano essere bianche, bensì riuscire a dare un ruolo a tutti i tipi di ovini, rispettando e valorizzando le diversità e le abilità.   Non a caso al Gesù uomo piacerà molto relazionarsi con le «pecore nere» e vivere le «periferie». Proprio Lui ci testimonia quanto gli emarginati abbiano molto da offrire ai nostri contesti. Che dire? Se volete rendere la vostra Betlemme più accogliente, mettete una pecora nera nel presepe. Un Santo Natale a tutti!   Scrivete a claudio@accaparlante.it o sulla mia pagina Facebook.

 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017
Lascia un commento che verrà pubblicato